This contribution aims at reframing and discussing the intricacies of the present debate on planning, exploring in particular if and how its changes can be interpreted as the result of a neoliberalization process. Planning is currently subjected to the highest degree of skepticism if not of distrust, and strongly criticized for seemingly opposite reasons: ‘deficiencies’ of regulation from one side, ‘over-regulation’ from the other. This is a clear sign of conficting view on planning, particularly in its regulative/regulatory function. After having developed a general theoretical framework, a more context specific one will be presented, addressed to support a case-study, briefly reported here in order to provide evidences of the alleged planning failures, to understand their origins and justifications or motivation, and also to contributing at defining possible research directions, both for theory and practice.

Questo contributo si colloca all'interno di una ricerca interdisciplinare dedicata a verificare empiricamente l'interpretazione 'neo-liberista' dei cambiamenti che si osservano in una pluralità di campi dell'azione pubblica. Nello specifico, il saggio si occupa delle trasformazioni che riguardano la pianificazione. A questo scopo, lavora con tre differenti frames per delimitare e chiarire il tema e il tipo di approccio prescelto, sviluppato anche attraverso un caso locale (romano). Si parte da un frame teorico più generale, che tratta di come viene considerata la pianificazione, non solo in Italia: quali sono le critiche che gli sono rivolte in questi ultimi anni e come queste stesse critiche aiutino a capirne le debolezze e le problematicità, che riguardano concezioni e prassi. Si propone poi una sorta di quadro di riferimento legislativo-normativo utile per orientarsi nel groviglio di trasformazioni che hanno interessato la pianificazione nel tempo. Riferimento imprescindibile considerando il sistema di pianificazione italiano e il fatto che una parte importante del dibattito disciplinare sia costruita intorno a questioni di tipo giuridico, e che la maggior parte dei contenziosi su interpretazioni differenti venga ‘risolta’ con sentenze o pronunciamenti della stessa natura. Un terzo frame è più direttamente orientato all’analisi empirica del caso/esempio che si presenta. Qui l’attenzione è rivolta ai modi in cui, parallelamente alla redazione di un piano o di un progetto di trasformazione urbana, inteso in senso fisico-spaziale, può essere costruito il ‘tipo’ di rapporto tra i diversi soggetti interessati, e in particolare tra pubblico e privato. L’attenzione per la dimensione del ‘disegno istituzionale’ è particolarmente importante proprio considerando il fatto che le relazioni tra (i diversi) attori pubblici e (i diversi) attori privati nella pratica urbanistica sono progressivamente più complesse e ambigue di quanto non si preveda in linea teorica, e che le stesse dicotomie tra pubblico e privato e tra Stato e mercato risultano spesso come delle semplificazioni che derivano da una astrazione, non (più?) chiaramente riconoscibile nella realtà – mentre a parere di chi scrive tenere fermi gli elementi di quelle dicotomie è ancora utile a fini analitici.

Fuoco incrociato sul planning / Pizzo, Barbara. - STAMPA. - (2015), pp. 169-188.

Fuoco incrociato sul planning

PIZZO, BARBARA
2015

Abstract

This contribution aims at reframing and discussing the intricacies of the present debate on planning, exploring in particular if and how its changes can be interpreted as the result of a neoliberalization process. Planning is currently subjected to the highest degree of skepticism if not of distrust, and strongly criticized for seemingly opposite reasons: ‘deficiencies’ of regulation from one side, ‘over-regulation’ from the other. This is a clear sign of conficting view on planning, particularly in its regulative/regulatory function. After having developed a general theoretical framework, a more context specific one will be presented, addressed to support a case-study, briefly reported here in order to provide evidences of the alleged planning failures, to understand their origins and justifications or motivation, and also to contributing at defining possible research directions, both for theory and practice.
2015
Neoliberismi e azione pubblica. Il caso italiano
978-88-230-1943-0
Questo contributo si colloca all'interno di una ricerca interdisciplinare dedicata a verificare empiricamente l'interpretazione 'neo-liberista' dei cambiamenti che si osservano in una pluralità di campi dell'azione pubblica. Nello specifico, il saggio si occupa delle trasformazioni che riguardano la pianificazione. A questo scopo, lavora con tre differenti frames per delimitare e chiarire il tema e il tipo di approccio prescelto, sviluppato anche attraverso un caso locale (romano). Si parte da un frame teorico più generale, che tratta di come viene considerata la pianificazione, non solo in Italia: quali sono le critiche che gli sono rivolte in questi ultimi anni e come queste stesse critiche aiutino a capirne le debolezze e le problematicità, che riguardano concezioni e prassi. Si propone poi una sorta di quadro di riferimento legislativo-normativo utile per orientarsi nel groviglio di trasformazioni che hanno interessato la pianificazione nel tempo. Riferimento imprescindibile considerando il sistema di pianificazione italiano e il fatto che una parte importante del dibattito disciplinare sia costruita intorno a questioni di tipo giuridico, e che la maggior parte dei contenziosi su interpretazioni differenti venga ‘risolta’ con sentenze o pronunciamenti della stessa natura. Un terzo frame è più direttamente orientato all’analisi empirica del caso/esempio che si presenta. Qui l’attenzione è rivolta ai modi in cui, parallelamente alla redazione di un piano o di un progetto di trasformazione urbana, inteso in senso fisico-spaziale, può essere costruito il ‘tipo’ di rapporto tra i diversi soggetti interessati, e in particolare tra pubblico e privato. L’attenzione per la dimensione del ‘disegno istituzionale’ è particolarmente importante proprio considerando il fatto che le relazioni tra (i diversi) attori pubblici e (i diversi) attori privati nella pratica urbanistica sono progressivamente più complesse e ambigue di quanto non si preveda in linea teorica, e che le stesse dicotomie tra pubblico e privato e tra Stato e mercato risultano spesso come delle semplificazioni che derivano da una astrazione, non (più?) chiaramente riconoscibile nella realtà – mentre a parere di chi scrive tenere fermi gli elementi di quelle dicotomie è ancora utile a fini analitici.
pianificazione; forme di regolazione; pianificazione
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Fuoco incrociato sul planning / Pizzo, Barbara. - STAMPA. - (2015), pp. 169-188.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/784122
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