OBIETTIVI: Le epidemie di encefalopatia bovina spongiforme e SARS, nonché le recenti pandemie da virus influenzali A(H5N1) e A(H1N1), trasmessi dall’animale all’uomo, hanno posto l’accento sulla necessità di una rinnovata collaborazione tra medicina umana e medicina veterinaria. Lo scopo di questo progetto è di creare una maggiore sinergia tra le due aree mediche attraverso un’analisi dello stato attuale di collaborazione a livello nazionale e di identificare le “best practices” per formulare raccomandazioni basate sulla migliore evidenza scientifica riguardante l’integrazione tra medicina umana e veterinaria. METODI: La descrizione del livello attuale di collaborazione tra medicina umana e veterinaria sarà effettuata tramite survey diretta ai veterinari e medici di sanità pubblica. Le raccomandazioni per migliorare la collaborazione tra le due aree saranno basate su revisioni sistematiche della letteratura che prenderanno in considerazione cinque ambitiprincipali: la riduzione del rischio di malattie trasmesse dall’animale all’uomo, in particolare per quanto riguarda le infezioni emergenti e riemergenti, l’antibioticoresistenza e le zoonosi trasmesse da alimenti; la riduzione del rischio infettivo per gli animali derivante dall’uomo; la sorveglianza integrata delle zoonosi. RISULTATI: I risultati preliminari delle revisioni sistematiche sottolineano l’importanza dell’integrazione tra medicina umana e veterinaria. Il 61% dei 1451 agenti patogeni infettivi per l’uomo è di origine animale, e il 75% delle infezioni emergenti sono zoonosi. Allo stesso modo, le infezioni alimentari più frequenti originano da microrganismi trasmessi dagli animali (Campylobacter spp, Salmonella spp, Escherichia Coli O157) che molto spesso hanno sviluppato resistenze per l’uso incontrollato di antibiotici. Anche se meno frequenti, le zooantroponosi destano comunque preoccupazione per il rischio di infezione degli animali da affezione e da allevamento e il possibile rischio di reinfezione per l’uomo. CONCLUSIONI: L’intervento degli esperti di sanità pubblica è quanto mai necessario per rafforzare la collaborazione tra medicina umana e veterinaria, in modo particolare per migliorare la sorveglianza delle infezioni emergenti e ri-emergenti e delle zoonosi alimentari, anche utilizzando i dati epidemiologici sulla sanità animale come “sentinella” per la sanità umana.

Incrementare la collaborazione tra medicina umana e medicina vetrinaria. Il punto di vista dei medici di sanità pubblica / DE VITO, Corrado; DE GIUSTI, Maria; LA TORRE, Giuseppe; Solimini, ANGELO GIUSEPPE; Villari, Paolo. - STAMPA. - (2012), pp. 431-432. (Intervento presentato al convegno Prevenzione e sanità pubblica al servizio del Paese. L'igienista verso le nuove esigenze di salute tenutosi a Santa Margherita di Pula, Cagliari nel 3/6 ottobre 2012).

Incrementare la collaborazione tra medicina umana e medicina vetrinaria. Il punto di vista dei medici di sanità pubblica

DE VITO, CORRADO;DE GIUSTI, Maria;LA TORRE, Giuseppe;SOLIMINI, ANGELO GIUSEPPE;VILLARI, Paolo
2012

Abstract

OBIETTIVI: Le epidemie di encefalopatia bovina spongiforme e SARS, nonché le recenti pandemie da virus influenzali A(H5N1) e A(H1N1), trasmessi dall’animale all’uomo, hanno posto l’accento sulla necessità di una rinnovata collaborazione tra medicina umana e medicina veterinaria. Lo scopo di questo progetto è di creare una maggiore sinergia tra le due aree mediche attraverso un’analisi dello stato attuale di collaborazione a livello nazionale e di identificare le “best practices” per formulare raccomandazioni basate sulla migliore evidenza scientifica riguardante l’integrazione tra medicina umana e veterinaria. METODI: La descrizione del livello attuale di collaborazione tra medicina umana e veterinaria sarà effettuata tramite survey diretta ai veterinari e medici di sanità pubblica. Le raccomandazioni per migliorare la collaborazione tra le due aree saranno basate su revisioni sistematiche della letteratura che prenderanno in considerazione cinque ambitiprincipali: la riduzione del rischio di malattie trasmesse dall’animale all’uomo, in particolare per quanto riguarda le infezioni emergenti e riemergenti, l’antibioticoresistenza e le zoonosi trasmesse da alimenti; la riduzione del rischio infettivo per gli animali derivante dall’uomo; la sorveglianza integrata delle zoonosi. RISULTATI: I risultati preliminari delle revisioni sistematiche sottolineano l’importanza dell’integrazione tra medicina umana e veterinaria. Il 61% dei 1451 agenti patogeni infettivi per l’uomo è di origine animale, e il 75% delle infezioni emergenti sono zoonosi. Allo stesso modo, le infezioni alimentari più frequenti originano da microrganismi trasmessi dagli animali (Campylobacter spp, Salmonella spp, Escherichia Coli O157) che molto spesso hanno sviluppato resistenze per l’uso incontrollato di antibiotici. Anche se meno frequenti, le zooantroponosi destano comunque preoccupazione per il rischio di infezione degli animali da affezione e da allevamento e il possibile rischio di reinfezione per l’uomo. CONCLUSIONI: L’intervento degli esperti di sanità pubblica è quanto mai necessario per rafforzare la collaborazione tra medicina umana e veterinaria, in modo particolare per migliorare la sorveglianza delle infezioni emergenti e ri-emergenti e delle zoonosi alimentari, anche utilizzando i dati epidemiologici sulla sanità animale come “sentinella” per la sanità umana.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/501587
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