Nel primo capitolo, “ l’automaticità delle prestazioni ed il diritto alla integrità della posizione assicurativa”, partendo dalle considerazioni in ordine alle conseguenze per il lavoratore del mancato versamento dei contributi sono stati individuati ed esposti sia il diritto dello stesso alla integrità della posizione contributiva sia la funzione del principio di automaticità volto ad elidere le predette conseguenze. Del principio si è posto in rilevo l’ambito soggettivo e oggettivo di applicazione e si è argomentato del doppio automatismo ossia l’automaticità del rapporto previdenziale dal rapporto di lavoro e l’automaticità delle prestazioni. Nel secondo capitolo si è delineata la generalizzazione del principio e la sua costituzionalizzazione ( nonostante la previsione soltanto nel codice civile e non nella Carta Costituzionale) argomentando sui limiti ai regimi derogatori, sull’esigenza di effettività della tutela e sull’esistenza o meno di una relazione di sinallagmaticità tra contributi versati e prestazioni erogate. Nel terzo capitolo sono stati delineati gli effetti dell’automaticità ed i casi in cui non trova applicazione indicando quale principale limite l’intervenuta prescrizione dei contributi, limite che non opera solo nel caso di procedure concorsuali del datore di lavoro. L’analisi della prescrizione dei contributi non poteva esimere da un confronto con l’istituto civilistico ponendone in rilievo le peculiarità. E questo è stato oggetto del IV capitolo nel quale si è affrontato il dibattuto tema del termine prescrizionale soprattutto ante e post legge 335 del 1995 nonché la disciplina legislativa inerente il divieto di versamento dei contributi prescritti ed i danni derivanti dalla prescrizione dei contributi. Nel V capitolo è stato analizzato il tema degli atti interruttivi della prescrizione dei contributi con particolare riferimento alle questioni che hanno visto la giurisprudenza più impegnata e, cioè, i verbali dell’ispettorato del lavoro, gli atti che integrano riconoscimento del debito, quali debbano intendersi “le procedure già iniziate” di cui alla legge 335 del 1995 nonché l’efficacia della denuncia del lavoratore. Quest’ultimo tema, tra il 2009 ed il 2012, ha visto arresti giurisprudenziali considerevoli e in senso contrario alla originaria interpretazione letterale della norma. E di tale giurisprudenza è stata fatta puntuale analisi al pari di quella recente sulla sospensione della prescrizione ex art. 2941 n.8. Nelle conclusioni è stato delineato il percorso argomentativo svolto e le linee guida dello stesso.

L'automaticità delle prestazioni e la prescrizione dei crediti contributivi(2013 Jul 18).

L'automaticità delle prestazioni e la prescrizione dei crediti contributivi

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18/07/2013

Abstract

Nel primo capitolo, “ l’automaticità delle prestazioni ed il diritto alla integrità della posizione assicurativa”, partendo dalle considerazioni in ordine alle conseguenze per il lavoratore del mancato versamento dei contributi sono stati individuati ed esposti sia il diritto dello stesso alla integrità della posizione contributiva sia la funzione del principio di automaticità volto ad elidere le predette conseguenze. Del principio si è posto in rilevo l’ambito soggettivo e oggettivo di applicazione e si è argomentato del doppio automatismo ossia l’automaticità del rapporto previdenziale dal rapporto di lavoro e l’automaticità delle prestazioni. Nel secondo capitolo si è delineata la generalizzazione del principio e la sua costituzionalizzazione ( nonostante la previsione soltanto nel codice civile e non nella Carta Costituzionale) argomentando sui limiti ai regimi derogatori, sull’esigenza di effettività della tutela e sull’esistenza o meno di una relazione di sinallagmaticità tra contributi versati e prestazioni erogate. Nel terzo capitolo sono stati delineati gli effetti dell’automaticità ed i casi in cui non trova applicazione indicando quale principale limite l’intervenuta prescrizione dei contributi, limite che non opera solo nel caso di procedure concorsuali del datore di lavoro. L’analisi della prescrizione dei contributi non poteva esimere da un confronto con l’istituto civilistico ponendone in rilievo le peculiarità. E questo è stato oggetto del IV capitolo nel quale si è affrontato il dibattuto tema del termine prescrizionale soprattutto ante e post legge 335 del 1995 nonché la disciplina legislativa inerente il divieto di versamento dei contributi prescritti ed i danni derivanti dalla prescrizione dei contributi. Nel V capitolo è stato analizzato il tema degli atti interruttivi della prescrizione dei contributi con particolare riferimento alle questioni che hanno visto la giurisprudenza più impegnata e, cioè, i verbali dell’ispettorato del lavoro, gli atti che integrano riconoscimento del debito, quali debbano intendersi “le procedure già iniziate” di cui alla legge 335 del 1995 nonché l’efficacia della denuncia del lavoratore. Quest’ultimo tema, tra il 2009 ed il 2012, ha visto arresti giurisprudenziali considerevoli e in senso contrario alla originaria interpretazione letterale della norma. E di tale giurisprudenza è stata fatta puntuale analisi al pari di quella recente sulla sospensione della prescrizione ex art. 2941 n.8. Nelle conclusioni è stato delineato il percorso argomentativo svolto e le linee guida dello stesso.
18-lug-2013
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/918363
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