La teoria social-cognitiva enfatizza il ruolo proattivo che l’individuo esercita nella relazione con il proprio ambiente, sul quale agisce intenzionalmente ed in modo trasformativo (Bandura, 1986). Numerosi contributi empirici hanno dimostrato la relazione positiva tra le convinzioni di efficacia personale, considerate il meccanismo centrale della teoria social-cognitiva, ed il successo lavorativo (Stajkovic & Luthans, 1998), mentre le capacità individuali che ne sono alla base, dette capacità agentiche (anticipazione, autoriflessione, apprendimento vicario e autoregolazione: Bandura, 2000), non sono mai state misurate né indagate in relazione ad altre variabili organizzative. Il primo studio, condotto su 321 soggetti, esamina le proprietà psicometriche di una nuova scala per la misurazione delle capacità agentiche. Il secondo studio, condotto su 179 soggetti, ne esplora la rete nomologica di relazioni con l’autoefficacia e con altre variabili legate alla proattività, e ne approfondisce l’impatto sulla prestazione lavorativa attraverso i comportamenti intenzionali volti alla personalizzazione del lavoro (job crafting). Lo strumento consente, complessivamente, di misurare le capacità agentiche teorizzate da Bandura. Esse inoltre sono risultate associate all’autoefficacia, al work engagement, al job crafting e ad alcune caratteristiche di personalità. Infine l’autoriflessione e l’anticipazione esercitano sulla prestazione, valutata dai capi, un impatto totalmente mediato dal job crafting. Tali risultati supportano il ruolo promettente delle capacità agentiche nel promuovere la messa in atto di comportamenti di successo nell’organizzazione ed incoraggiano, da un lato, ad approfondirne lo studio con ricerche future e, dall’altro, a rilevarle nei processi di valutazione del potenziale e per lo sviluppo delle risorse umane.

Le capacità agentiche nel contesto organizzativo: misurazione e impatto sulla performance / Cenciotti, Roberto; Bartolomeo, Veronica; Bianchi, Francesco; Borgogni, Laura; Consiglio, Chiara. - ELETTRONICO. - (2015), pp. 50-51. (Intervento presentato al convegno XIV Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia per le Organizzazioni dell'AIP tenutosi a Palermo nel 17-19 settembre 2015).

Le capacità agentiche nel contesto organizzativo: misurazione e impatto sulla performance

CENCIOTTI, ROBERTO;BORGOGNI, Laura;CONSIGLIO, CHIARA
2015

Abstract

La teoria social-cognitiva enfatizza il ruolo proattivo che l’individuo esercita nella relazione con il proprio ambiente, sul quale agisce intenzionalmente ed in modo trasformativo (Bandura, 1986). Numerosi contributi empirici hanno dimostrato la relazione positiva tra le convinzioni di efficacia personale, considerate il meccanismo centrale della teoria social-cognitiva, ed il successo lavorativo (Stajkovic & Luthans, 1998), mentre le capacità individuali che ne sono alla base, dette capacità agentiche (anticipazione, autoriflessione, apprendimento vicario e autoregolazione: Bandura, 2000), non sono mai state misurate né indagate in relazione ad altre variabili organizzative. Il primo studio, condotto su 321 soggetti, esamina le proprietà psicometriche di una nuova scala per la misurazione delle capacità agentiche. Il secondo studio, condotto su 179 soggetti, ne esplora la rete nomologica di relazioni con l’autoefficacia e con altre variabili legate alla proattività, e ne approfondisce l’impatto sulla prestazione lavorativa attraverso i comportamenti intenzionali volti alla personalizzazione del lavoro (job crafting). Lo strumento consente, complessivamente, di misurare le capacità agentiche teorizzate da Bandura. Esse inoltre sono risultate associate all’autoefficacia, al work engagement, al job crafting e ad alcune caratteristiche di personalità. Infine l’autoriflessione e l’anticipazione esercitano sulla prestazione, valutata dai capi, un impatto totalmente mediato dal job crafting. Tali risultati supportano il ruolo promettente delle capacità agentiche nel promuovere la messa in atto di comportamenti di successo nell’organizzazione ed incoraggiano, da un lato, ad approfondirne lo studio con ricerche future e, dall’altro, a rilevarle nei processi di valutazione del potenziale e per lo sviluppo delle risorse umane.
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