Il procedimento a cognizione piena per le controversie in materia di locazione (art. 447-bis c.p.c.)

Il contributo offre una disamina (aggiornata alle riforme del 2012) del modello processuale previsto dall’art. 447 bis c.p.c. per le controversie in materia locatizia: modello speciale rispetto a quello ordinario e traente origine dal rito laburistico. Dopo aver ripercorso i problemi che si ponevano nel quadro normativo anteriore alla l. n. 353/1990 e la ratio dell’intervento operato con quest’ultima (che portò alla introduzione dell’art. 447 bis nel codice di rito), il lavoro affronta, tra le questioni di ordine generale, quelle relative al coordinamento con altre più recenti riforme, ed in particolare: a) la sopravvivenza dello speciale rito locatizio ex art. 447 bis c.p.c. anche dopo la c.d. semplificazione dei riti di cui al D.Lgs. 1.9.2011, n. 150; b) la possibilità o meno di trattare le controversie in materia di locazione con le forme del processo sommario di cognizione di cui agli artt. 702 bis ss. c.p.c. Lo scritto passa quindi ad esaminare l’ambito di applicazione del procedimento di cui all’art. 447 bis c.p.c., i criteri di individuazione della competenza (per materia e per territorio) e il trattamento delle relative questioni, il mutamento di rito, i riflessi su tali profili dell’ipotesi di connessione di cause e, quindi, la disciplina vera e propria del procedimento. A tale riguardo, il contributo affronta i problemi ricollegati alla previsione dell’obbligatorietà del tentativo di mediazione e quindi si occupa partitamente di esaminare: il contenuto degli atti introduttivi e i limiti all’aggiustamento del thema decidendum e del thema probandum nell’udienza ex art. 420 c.p.c.; le peculiarità della fase istruttoria nel rito locatizio a fronte dello specifico dettato dell’art. 447 bis, 3° co., c.p.c.; la tecnica di decisione e l’efficacia esecutiva della sentenza; la disciplina dell’appello (come modificata dopo la l. n. 134/2012) con cenni agli altri mezzi di impugnazione.