L’opera PCN (Progetto Corpo Neutro, Проект нейтральные тела) riproduce in scala il modello di sottomarino sovietico a propulsione nucleare conosciuto come Typhoon o Progetto 941 Akùla (squalo). La sua ricostruzione si è basata su fonti documentarie, quali fotografie e disegni, reperite in rete a dimostrare come, attraverso la navigazione virtuale, sia possibile recuperare informazioni relativamente inaccessibili. Il sottomarino nero è chiuso in una teca trasparente resa antisettica da un materiale che simula la formalina. Il concetto che sottende l’opera è neutralizzare il senso di minaccia veicolato dal battello subacqueo con un’inversione di segno che avviene a seguito della sua “imbalsamazione a secco”. La pelle a scaglie di pesce che avvolge lo scafo a partire dalla linea di galleggiamento reinterpreta il rivestimento a mattonelle fonoassorbenti utilizzato per questa classe di navigli al fine di ridurre il rumore irradiato e quello riflesso dai sonar esterni. L’involucro indica la mutazione del vascello bellico in un oggetto ambiguo, rafforzando l’idea di un corpo neutro, inattivo, non catalogabile in nessun genere. Il Thypoon, trasformato in un ibrido fantastico metà pesce e metà sottomarino, sospeso sopra una lastra di marmo bianco mimesi del ghiaccio; è idealmente tirato fuori dall’acqua e imprigionato dentro la teca. La sua trasposizione dalle rade segrete dell’Artico e del Pacifico, territori che accolgono cimiteri di sottomarini, rottami e scorie nucleari, al territorio dell’arte e del museo ha il senso di rendere inoffensiva un’arma di guerra convertendola in una sorta di messaggio di pace.

PCN (PROGETTO CORPO NEUTRO). Scultura (120x60cm) realizzata con fresatrice a controllo numerico a tre assi e macchina a prototipazione rapida, montata su piano di marmo e teca in plexiglass con cornici di legno. Partecipazione al Concorso Premio Terna 04, pubblicata su:www.premioterna.it. Partecipazione alla Mostra Internazionale "The Naturalists" curated by Peter Benson Miller. Castelluccio La Foce, luglio-settembre 2013 / DAL FALCO, Federica. - STAMPA. - (2012).

PCN (PROGETTO CORPO NEUTRO). Scultura (120x60cm) realizzata con fresatrice a controllo numerico a tre assi e macchina a prototipazione rapida, montata su piano di marmo e teca in plexiglass con cornici di legno. Partecipazione al Concorso Premio Terna 04, pubblicata su:www.premioterna.it. Partecipazione alla Mostra Internazionale "The Naturalists" curated by Peter Benson Miller. Castelluccio La Foce, luglio-settembre 2013.

DAL FALCO, Federica
2012

Abstract

L’opera PCN (Progetto Corpo Neutro, Проект нейтральные тела) riproduce in scala il modello di sottomarino sovietico a propulsione nucleare conosciuto come Typhoon o Progetto 941 Akùla (squalo). La sua ricostruzione si è basata su fonti documentarie, quali fotografie e disegni, reperite in rete a dimostrare come, attraverso la navigazione virtuale, sia possibile recuperare informazioni relativamente inaccessibili. Il sottomarino nero è chiuso in una teca trasparente resa antisettica da un materiale che simula la formalina. Il concetto che sottende l’opera è neutralizzare il senso di minaccia veicolato dal battello subacqueo con un’inversione di segno che avviene a seguito della sua “imbalsamazione a secco”. La pelle a scaglie di pesce che avvolge lo scafo a partire dalla linea di galleggiamento reinterpreta il rivestimento a mattonelle fonoassorbenti utilizzato per questa classe di navigli al fine di ridurre il rumore irradiato e quello riflesso dai sonar esterni. L’involucro indica la mutazione del vascello bellico in un oggetto ambiguo, rafforzando l’idea di un corpo neutro, inattivo, non catalogabile in nessun genere. Il Thypoon, trasformato in un ibrido fantastico metà pesce e metà sottomarino, sospeso sopra una lastra di marmo bianco mimesi del ghiaccio; è idealmente tirato fuori dall’acqua e imprigionato dentro la teca. La sua trasposizione dalle rade segrete dell’Artico e del Pacifico, territori che accolgono cimiteri di sottomarini, rottami e scorie nucleari, al territorio dell’arte e del museo ha il senso di rendere inoffensiva un’arma di guerra convertendola in una sorta di messaggio di pace.
2012
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/494941
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