For a long time, after her appearance to the Indian Juan Diego in 1531, the Virgin of Guadalupe has been conceived – by the evangelizing Mexican clergy - as the Christian antagonist of pre-Columbian pagan gods, such as the monstrous Coatlicue, the Earth goddess with a skirt of snakes whose colossal statue (discovered at the end of the eighteenth century) has since been the emblem of the incomprehensible and bloody religious otherness of the Amerindian peoples. With the re-evaluation of the native religious expressive forms, following the theological-pastoral turning point of the Second Vatican Council, and the new interpretations of the Nican Mopohua – a Nahuatl document narrating the apparitions of Our Lady of Guadalupe – She has become the pivot around which revolves the pastoral enterprise concerning the conspicuous indigenous population of Mexico and the Americas. Through the examination of the texts produced by members of the so-called Indian Theology (a current of the Mexican clergy), and the ethnographic material collected from some indigenous communities, I propose to explain and analyze how - through a peculiar exegetical process – the Virgin of Guadalupe may end up being identified precisely with its ancient pagan antagonist.

Per molto tempo, dopo la sua apparizione all’indio Juan Diego nel 1531, la Vergine di Guadalupe si è configurata - nell’attività evangelizzatrice del clero messicano - come l’antagonista cristiana delle divinità pagane precolombiane, e in particolare di figure mostruose come Coatlicue, la dea terrestre dalla gonna di serpenti che sin dal rinvenimento della sua statua colossale alla fine del XVIII secolo ha costituito l’emblema dell’incomprensibile e cruenta alterità religiosa dei popoli amerindiani. Con la rivalutazione delle espressioni religiose native, seguìta alla svolta teologico-pastorale del Concilio Vaticano II, e con le nuove interpretazioni del documento (il Nican mopohua) che narra in nahuatl le apparizioni di Maria di Guadalupe, essa è divenuta il perno attorno a cui ruota gran parte dell’impresa pastorale riguardante la cospicua popolazione indigena del Messico e più in generale delle Americhe. Attraverso l’esame dei testi prodotti dagli esponenti di una corrente del clero messicano, che s’ispira alla cosiddetta Teologia India, e del materiale raccolto presso alcune comunità indigene, mi propongo di illustrare e analizzare come – attraverso un singolare percorso esegetico – la Vergine di Guadalupe possa finire per venire identificata proprio con la sua antica antagonista pagana.

La Madonna dalla gonna di serpenti. Usi e interpretazioni della Vergine di Guadalupe nella Nuova Evangelizzazione del Messico indigeno / Lupo, Alessandro. - STAMPA. - (2014), pp. 195-216.

La Madonna dalla gonna di serpenti. Usi e interpretazioni della Vergine di Guadalupe nella Nuova Evangelizzazione del Messico indigeno

LUPO, Alessandro
2014

Abstract

For a long time, after her appearance to the Indian Juan Diego in 1531, the Virgin of Guadalupe has been conceived – by the evangelizing Mexican clergy - as the Christian antagonist of pre-Columbian pagan gods, such as the monstrous Coatlicue, the Earth goddess with a skirt of snakes whose colossal statue (discovered at the end of the eighteenth century) has since been the emblem of the incomprehensible and bloody religious otherness of the Amerindian peoples. With the re-evaluation of the native religious expressive forms, following the theological-pastoral turning point of the Second Vatican Council, and the new interpretations of the Nican Mopohua – a Nahuatl document narrating the apparitions of Our Lady of Guadalupe – She has become the pivot around which revolves the pastoral enterprise concerning the conspicuous indigenous population of Mexico and the Americas. Through the examination of the texts produced by members of the so-called Indian Theology (a current of the Mexican clergy), and the ethnographic material collected from some indigenous communities, I propose to explain and analyze how - through a peculiar exegetical process – the Virgin of Guadalupe may end up being identified precisely with its ancient pagan antagonist.
2014
La donna e il sacro. Dee, maghe, sacerdotesse, sante.
978-88-98054-37-4
Per molto tempo, dopo la sua apparizione all’indio Juan Diego nel 1531, la Vergine di Guadalupe si è configurata - nell’attività evangelizzatrice del clero messicano - come l’antagonista cristiana delle divinità pagane precolombiane, e in particolare di figure mostruose come Coatlicue, la dea terrestre dalla gonna di serpenti che sin dal rinvenimento della sua statua colossale alla fine del XVIII secolo ha costituito l’emblema dell’incomprensibile e cruenta alterità religiosa dei popoli amerindiani. Con la rivalutazione delle espressioni religiose native, seguìta alla svolta teologico-pastorale del Concilio Vaticano II, e con le nuove interpretazioni del documento (il Nican mopohua) che narra in nahuatl le apparizioni di Maria di Guadalupe, essa è divenuta il perno attorno a cui ruota gran parte dell’impresa pastorale riguardante la cospicua popolazione indigena del Messico e più in generale delle Americhe. Attraverso l’esame dei testi prodotti dagli esponenti di una corrente del clero messicano, che s’ispira alla cosiddetta Teologia India, e del materiale raccolto presso alcune comunità indigene, mi propongo di illustrare e analizzare come – attraverso un singolare percorso esegetico – la Vergine di Guadalupe possa finire per venire identificata proprio con la sua antica antagonista pagana.
Messico; religiosità indigena; Vergine di Guadalupe; Coatlicue; evangelizzazione; Teologia India
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La Madonna dalla gonna di serpenti. Usi e interpretazioni della Vergine di Guadalupe nella Nuova Evangelizzazione del Messico indigeno / Lupo, Alessandro. - STAMPA. - (2014), pp. 195-216.
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