Questa comunicazione si incentra sullo studio dell’insediamento neolitico di Maddalena di Muccia (MC), datato al VI millennio a.C., scavato nel 1962-65 da Delia Lollini, allora funzionario della Soprintendenza Archeologica delle Marche. Tale analisi rientra nell’ambito di un progetto di dottorato di più ampio respiro che prevede l’esame complessivo della produzione ceramica del primo Neolitico marchigiano, i cui contesti sono attualmente poco o per nulla noti. Partendo dalla documentazione d’archivio disponibile, che consiste unicamente in una pianta muta di fine scavo corredata di alcune sezioni lunghe, si è proceduto alla ricostruzione delle strutture individuate sul terreno in un’area di circa 400 mq, riconosciute in origine solo nella loro porzione più profonda che intaccava il deposito fluviale su cui l’insediamento è stato impiantato, ricorrendo all’identificazione delle stesse dalle sigle riportate sui materiali e dalle foto, formato 6x6 cm, scattate all’epoca dello scavo, unico riferimento documentale per il sito. L’associazione dei dati estrapolati dall’esame approfondito del complesso ceramico, correlata all’impiego di software informatici di grafica/archiviazione e a metodi di analisi tecnologica, quali lo studio degli impasti e la caratterizzazione archeometrica, ha permesso di procedere alla ricostruzione di un insediamento il cui scavo è stato eseguito per trincee contigue, senza l’utilizzo di quadrettatura e in assenza di supporti che oggi rientrano negli standard di intervento, quali giornali di scavo (probabilmente esistenti ma non conservati negli archivi) schede US, matrix ecc.. Le difficoltà affrontate nel trarre informazioni da una documentazione così limitata, hanno reso necessaria la messa in opera di una strategia funzionale all’interpretazione di un sistema incoerente di informazioni; parallelamente, tale metodo potrà essere adoperato come riferimento futuro per indagare altri contesti marchigiani individuati dalla Lollini tra gli anni ’60 e ’80 del Novecento, su cui si è proceduto con analoghe strategie di intervento sul campo, come accade ad esempio per alcuni siti pertinenti a fasi cronologiche più recenti.

L'abitato neolitico di Maddalena di Muccia (MC): rilettura di uno scavo anni ‘60 / LA MARCA, Chiara. - STAMPA. - (2016), pp. 119-128. (Intervento presentato al convegno Digging up excavations, processi di ricontestualizzazione di vecchi scavi archeologici: esperienze, problemi, prospettive tenutosi a Pavia nel 15-16 gennaio 2015).

L'abitato neolitico di Maddalena di Muccia (MC): rilettura di uno scavo anni ‘60

LA MARCA, CHIARA
2016

Abstract

Questa comunicazione si incentra sullo studio dell’insediamento neolitico di Maddalena di Muccia (MC), datato al VI millennio a.C., scavato nel 1962-65 da Delia Lollini, allora funzionario della Soprintendenza Archeologica delle Marche. Tale analisi rientra nell’ambito di un progetto di dottorato di più ampio respiro che prevede l’esame complessivo della produzione ceramica del primo Neolitico marchigiano, i cui contesti sono attualmente poco o per nulla noti. Partendo dalla documentazione d’archivio disponibile, che consiste unicamente in una pianta muta di fine scavo corredata di alcune sezioni lunghe, si è proceduto alla ricostruzione delle strutture individuate sul terreno in un’area di circa 400 mq, riconosciute in origine solo nella loro porzione più profonda che intaccava il deposito fluviale su cui l’insediamento è stato impiantato, ricorrendo all’identificazione delle stesse dalle sigle riportate sui materiali e dalle foto, formato 6x6 cm, scattate all’epoca dello scavo, unico riferimento documentale per il sito. L’associazione dei dati estrapolati dall’esame approfondito del complesso ceramico, correlata all’impiego di software informatici di grafica/archiviazione e a metodi di analisi tecnologica, quali lo studio degli impasti e la caratterizzazione archeometrica, ha permesso di procedere alla ricostruzione di un insediamento il cui scavo è stato eseguito per trincee contigue, senza l’utilizzo di quadrettatura e in assenza di supporti che oggi rientrano negli standard di intervento, quali giornali di scavo (probabilmente esistenti ma non conservati negli archivi) schede US, matrix ecc.. Le difficoltà affrontate nel trarre informazioni da una documentazione così limitata, hanno reso necessaria la messa in opera di una strategia funzionale all’interpretazione di un sistema incoerente di informazioni; parallelamente, tale metodo potrà essere adoperato come riferimento futuro per indagare altri contesti marchigiani individuati dalla Lollini tra gli anni ’60 e ’80 del Novecento, su cui si è proceduto con analoghe strategie di intervento sul campo, come accade ad esempio per alcuni siti pertinenti a fasi cronologiche più recenti.
2016
978-88-7140-697-8
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