Igiardini pensili di Babilonia erano una delle sette meraviglie del mondo antico, ma senza richiamarsi a così importanti progenitori, nei Paesi freddi – dall’Austria alla Scandinavia all’Islanda – i tetti verdi hanno da sempre costituito un riferimento importante dell’architettura tradizionale. Le zolle di terra o di torba costituiscono infatti un ottimo isolante termico, oltre che acustico, come ben sapevano anche i contadini delle regioni montane del nostro Paese che, grazie alle pendenze, realizzavano contro terra le loro costruzioni destinando il livello più basso alla casa e quello superiore al fienile, in modo da sfruttare le balle di erba come coibente naturale. Se in Italia le coperture e le pareti vegetali sono realizzazioni sporadiche, in altri Paesi come la Germania sono molto più diffuse, costituiscono infatti una reale opzione progettuale. I vantaggi in termini di controllo della temperatura all’interno dell’edificio e di mitigazione compensativa esterna del suo impatto sono ormai noti, tanto che diversi Paesi hanno avviato un’opera di sensibilizzazione su questo tema rivolta ai professionisti, e hanno attivato meccanismi di incentivazione economica diretta: i cittadini di tetti inverditi hanno diritto alla riduzione delle tasse comunali, o a un contributo per le spese di realizzazione. Così come avviene a Linz, cittadina dell’Austria, dove sono erogati contributi fino al 30% del costo sostenuto per la realizzazione dell’intervento, o a Vienna, dove la quota di incentivazione è legata allo spessore a disposizione per la radicazione delle piante. L’obbligo di una certa quota di verde pensile può essere anche inserito nel Piano regolatore, come è avvenuto per la prima volta in Europa a Stoccarda, esempio seguito da altre 150 città localizzate soprattutto in Germania, Svizzera e Austria. In Italia il comune di Bolzano ha introdotto nel 2004 il Rie (Riduzione dell’impatto edilizio), un indice ambientale che serve a certificare la qualità dell’intervento rispetto alla permeabilità del suolo; l’adozione della procedura Rie è obbligatoria per tutti gli interventi di nuova costruzione e per quelli che incidono sulle superfici esterne esposte alle acque meteoriche, tra cui coperture e terrazze. Per quel che riguarda le normative a livello italiano è stata finalmente varata la Norma Uni 11235/2007 con le «Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde », un indispensabile strumento di conoscenza e regolamentazione cui fare riferimento, testimonianza di come l’inverdimento delle coperture sia oggi una opportunità progettuale importante a livello formale ma anche ambientale. Del resto l’entità dei benefici apportati a livello microclimatico è, tra le altre ricerche, documentata dall’accurato studio universitario del 2005 commissionato dall’Earth and Environmental Technologies di Toronto il quale ha dimostrato che l’abbassamento di uno-due gradi della temperatura in città e una notevole riduzione di emissioni di gas serra, si sarebbe avuta con la realizzazione di appena il 6% dei tetti a verde della città. Parte del miglioramento microclimatico generato dalle coperture pensili è dovuto alla ritenzione idrica – che riduce anche il carico sulla rete di canalizzazione delle acque bianche e limita i picchi di deflusso dovuti a forti precipitazioni – e all’assorbimento dell’umidità notturna, in parte trattenuta e in parte restituita all’ambiente grazie all’evaporazione che rinfresca l’aria, riducendo così il fenomeno noto come delle “isole termiche”, che si crea nelle concentrazioni urbane e che fa aumentare notevolmente la temperatura. Basti pensare che un normale lastrico solare può far registrare in estate anche 80° C, mentre le temperature raggiunte dal verde pensile si aggirano attorno ai 25° C. Inoltre l’impermeabilizzazione della copertura, ovviamente se il “pacchetto” del tetto verde è realizzato a regola d’arte, essendo protetta dalle forti escursioni termiche, dura più a lungo. Globalmente il contributo del tetto verde al contenimento energetico dovuto alla minor necessità di riscaldamento invernale e di raffrescamento estivo è notevole. L’effetto isolante influisce, inoltre, anche sulla riduzione dell’inquinamento acustico – il substrato agisce prevalentemente rispetto alle basse frequenze, mentre la vegetazione rispetto a quelle alte – e, in misura maggiore, nei confronti dell’abbattimento dell’elettrosmog. I vantaggi, dunque, sono sia di carattere economico che ambientale. Senza contare l’aspetto compositivo e quello legato alla fruizione delle aree verdi: in un palazzo un tetto vegetale può essere uno spazio pertinenziale fruibile da tutti i condomini; quello di un parcheggio un giardino per la collettività. Ovviamente per la realizzazione di tali interventi il controllo tecnico è fondamentale, a iniziare dalla verifica dei carichi delle solette e della loro impermeabilizzazione, “condicio sine qua non” per la realizzazione di qualsiasi intervento di verde pensile. Se, infatti, essi sono integrati a livello progettuale tutto è semplificato, altro è introdurre il verde su edifici esistenti. È inoltre necessaria un’accurata scelta del substrato – è infatti sconsigliabile utilizzare tal quale la comune terra da giardinaggio – che abbia un peso contenuto anche a massima saturazione idrica, una elevata capacità drenante, un ridotto compattamento nel tempo. Fondamentale è inoltre la progettazione di tutto il “pacchetto” tecnico di tenuta, così come la scelta delle piante da mettere a dimora anche in previsione di una loro futura manutenzione.

Con le piante sul tetto si risparmia energia / Cecchini, Cecilia. - In: EDILIZIA E TERRITORIO. - ISSN 1590-6078. - STAMPA. - 9:(2008), pp. 11-11.

Con le piante sul tetto si risparmia energia

CECCHINI, Cecilia
2008

Abstract

Igiardini pensili di Babilonia erano una delle sette meraviglie del mondo antico, ma senza richiamarsi a così importanti progenitori, nei Paesi freddi – dall’Austria alla Scandinavia all’Islanda – i tetti verdi hanno da sempre costituito un riferimento importante dell’architettura tradizionale. Le zolle di terra o di torba costituiscono infatti un ottimo isolante termico, oltre che acustico, come ben sapevano anche i contadini delle regioni montane del nostro Paese che, grazie alle pendenze, realizzavano contro terra le loro costruzioni destinando il livello più basso alla casa e quello superiore al fienile, in modo da sfruttare le balle di erba come coibente naturale. Se in Italia le coperture e le pareti vegetali sono realizzazioni sporadiche, in altri Paesi come la Germania sono molto più diffuse, costituiscono infatti una reale opzione progettuale. I vantaggi in termini di controllo della temperatura all’interno dell’edificio e di mitigazione compensativa esterna del suo impatto sono ormai noti, tanto che diversi Paesi hanno avviato un’opera di sensibilizzazione su questo tema rivolta ai professionisti, e hanno attivato meccanismi di incentivazione economica diretta: i cittadini di tetti inverditi hanno diritto alla riduzione delle tasse comunali, o a un contributo per le spese di realizzazione. Così come avviene a Linz, cittadina dell’Austria, dove sono erogati contributi fino al 30% del costo sostenuto per la realizzazione dell’intervento, o a Vienna, dove la quota di incentivazione è legata allo spessore a disposizione per la radicazione delle piante. L’obbligo di una certa quota di verde pensile può essere anche inserito nel Piano regolatore, come è avvenuto per la prima volta in Europa a Stoccarda, esempio seguito da altre 150 città localizzate soprattutto in Germania, Svizzera e Austria. In Italia il comune di Bolzano ha introdotto nel 2004 il Rie (Riduzione dell’impatto edilizio), un indice ambientale che serve a certificare la qualità dell’intervento rispetto alla permeabilità del suolo; l’adozione della procedura Rie è obbligatoria per tutti gli interventi di nuova costruzione e per quelli che incidono sulle superfici esterne esposte alle acque meteoriche, tra cui coperture e terrazze. Per quel che riguarda le normative a livello italiano è stata finalmente varata la Norma Uni 11235/2007 con le «Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde », un indispensabile strumento di conoscenza e regolamentazione cui fare riferimento, testimonianza di come l’inverdimento delle coperture sia oggi una opportunità progettuale importante a livello formale ma anche ambientale. Del resto l’entità dei benefici apportati a livello microclimatico è, tra le altre ricerche, documentata dall’accurato studio universitario del 2005 commissionato dall’Earth and Environmental Technologies di Toronto il quale ha dimostrato che l’abbassamento di uno-due gradi della temperatura in città e una notevole riduzione di emissioni di gas serra, si sarebbe avuta con la realizzazione di appena il 6% dei tetti a verde della città. Parte del miglioramento microclimatico generato dalle coperture pensili è dovuto alla ritenzione idrica – che riduce anche il carico sulla rete di canalizzazione delle acque bianche e limita i picchi di deflusso dovuti a forti precipitazioni – e all’assorbimento dell’umidità notturna, in parte trattenuta e in parte restituita all’ambiente grazie all’evaporazione che rinfresca l’aria, riducendo così il fenomeno noto come delle “isole termiche”, che si crea nelle concentrazioni urbane e che fa aumentare notevolmente la temperatura. Basti pensare che un normale lastrico solare può far registrare in estate anche 80° C, mentre le temperature raggiunte dal verde pensile si aggirano attorno ai 25° C. Inoltre l’impermeabilizzazione della copertura, ovviamente se il “pacchetto” del tetto verde è realizzato a regola d’arte, essendo protetta dalle forti escursioni termiche, dura più a lungo. Globalmente il contributo del tetto verde al contenimento energetico dovuto alla minor necessità di riscaldamento invernale e di raffrescamento estivo è notevole. L’effetto isolante influisce, inoltre, anche sulla riduzione dell’inquinamento acustico – il substrato agisce prevalentemente rispetto alle basse frequenze, mentre la vegetazione rispetto a quelle alte – e, in misura maggiore, nei confronti dell’abbattimento dell’elettrosmog. I vantaggi, dunque, sono sia di carattere economico che ambientale. Senza contare l’aspetto compositivo e quello legato alla fruizione delle aree verdi: in un palazzo un tetto vegetale può essere uno spazio pertinenziale fruibile da tutti i condomini; quello di un parcheggio un giardino per la collettività. Ovviamente per la realizzazione di tali interventi il controllo tecnico è fondamentale, a iniziare dalla verifica dei carichi delle solette e della loro impermeabilizzazione, “condicio sine qua non” per la realizzazione di qualsiasi intervento di verde pensile. Se, infatti, essi sono integrati a livello progettuale tutto è semplificato, altro è introdurre il verde su edifici esistenti. È inoltre necessaria un’accurata scelta del substrato – è infatti sconsigliabile utilizzare tal quale la comune terra da giardinaggio – che abbia un peso contenuto anche a massima saturazione idrica, una elevata capacità drenante, un ridotto compattamento nel tempo. Fondamentale è inoltre la progettazione di tutto il “pacchetto” tecnico di tenuta, così come la scelta delle piante da mettere a dimora anche in previsione di una loro futura manutenzione.
2008
Verde verticale; controllo microclimatico con il verde; riduzione impatto edilizio
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Con le piante sul tetto si risparmia energia / Cecchini, Cecilia. - In: EDILIZIA E TERRITORIO. - ISSN 1590-6078. - STAMPA. - 9:(2008), pp. 11-11.
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