Il museo del Cinema di Amsterdam EYE, nasce da un progetto del 2005 elaborato dallo studio viennese DMAA, Delugan Meissl Associated Architects. Inaugurato nella primavera del 2012 il museo, localizzato in una ex area, costituisce il principale punto di riferimento visivo della zona nord di Amsterdam. L’edificio si impone come uno spettacolare occhio (“eye”) che dall’acqua scruta il cuore della città. Adagiato lungo la riva settentrionale del fiume Ij, in contatto visivo diretto con la preesistente Torre Overhoeks, il Film Institute rappresenta un elemento di mediazione tra terra e acqua, una grande seducente scultura urbana appoggiata al suolo, una nuova porta rivolta verso il mondo delle immagini in movimento. Il progetto punta allo sviluppo di un’idea di cinema del tutto nuova proponendo uno spazio plurifunzionale ben oltre la tradizionale fruizione statica della proiezione in sala. L’edificio ospita al suo interno quattro moderne sale cinematografiche, ampi spazi espositivi, laboratori, aule didattiche, negozi, una cineteca, una caffetteria con terrazza panoramica e un ristorante, per un complesso di circa 6.300 mq. Eye è un oggetto magmatico bianco che sembra emergere dalla morfologia del luogo come una sorta di protrusione del terreno; la struttura sembra muoversi ricorrendo ad un moto tensionale orizzontale proteso verso l’antistante Torre Overhoeks. Sul lato sud il guscio compatto del museo si apre completamente sul fiume adiacente invitando gli abitanti nell’”occhio” per ammirare la vista della città. E' una forma plastica assai suggestiva, presenza imponente ed in certo senso inquietante nel paesaggio all’interno del quale impatta come elemento catalizzatore, ricercando un rapporto di continuità con il suolo ma denunciando al tempo stesso la propria natura aliena. Un’architettura fatta di masse e non di superfici, che genera la propria forma a partire dalla sezione e non dalla planimetria. Cuore del museo è il grande foyer centrale aperto verso il fiume, uno spazio complesso ed elegante concepito come un’arena in cui ogni utente diventa sia attore che spettatore, mediazione tra il cinema e la città. Piante diversificate per ciascun piano, numerosi dislivelli, prospetti differenti su ogni lato generano un insieme di percezioni variabili simulando la sequenza di un film ad effetti visivi mutevoli. L'involucro edilizio esterno sembra apparentemente omogeneo, solo avvicinandosi si distinguono le schegge di alluminio placcato, perfettamente lisce e compatte, che lo rivestono interamente ricordando le squame di un pesce che esce dall’acqua. Queste lamelle cristalline riflettono luci e colori in molteplici modi, sottoponendo in tal modo l'oggetto architettonico a continue variazioni ottiche durante il corso della giornata. Grazie alla posizione, alle forme geometriche e al rivestimento esterno il museo aspira e riesce ad essere un punto di incontro tra realtà urbana e finzione cinematografica, proponendosi come seducente protagonista del paesaggio urbano in quanto elemento drammaturgico in una scena alquanto eterogenea.

Museo del Cinema ad Amsterdam / DE SIMONE, Irene. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - STAMPA. - 433:(2013), pp. 78-85.

Museo del Cinema ad Amsterdam

DE SIMONE, IRENE
2013

Abstract

Il museo del Cinema di Amsterdam EYE, nasce da un progetto del 2005 elaborato dallo studio viennese DMAA, Delugan Meissl Associated Architects. Inaugurato nella primavera del 2012 il museo, localizzato in una ex area, costituisce il principale punto di riferimento visivo della zona nord di Amsterdam. L’edificio si impone come uno spettacolare occhio (“eye”) che dall’acqua scruta il cuore della città. Adagiato lungo la riva settentrionale del fiume Ij, in contatto visivo diretto con la preesistente Torre Overhoeks, il Film Institute rappresenta un elemento di mediazione tra terra e acqua, una grande seducente scultura urbana appoggiata al suolo, una nuova porta rivolta verso il mondo delle immagini in movimento. Il progetto punta allo sviluppo di un’idea di cinema del tutto nuova proponendo uno spazio plurifunzionale ben oltre la tradizionale fruizione statica della proiezione in sala. L’edificio ospita al suo interno quattro moderne sale cinematografiche, ampi spazi espositivi, laboratori, aule didattiche, negozi, una cineteca, una caffetteria con terrazza panoramica e un ristorante, per un complesso di circa 6.300 mq. Eye è un oggetto magmatico bianco che sembra emergere dalla morfologia del luogo come una sorta di protrusione del terreno; la struttura sembra muoversi ricorrendo ad un moto tensionale orizzontale proteso verso l’antistante Torre Overhoeks. Sul lato sud il guscio compatto del museo si apre completamente sul fiume adiacente invitando gli abitanti nell’”occhio” per ammirare la vista della città. E' una forma plastica assai suggestiva, presenza imponente ed in certo senso inquietante nel paesaggio all’interno del quale impatta come elemento catalizzatore, ricercando un rapporto di continuità con il suolo ma denunciando al tempo stesso la propria natura aliena. Un’architettura fatta di masse e non di superfici, che genera la propria forma a partire dalla sezione e non dalla planimetria. Cuore del museo è il grande foyer centrale aperto verso il fiume, uno spazio complesso ed elegante concepito come un’arena in cui ogni utente diventa sia attore che spettatore, mediazione tra il cinema e la città. Piante diversificate per ciascun piano, numerosi dislivelli, prospetti differenti su ogni lato generano un insieme di percezioni variabili simulando la sequenza di un film ad effetti visivi mutevoli. L'involucro edilizio esterno sembra apparentemente omogeneo, solo avvicinandosi si distinguono le schegge di alluminio placcato, perfettamente lisce e compatte, che lo rivestono interamente ricordando le squame di un pesce che esce dall’acqua. Queste lamelle cristalline riflettono luci e colori in molteplici modi, sottoponendo in tal modo l'oggetto architettonico a continue variazioni ottiche durante il corso della giornata. Grazie alla posizione, alle forme geometriche e al rivestimento esterno il museo aspira e riesce ad essere un punto di incontro tra realtà urbana e finzione cinematografica, proponendosi come seducente protagonista del paesaggio urbano in quanto elemento drammaturgico in una scena alquanto eterogenea.
2013
Amsterdam; museo; delugan meissl
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Museo del Cinema ad Amsterdam / DE SIMONE, Irene. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - STAMPA. - 433:(2013), pp. 78-85.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/543728
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