Il Convegno ha rivolto l’attenzione alla cultura giusfilosofica italiana, anche nei suoi rapporti con quella internazionale (tedesca, spagnola e latino-americana soprattutto),che ebbe come fucina, negli anni compresi tra i due conflitti mondiali, la facoltà di Giurisprudenza della ‘Sapienza’ di Roma ed in particolare l’Istituto di Filosofia del diritto. Peraltro, nelle relazioni congressuali non mancano riflessioni sugli itinerari che vedono coinvolti l’Istituto di Filosofia del diritto e la Rivista Internazionale di Filosofia del diritto – fondata nel 1921 e dal 1936 organo ufficiale della Società Italiana di Filosofia del diritto che nello stesso anno, nell’Ateneo romano, avviò i suoi lavori – nei loro rapporti con voci autorevoli della teoria del diritto e dello Stato, della storia delle dottrine politiche, del diritto costituzionale e del diritto ecclesiastico. Si è recepita così la sollecitazione secondo cui la genesi ed il senso unitario del diritto possono cogliersi, parafrasando Luigi Caiani – nella varietà degli aspetti conoscitivi e teoretici, pratici ed applicativi – solo attraverso la convergenza, l’integrazione e l’interdipendenza delle prospettive della filosofia del diritto, della storia giuridica e della giurisprudenza. In anni in cui, come già nel 1922 avvertiva Angelo Ermanno Cammarata dalle pagine della Rivista Internazionale di Filosofia del diritto, si palesa una netta ‘tendenza antifilosofica’ della moderna giurisprudenza,risultano centrali, tra le altre, figure di studiosi come Giorgio Del Vecchio, fondatore dell’Istituto e della Rivista, oltre che Rettore dell’Università di Roma (1925-1927), Giuseppe Capograssi, Widar Cesarini Sforza, Sergio Panunzio, Vezio Crisafulli, Flavio Lopez de Oñate, Felice Battaglia, Carlo Esposito, Giacomo Perticone, Guido Gonella. In tal senso, le relazioni illustrano ed interpretano la dottrina ed il pensiero di quanti ebbero a vivere da protagonisti il tempo della loro opera di giuristi e di filosofi del diritto, nell’epoca politica dominata dal regime fascista, anche con attenzione alle coeve esperienze di altri contesti nazionali. La struttura congressuale, pertanto, può essere letta anche nella direzione di un contributo alla storia dell’Istituto di Filosofia del diritto della ‘Sapienza’, su cui si innestano molteplici iniziative che, in quel luogo e in quel tempo, diedero vita ad altrettante voci, anche dissidenti rispetto all’ortodossia fascista, attraverso la fondazione di riviste, come, appunto la Rivista internazionale di Filosofia del diritto.

'I Filosofi del diritto alla Sapienza tra le due Guerre' / Bartoli, Gianpaolo. - (2014). (Intervento presentato al convegno 'I Filosofi del diritto alla Sapienza tra le due Guerre' tenutosi a Roma nel 21-22 ottobre 2014).

'I Filosofi del diritto alla Sapienza tra le due Guerre'

Gianpaolo Bartoli
2014

Abstract

Il Convegno ha rivolto l’attenzione alla cultura giusfilosofica italiana, anche nei suoi rapporti con quella internazionale (tedesca, spagnola e latino-americana soprattutto),che ebbe come fucina, negli anni compresi tra i due conflitti mondiali, la facoltà di Giurisprudenza della ‘Sapienza’ di Roma ed in particolare l’Istituto di Filosofia del diritto. Peraltro, nelle relazioni congressuali non mancano riflessioni sugli itinerari che vedono coinvolti l’Istituto di Filosofia del diritto e la Rivista Internazionale di Filosofia del diritto – fondata nel 1921 e dal 1936 organo ufficiale della Società Italiana di Filosofia del diritto che nello stesso anno, nell’Ateneo romano, avviò i suoi lavori – nei loro rapporti con voci autorevoli della teoria del diritto e dello Stato, della storia delle dottrine politiche, del diritto costituzionale e del diritto ecclesiastico. Si è recepita così la sollecitazione secondo cui la genesi ed il senso unitario del diritto possono cogliersi, parafrasando Luigi Caiani – nella varietà degli aspetti conoscitivi e teoretici, pratici ed applicativi – solo attraverso la convergenza, l’integrazione e l’interdipendenza delle prospettive della filosofia del diritto, della storia giuridica e della giurisprudenza. In anni in cui, come già nel 1922 avvertiva Angelo Ermanno Cammarata dalle pagine della Rivista Internazionale di Filosofia del diritto, si palesa una netta ‘tendenza antifilosofica’ della moderna giurisprudenza,risultano centrali, tra le altre, figure di studiosi come Giorgio Del Vecchio, fondatore dell’Istituto e della Rivista, oltre che Rettore dell’Università di Roma (1925-1927), Giuseppe Capograssi, Widar Cesarini Sforza, Sergio Panunzio, Vezio Crisafulli, Flavio Lopez de Oñate, Felice Battaglia, Carlo Esposito, Giacomo Perticone, Guido Gonella. In tal senso, le relazioni illustrano ed interpretano la dottrina ed il pensiero di quanti ebbero a vivere da protagonisti il tempo della loro opera di giuristi e di filosofi del diritto, nell’epoca politica dominata dal regime fascista, anche con attenzione alle coeve esperienze di altri contesti nazionali. La struttura congressuale, pertanto, può essere letta anche nella direzione di un contributo alla storia dell’Istituto di Filosofia del diritto della ‘Sapienza’, su cui si innestano molteplici iniziative che, in quel luogo e in quel tempo, diedero vita ad altrettante voci, anche dissidenti rispetto all’ortodossia fascista, attraverso la fondazione di riviste, come, appunto la Rivista internazionale di Filosofia del diritto.
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