Alessandra de Cesaris Il progetto del suolo e sottosuolo Gangemi editore, Roma, 2012

“Ogni atto del costruire inizia con uno scavo. Si scava per estrarre materiale, si scava per estrarre luoghi dall’abitare o indispensabili all’abitare […] Si scava per rifornirsi di acqua, per trasformarla e conservala […] Si è scavato e si scava per smaltire i rifiuti e per sfruttare le risorse inglobate nel suolo, per sfruttare l’inerzia termica del terreno […] Si è scavato per cercare rifugio e protezione, per motivi religiosi, per motivi militari, oggi si scava anche per ridurre l’occupazione di territorio”. “Scavare” è l’azione che dà il titolo a uno dei quattordici capitoli tematici del volume di Alessandra De Cesaris. Un viaggio sotto la linea del suolo, sotto quel piano che erroneamente potremmo considerare bidimensionale ma che, dalle prime pagine del libro, assume un carattere tridimensionale; uno spessore dalla profondità e dalla complessità variabili. Il volume è un ipertesto perché costituisce un insieme di documenti messi in relazione tra loro per mezzo di parole chiave: consumo di suolo, distacco dal suolo, fondazioni, riuso del suolo, sezioni, urbanistica a dimensione x y z e meno z, sono solo alcune delle parole che tratteggiano una ricerca iniziata nel 2002 (“Lo spessore del suolo parte di città”) che l’autrice non ha mai abbandonato e alla quale ritorna, oggi, con questo ulteriore e maturo approfondimento. Pezzi autonomi che il lettore potrà agevolmente ritrovare nell’ordine alfabetico presentato o attraverso più personali linee e collegamenti. E’, quello affrontato dall’autrice, un viaggio denso, almeno quanto quel suolo che De Cesaris si ostina a mostrarci come un elemento essenziale della forma urbana, nel quale i progettisti possono indagare le possibilità di un’urbanistica a tre dimensioni. Infine, come ogni ipertesto di qualità, è da sottolineare la presenza pervasiva di un apparato iconografico la cui forza non viene intaccata dall’inevitabile piccolo formato del volume.