The article focuses on Velimir Khlebnikov’s poem Zmej poezda (Snaketrain), written in 1910 using the terza rima. A careful investigation of the text is undertaken considering the entire artistic creation of the author, within Russian poetical tradition. The analysis reveals a close interconnection between poetic images and strophic structure and legitimates the choice of translating the poem into Italian, for the first time, using the same construction of third rhyme.

Velimir Chlebnikov (1885-1922), cantore anomalo e smarrito delle avanguardie russe, compose nel 1910 un poema in terza rima, Zmej poezda, accolto per la pubblicazione in una celebre raccolta futurista di qualche anno successiva, Schiaffo al gusto corrente. L’apparente contrasto fra i due elementi che tale evento culturale pone alla ribalta, una scelta metrica ascrivibile alla tradizione poetica alta delle lettere russe e una adesione estetica alla sovversione delle convenzioni letterarie propugnata dalle nuove scuole artistiche nei primi decenni del XX secolo, è alla base della ricerca critica attorno al testo, i cui risultati sono offerti in questo saggio che analizza con attenzione e disciplina il poema, collocandolo entro il solco della tradizione poetica russa e nel cosmo letterario dell’autore. L’indagine ha mostrato come la comprensione di un’opera complessa si intrecci costantemente agli interrogativi sulla sua traducibilità e ha restituito a questo componimento di Chlebnikov il rilievo che merita entro la produzione complessiva dell’autore. Le terzine dantesche sono legate, nella storia della poesia russa, alla fortuna della Commedia e del suo autore. Il saggio ripercorre questa feconda eredità letteraria e giunge ad assegnare alla scelta compiuta da Chlebnikov un significato più ampio, riconoscendo possibili legami dell’autore con la tradizione italiana. La forma strofica del poema, le descrizioni del terribile mostro che trasporta e al tempo stesso atterrisce gli uomini, la presenza, accanto all’eroe, di un sodale con cui dividere il viaggio e la conclusiva salvezza dell’eroe, al riparo mentre altri restano a patire la crudeltà della belva, hanno permesso un accostamento testuale dei versi sul treno-drago con l’immagine di Gerione. La catena di parallelismi ritmici e semantici individuati tra forma serpentina e forma ritmica, ha posto in evidenza la tessitura del componimento, capace di dar vita ai versi seguendo un’immagine poetica che coincide con il ritmo stesso. Nello studio di questo movimento è risultata con forte evidenza una stretta interrelazione fra immagini del treno, figurazioni del serpente e ritmo della forma poetica stessa, che ha reso non accettabile qualsiasi alternativa alla scelta di una ‘infedeltà’ alla terza rima, attraverso l’uso della stessa, nella traduzione, ricondotta dalla Russia d’avanguardia all’Italia di oggi, a distanza di cento anni.

Un poema futurista russo in terza rima. Riflessioni sulla traduzione / Ronchetti, Barbara. - In: CRITICA DEL TESTO. - ISSN 1127-1140. - STAMPA. - XIII/2:(2010), pp. 273-300.

Un poema futurista russo in terza rima. Riflessioni sulla traduzione

RONCHETTI, Barbara
2010

Abstract

The article focuses on Velimir Khlebnikov’s poem Zmej poezda (Snaketrain), written in 1910 using the terza rima. A careful investigation of the text is undertaken considering the entire artistic creation of the author, within Russian poetical tradition. The analysis reveals a close interconnection between poetic images and strophic structure and legitimates the choice of translating the poem into Italian, for the first time, using the same construction of third rhyme.
2010
Velimir Chlebnikov (1885-1922), cantore anomalo e smarrito delle avanguardie russe, compose nel 1910 un poema in terza rima, Zmej poezda, accolto per la pubblicazione in una celebre raccolta futurista di qualche anno successiva, Schiaffo al gusto corrente. L’apparente contrasto fra i due elementi che tale evento culturale pone alla ribalta, una scelta metrica ascrivibile alla tradizione poetica alta delle lettere russe e una adesione estetica alla sovversione delle convenzioni letterarie propugnata dalle nuove scuole artistiche nei primi decenni del XX secolo, è alla base della ricerca critica attorno al testo, i cui risultati sono offerti in questo saggio che analizza con attenzione e disciplina il poema, collocandolo entro il solco della tradizione poetica russa e nel cosmo letterario dell’autore. L’indagine ha mostrato come la comprensione di un’opera complessa si intrecci costantemente agli interrogativi sulla sua traducibilità e ha restituito a questo componimento di Chlebnikov il rilievo che merita entro la produzione complessiva dell’autore. Le terzine dantesche sono legate, nella storia della poesia russa, alla fortuna della Commedia e del suo autore. Il saggio ripercorre questa feconda eredità letteraria e giunge ad assegnare alla scelta compiuta da Chlebnikov un significato più ampio, riconoscendo possibili legami dell’autore con la tradizione italiana. La forma strofica del poema, le descrizioni del terribile mostro che trasporta e al tempo stesso atterrisce gli uomini, la presenza, accanto all’eroe, di un sodale con cui dividere il viaggio e la conclusiva salvezza dell’eroe, al riparo mentre altri restano a patire la crudeltà della belva, hanno permesso un accostamento testuale dei versi sul treno-drago con l’immagine di Gerione. La catena di parallelismi ritmici e semantici individuati tra forma serpentina e forma ritmica, ha posto in evidenza la tessitura del componimento, capace di dar vita ai versi seguendo un’immagine poetica che coincide con il ritmo stesso. Nello studio di questo movimento è risultata con forte evidenza una stretta interrelazione fra immagini del treno, figurazioni del serpente e ritmo della forma poetica stessa, che ha reso non accettabile qualsiasi alternativa alla scelta di una ‘infedeltà’ alla terza rima, attraverso l’uso della stessa, nella traduzione, ricondotta dalla Russia d’avanguardia all’Italia di oggi, a distanza di cento anni.
Translation Studies; Dante e la letteratura russa; Velimir Chlebnikov; Zmej poezda; traduzione poetica; terzina dantesca
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Un poema futurista russo in terza rima. Riflessioni sulla traduzione / Ronchetti, Barbara. - In: CRITICA DEL TESTO. - ISSN 1127-1140. - STAMPA. - XIII/2:(2010), pp. 273-300.
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