Le condizioni di cultura che contraddistinguono i primi decenni dell’Ottocento documentano il fiorire di idee conservative e l’avvio di un’attività di tutela rivolta a ciò che, di riconosciuto valore, viene considerato patrimonio da salvaguardare. E’ la stagione che fa registrare i primi segnali di rispetto per la verità delle testimonianze del passato, così, quando si prende coscienza di un impossibile riproposizione di eventi conclusi, si cerca di ricomporre il sapere dell’antico e si tende a considerare le sedimentazioni storiche con distacco critico. Di fatto, l’antico esercita un richiamo speciale ed è proprio la presenza dell’antichità, a determinare una sensibilità più rispettosa, fedele al senso storico; al riguardo occorre sottolineare che specialmente a Roma si fa strada l’esigenza di un rinnovamento nel settore della tutela che si concretizza nei decreti di revoca di tutti i permessi e concessioni di scavo e fa maturare un programma normativo informato ai principî che si pongono a sostegno di un’azione sempre più ‘conservativa. Se si guarda alla concretezza del fare, si evidenzia come durante il breve pontificato di Leone XII (1823-1829) vengano promulgati quei provvedimenti che, emessi in occasione ricostruzione della basilica di S. Paolo, aprono alla codificazione del restauro inteso quale ‘reintegrazione dello stato originario’ ovvero del restauro cosiddetto “stilistico” che costituirà la modalità, se non proprio unica, assolutamente prevalente per tutto il XIX secolo e oltre.

La “cultura del restauro” del primo Ottocento romano. Il contributo di Leone XII e della sua corte / Sette, Maria Piera. - In: QUADERNI DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLE MARCHE. - ISSN 1721-5269. - STAMPA. - 186:anno XX(2015), pp. 171-188.

La “cultura del restauro” del primo Ottocento romano. Il contributo di Leone XII e della sua corte

SETTE, Maria Piera
2015

Abstract

Le condizioni di cultura che contraddistinguono i primi decenni dell’Ottocento documentano il fiorire di idee conservative e l’avvio di un’attività di tutela rivolta a ciò che, di riconosciuto valore, viene considerato patrimonio da salvaguardare. E’ la stagione che fa registrare i primi segnali di rispetto per la verità delle testimonianze del passato, così, quando si prende coscienza di un impossibile riproposizione di eventi conclusi, si cerca di ricomporre il sapere dell’antico e si tende a considerare le sedimentazioni storiche con distacco critico. Di fatto, l’antico esercita un richiamo speciale ed è proprio la presenza dell’antichità, a determinare una sensibilità più rispettosa, fedele al senso storico; al riguardo occorre sottolineare che specialmente a Roma si fa strada l’esigenza di un rinnovamento nel settore della tutela che si concretizza nei decreti di revoca di tutti i permessi e concessioni di scavo e fa maturare un programma normativo informato ai principî che si pongono a sostegno di un’azione sempre più ‘conservativa. Se si guarda alla concretezza del fare, si evidenzia come durante il breve pontificato di Leone XII (1823-1829) vengano promulgati quei provvedimenti che, emessi in occasione ricostruzione della basilica di S. Paolo, aprono alla codificazione del restauro inteso quale ‘reintegrazione dello stato originario’ ovvero del restauro cosiddetto “stilistico” che costituirà la modalità, se non proprio unica, assolutamente prevalente per tutto il XIX secolo e oltre.
2015
Leone XII; restauro; Ottocento romano
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
La “cultura del restauro” del primo Ottocento romano. Il contributo di Leone XII e della sua corte / Sette, Maria Piera. - In: QUADERNI DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLE MARCHE. - ISSN 1721-5269. - STAMPA. - 186:anno XX(2015), pp. 171-188.
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