La ricerca si divide in tre parti. Nella prima parte si intende analizzare la disciplina delle integrazioni economiche regionali da parte dell'OMC. Nella seconda parte ci si propone di raccogliere e ricostruire la prassi delle integrazioni regionali relativamente a materie e ad aspetti del commercio internazionale disciplinati dall'OMC. Nella terza e conclusiva parte si intende spiegare, sulla base dei dati emersi in precedenza e alla luce del diritto internazionale pubblico, i termini del rapporto tra integrazioni regionali e OMC. Riguardo alla prima parte, l'indagine non potrà che partire dal testo dell'articolo XXIV GATT 1947, rimasto invariato nel GATT 1994, il quale prevede, sottoponendola a determinate condizioni (in particolare, le integrazioni regionali devono realizzare, nei rapporti reciproci tra Stati membri, una liberalizzazione “per l'essenziale degli scambi”, ed evitare di imporre nuove o maggiori restrizioni commerciali sulle importazioni dagli Stati terzi), la conclusione di accordi inter se tra alcuni soltanto dei membri dell'OMC aventi ad oggetto la formazione di unioni doganali e aree di libero scambio. Obiettivo di questa prima parte sarà quello di evidenziare la natura e portata effettiva della disposizione in esame. Ci si dovrà chiedere, in altre parole, se, come sostiene parte autorevole della dottrina, l'eccezione da essa contemplata abbia l'effetto di derogare soltanto alla clausola della nazione più favorita, oppure abbia una portata molto più ampia, applicandosi rispetto ad un numero imprecisato di regole del commercio multilaterale, anche non contenute nel testo del GATT. Sarà inoltre indispensabile individuare modalità ed effetti dell'interazione tra l'articolo XXIV GATT e altre previsioni, per lo più entrate a far parte del sistema di regole multilaterali nel 1994, che pure disciplinano in varia misura e a diverso titolo il fenomeno regionalistico, quali l'articolo V GATS e la clausola di abilitazione, gli articoli VII GATS, 6.3 dell'Accordo sugli ostacoli tecnici e 4.2 dell'Accordo sulle misure sanitarie e fitosanitarie, 5:2(b) dell'Accordo OMC sulle misure di salvaguardia. Si andrà delineando un quadro normativo estremamente complesso e articolato, sulla base del quale si dovrà infine giungere ad una non facile individuazione delle diverse ipotesi di conflitto normativo tra una misura adottata nel quadro di un'organizzazione regionale ed uno o più obblighi derivanti dall'appartenenza all'OMC. Nell'ambito della seconda parte, ci si propone di reperire la prassi relativa ad un campione di integrazioni economiche regionali il più possibile rappresentativo del fenomeno: in primo luogo, evidentemente, i testi degli accordi istitutivi di tali organizzazioni, ma anche, eventualmente, gli atti normativi di carattere derivato e le decisioni arbitrali o giurisdizionali prese nel quadro dei sistemi di soluzione delle controversie propri delle singole integrazioni regionali considerate. Successivamente, si intende procedere, sulla base dell'analisi di tale prassi, ad una classificazione delle integrazioni economiche regionali esistenti, mettendo in luce, ove possibile, i diversi modelli che di volta in volta possono manifestarsi nella pratica sia rispetto a specifici settori di politica commerciale internazionale (liberalizzazione delle tariffe, restrizioni quantitative, misure di salvaguardia, ecc.), che rispetto alle condizioni di conformità poste dalla normativa OMC. Da tale opera di classificazione dovrà necessariamente scaturire un giudizio, sia complessivo che puntuale riguardo a singole questioni, relativo al grado di conformità della prassi delle integrazioni regionali rispetto al diritto dell'OMC. Da sempre la dottrina sottolinea la scarsa aderenza del comportamento delle integrazioni regionali alle regole del commercio multilaterale, ma mancano a tutt'oggi indagini più approfondite del fenomeno, che tengano conto della complessità e articolazione del quadro normativo OMC di riferimento, già messa in luce nella prima parte della ricerca. Nella terza parte, si intendono formulare delle conclusioni generali in tema di rapporti tra OMC e organizzazioni regionali, che interpretino i risultati parziali cui si è giunti nelle due precedenti parti della ricerca. Uno spazio rilevante verrà evidentemente riservato alla ormai copiosa giurisprudenza degli organi delle controversie dell'OMC in tema di misure commerciali adottate nel quadro di organizzazioni economiche regionali. Parallelamente, verranno valutate le decisioni scaturite dal funzionamento dei meccanismi di soluzione delle controversie previsti dai vari sistemi economici regionali relative a materie concorrenti con la disciplina dell'OMC. Tali conclusioni metteranno in luce discipline, concetti e istituti propri del diritto internazionale pubblico. In tale ottica, ci si propone di passare in rassegna materie e temi quali, ad esempio, la compatibilità tra accordi, gli accordi inter se, l'estinzione dei trattati, l'acquiescenza, la desuetudine, il rapporto tra consuetudine e accordo.

Progetto di ricerca di Università Sapienza 2010 / Fabbricotti, Alberta. - (2010).

Progetto di ricerca di Università Sapienza 2010

FABBRICOTTI, Alberta
2010

Abstract

La ricerca si divide in tre parti. Nella prima parte si intende analizzare la disciplina delle integrazioni economiche regionali da parte dell'OMC. Nella seconda parte ci si propone di raccogliere e ricostruire la prassi delle integrazioni regionali relativamente a materie e ad aspetti del commercio internazionale disciplinati dall'OMC. Nella terza e conclusiva parte si intende spiegare, sulla base dei dati emersi in precedenza e alla luce del diritto internazionale pubblico, i termini del rapporto tra integrazioni regionali e OMC. Riguardo alla prima parte, l'indagine non potrà che partire dal testo dell'articolo XXIV GATT 1947, rimasto invariato nel GATT 1994, il quale prevede, sottoponendola a determinate condizioni (in particolare, le integrazioni regionali devono realizzare, nei rapporti reciproci tra Stati membri, una liberalizzazione “per l'essenziale degli scambi”, ed evitare di imporre nuove o maggiori restrizioni commerciali sulle importazioni dagli Stati terzi), la conclusione di accordi inter se tra alcuni soltanto dei membri dell'OMC aventi ad oggetto la formazione di unioni doganali e aree di libero scambio. Obiettivo di questa prima parte sarà quello di evidenziare la natura e portata effettiva della disposizione in esame. Ci si dovrà chiedere, in altre parole, se, come sostiene parte autorevole della dottrina, l'eccezione da essa contemplata abbia l'effetto di derogare soltanto alla clausola della nazione più favorita, oppure abbia una portata molto più ampia, applicandosi rispetto ad un numero imprecisato di regole del commercio multilaterale, anche non contenute nel testo del GATT. Sarà inoltre indispensabile individuare modalità ed effetti dell'interazione tra l'articolo XXIV GATT e altre previsioni, per lo più entrate a far parte del sistema di regole multilaterali nel 1994, che pure disciplinano in varia misura e a diverso titolo il fenomeno regionalistico, quali l'articolo V GATS e la clausola di abilitazione, gli articoli VII GATS, 6.3 dell'Accordo sugli ostacoli tecnici e 4.2 dell'Accordo sulle misure sanitarie e fitosanitarie, 5:2(b) dell'Accordo OMC sulle misure di salvaguardia. Si andrà delineando un quadro normativo estremamente complesso e articolato, sulla base del quale si dovrà infine giungere ad una non facile individuazione delle diverse ipotesi di conflitto normativo tra una misura adottata nel quadro di un'organizzazione regionale ed uno o più obblighi derivanti dall'appartenenza all'OMC. Nell'ambito della seconda parte, ci si propone di reperire la prassi relativa ad un campione di integrazioni economiche regionali il più possibile rappresentativo del fenomeno: in primo luogo, evidentemente, i testi degli accordi istitutivi di tali organizzazioni, ma anche, eventualmente, gli atti normativi di carattere derivato e le decisioni arbitrali o giurisdizionali prese nel quadro dei sistemi di soluzione delle controversie propri delle singole integrazioni regionali considerate. Successivamente, si intende procedere, sulla base dell'analisi di tale prassi, ad una classificazione delle integrazioni economiche regionali esistenti, mettendo in luce, ove possibile, i diversi modelli che di volta in volta possono manifestarsi nella pratica sia rispetto a specifici settori di politica commerciale internazionale (liberalizzazione delle tariffe, restrizioni quantitative, misure di salvaguardia, ecc.), che rispetto alle condizioni di conformità poste dalla normativa OMC. Da tale opera di classificazione dovrà necessariamente scaturire un giudizio, sia complessivo che puntuale riguardo a singole questioni, relativo al grado di conformità della prassi delle integrazioni regionali rispetto al diritto dell'OMC. Da sempre la dottrina sottolinea la scarsa aderenza del comportamento delle integrazioni regionali alle regole del commercio multilaterale, ma mancano a tutt'oggi indagini più approfondite del fenomeno, che tengano conto della complessità e articolazione del quadro normativo OMC di riferimento, già messa in luce nella prima parte della ricerca. Nella terza parte, si intendono formulare delle conclusioni generali in tema di rapporti tra OMC e organizzazioni regionali, che interpretino i risultati parziali cui si è giunti nelle due precedenti parti della ricerca. Uno spazio rilevante verrà evidentemente riservato alla ormai copiosa giurisprudenza degli organi delle controversie dell'OMC in tema di misure commerciali adottate nel quadro di organizzazioni economiche regionali. Parallelamente, verranno valutate le decisioni scaturite dal funzionamento dei meccanismi di soluzione delle controversie previsti dai vari sistemi economici regionali relative a materie concorrenti con la disciplina dell'OMC. Tali conclusioni metteranno in luce discipline, concetti e istituti propri del diritto internazionale pubblico. In tale ottica, ci si propone di passare in rassegna materie e temi quali, ad esempio, la compatibilità tra accordi, gli accordi inter se, l'estinzione dei trattati, l'acquiescenza, la desuetudine, il rapporto tra consuetudine e accordo.
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