Il volume illustra le vicende storiche e architettoniche del Padiglione Bonucci, un tempo parte dell'ex ospedale psichiatrico di Perugia. L'edificio, ricavato da un convento cinquecentesco dei padri cappuccini, dal 2003 è divenuto il Centro Linguistico dell'Ateneo di Perugia dopo un attento intervento di restauro e consolidamento strutturale. L'apertura del cantiere ha costituito una felice opportunità per provvedere alla giusta conservazione del monumento, esplorarne la storia e approfondirne la conoscenza. Si tratta, infatti, di un vero e proprio palinsesto, testo architettonico riscritto più volte, che testimonia l’attività edificatoria nell’area di Perugia e il carattere, civile e religioso, della sua società in diverse epoche storiche. Certamente non è un monumento ‘aulico’ ma, piuttosto, un edificio privo di committenza e paternita’ illustri che, tuttavia, assume un’effettiva importanza storiografica se riguardato in un’ottica critica attenta alle discontinuità, alle fratture e alle interruzioni. Segnato dal passaggio fra una proprietà e l’altra, fra un uso e l’altro, fra una cultura edificatoria e l’altra, l’edificio testimonia, nel vivo della sua consistenza materiale e costruttiva, l’uso contestuale di materiali tradizionali, come laterizio, legno e malta di calce, e di materiali ‘protomoderni’, segno di un’incipiente industrializzazione dei sistemi costruttivi, quali cemento, vetro e leghe metalliche. Anche i caratteri distributivi e il linguaggio architettonico, in specie per quel che riguarda la fase ottocentesca della fabbrica, raccontano un mondo che cambia a piccoli passi, nell’intimo della microstoria, quotidianità di un tempo trascorso. Il progetto di restauro ha, quindi, costituito un impegno notevole volto a conservare le tracce storiche rinvenute e a consegnare alla committenza, l’Università degli Studi di Perugia, un edificio adeguato alle esigenze attuali. Fin dove possibile, si è mantenuta quella disponibilità all’uso collettivo che la fabbrica ha spontaneamente conservato nei secoli nonostante le trasformazioni; la fitta stratificazione costruttiva, infine, ha imposto una rigorosa riflessione circa l’assetto figurativo da lasciar prevalere e il coordinamento fra le varie parti al fine di ottenere un complessivo assetto architettonico armonioso e composto ma pur sempre ‘storicamente parlante’.
Il Padiglione Bonucci. Storia e restauro di un monumento dimenticato dell'ex manicomio di Perugia / Salvo, Simona Maria Carmela. - STAMPA. - (2010), pp. 1-264.
Il Padiglione Bonucci. Storia e restauro di un monumento dimenticato dell'ex manicomio di Perugia
SALVO, Simona Maria Carmela
2010
Abstract
Il volume illustra le vicende storiche e architettoniche del Padiglione Bonucci, un tempo parte dell'ex ospedale psichiatrico di Perugia. L'edificio, ricavato da un convento cinquecentesco dei padri cappuccini, dal 2003 è divenuto il Centro Linguistico dell'Ateneo di Perugia dopo un attento intervento di restauro e consolidamento strutturale. L'apertura del cantiere ha costituito una felice opportunità per provvedere alla giusta conservazione del monumento, esplorarne la storia e approfondirne la conoscenza. Si tratta, infatti, di un vero e proprio palinsesto, testo architettonico riscritto più volte, che testimonia l’attività edificatoria nell’area di Perugia e il carattere, civile e religioso, della sua società in diverse epoche storiche. Certamente non è un monumento ‘aulico’ ma, piuttosto, un edificio privo di committenza e paternita’ illustri che, tuttavia, assume un’effettiva importanza storiografica se riguardato in un’ottica critica attenta alle discontinuità, alle fratture e alle interruzioni. Segnato dal passaggio fra una proprietà e l’altra, fra un uso e l’altro, fra una cultura edificatoria e l’altra, l’edificio testimonia, nel vivo della sua consistenza materiale e costruttiva, l’uso contestuale di materiali tradizionali, come laterizio, legno e malta di calce, e di materiali ‘protomoderni’, segno di un’incipiente industrializzazione dei sistemi costruttivi, quali cemento, vetro e leghe metalliche. Anche i caratteri distributivi e il linguaggio architettonico, in specie per quel che riguarda la fase ottocentesca della fabbrica, raccontano un mondo che cambia a piccoli passi, nell’intimo della microstoria, quotidianità di un tempo trascorso. Il progetto di restauro ha, quindi, costituito un impegno notevole volto a conservare le tracce storiche rinvenute e a consegnare alla committenza, l’Università degli Studi di Perugia, un edificio adeguato alle esigenze attuali. Fin dove possibile, si è mantenuta quella disponibilità all’uso collettivo che la fabbrica ha spontaneamente conservato nei secoli nonostante le trasformazioni; la fitta stratificazione costruttiva, infine, ha imposto una rigorosa riflessione circa l’assetto figurativo da lasciar prevalere e il coordinamento fra le varie parti al fine di ottenere un complessivo assetto architettonico armonioso e composto ma pur sempre ‘storicamente parlante’.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.