Nato, forse a Firenze, verosimilmente verso il 1510, Bartolomeo Neroni deve essere entrato in contatto col Peruzzi dopo il 1527. Nel 1542 era già sposato con Faustina, figlia del Sodoma. Durante la guerra di Siena (1552-1553) fu impegnato, come architetto e ingegnere, nel disegnare ed ispezionare le fortificazioni della Repubblica. Subito dopo la caduta della città si trasferì con la famiglia a Lucca, ove rimase, pur con documentate presenze a Siena, sino al 1568. Gli ultimi anni di attività, durante i quali le sue condizioni di salute si aggravarono, furono occupati principalmente dalla decorazione dell'oratorio di Santa Caterina in Fontebranda e dai disegni per gli intagli del coro del Duomo: un lavoro segnato da non pochi contrasti con il committente. Morì a Siena tra il giugno ed il luglio del 1571. Secondo la testimonianza resa dall'architetto Lorenzo Pomarelli in data 11 dicembre 1570, nella causa del Riccio contro l'Operaio Marcello Tegliacci, il Neroni avrebbe progettato i palazzi Zuccantini (solitamente identificato, senza prove, con quello dei Guglielmi), Tantucci, Bardi ed il Conservatorio delle Derelitte. Il saggio ricostruisce le vicende dei palazzi Guglielmi e Tantucci, databili tra i tardi anni '40 ed il 1555, e dei rispettivi committenti. L’esame stilistico mostra come gli anni a cavallo della metà secolo siano quelli più rilevanti per il Riccio architetto. La lezione del Peruzzi informa dapprima, nel corso degli anni ’30, gli sfondi architettonici di alcuni disegni, ove è ostentata la conoscenza dei diversi ordini classici. Alle evidenti tracce del suo apprendistato col maestro senese si aggiunge poi, come negli edifici oggetto del saggio, il gusto per la mescolanza di ordini e bugnati derivante da Giulio Romano. Più tardi, dopo il 1560, quando il Riccio entrò in contatto con l’Ammannati, la fabbrica più importante attribuitagli, palazzo Chigi alla Postierla (ante 1571), è ormai lontana dalla sperimentazione degli anni ’40-’50. Il linguaggio architettonico, meno originale e raffinato, appare prossimo a quello di tanti esempi fiorentini contemporanei, come i palazzi dell'Ammannati.

Architettura all'antica a Siena negli ultimi anni della Repubblica: Bartolomeo Neroni detto il Riccio / Ricci, Maurizio. - STAMPA. - (2009), pp. 213-226. (Intervento presentato al convegno L’ultimo secolo della repubblica di Siena. Arte, architettura e cultura tenutosi a Siena nel 28-30 settembre 2003 16-18 settembre 2004).

Architettura all'antica a Siena negli ultimi anni della Repubblica: Bartolomeo Neroni detto il Riccio

RICCI, MAURIZIO
2009

Abstract

Nato, forse a Firenze, verosimilmente verso il 1510, Bartolomeo Neroni deve essere entrato in contatto col Peruzzi dopo il 1527. Nel 1542 era già sposato con Faustina, figlia del Sodoma. Durante la guerra di Siena (1552-1553) fu impegnato, come architetto e ingegnere, nel disegnare ed ispezionare le fortificazioni della Repubblica. Subito dopo la caduta della città si trasferì con la famiglia a Lucca, ove rimase, pur con documentate presenze a Siena, sino al 1568. Gli ultimi anni di attività, durante i quali le sue condizioni di salute si aggravarono, furono occupati principalmente dalla decorazione dell'oratorio di Santa Caterina in Fontebranda e dai disegni per gli intagli del coro del Duomo: un lavoro segnato da non pochi contrasti con il committente. Morì a Siena tra il giugno ed il luglio del 1571. Secondo la testimonianza resa dall'architetto Lorenzo Pomarelli in data 11 dicembre 1570, nella causa del Riccio contro l'Operaio Marcello Tegliacci, il Neroni avrebbe progettato i palazzi Zuccantini (solitamente identificato, senza prove, con quello dei Guglielmi), Tantucci, Bardi ed il Conservatorio delle Derelitte. Il saggio ricostruisce le vicende dei palazzi Guglielmi e Tantucci, databili tra i tardi anni '40 ed il 1555, e dei rispettivi committenti. L’esame stilistico mostra come gli anni a cavallo della metà secolo siano quelli più rilevanti per il Riccio architetto. La lezione del Peruzzi informa dapprima, nel corso degli anni ’30, gli sfondi architettonici di alcuni disegni, ove è ostentata la conoscenza dei diversi ordini classici. Alle evidenti tracce del suo apprendistato col maestro senese si aggiunge poi, come negli edifici oggetto del saggio, il gusto per la mescolanza di ordini e bugnati derivante da Giulio Romano. Più tardi, dopo il 1560, quando il Riccio entrò in contatto con l’Ammannati, la fabbrica più importante attribuitagli, palazzo Chigi alla Postierla (ante 1571), è ormai lontana dalla sperimentazione degli anni ’40-’50. Il linguaggio architettonico, meno originale e raffinato, appare prossimo a quello di tanti esempi fiorentini contemporanei, come i palazzi dell'Ammannati.
2009
L’ultimo secolo della repubblica di Siena. Arte, architettura e cultura
RINASCIMENTO A SIENA; Bartolomeo Neroni detto il Riccio; Palazzo Guglielmi; Palazzo Tantucci
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Architettura all'antica a Siena negli ultimi anni della Repubblica: Bartolomeo Neroni detto il Riccio / Ricci, Maurizio. - STAMPA. - (2009), pp. 213-226. (Intervento presentato al convegno L’ultimo secolo della repubblica di Siena. Arte, architettura e cultura tenutosi a Siena nel 28-30 settembre 2003 16-18 settembre 2004).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/58657
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