Il progetto prevede un lavoro sul campo e in laboratorio articolato in distinti momenti: 1. Un'esplorazione a terra dei maggiori siti archeologici collocati lungo il corso dello Wadi al Arab (nella provincia di Irbid, in Giordania sett.) con particolare attenzione alla facies culturale del Bronzo Antico; 2. La georeferenziazione delle evidenze archeologiche riconosciute in superficie e la costruzione di un Sistema Informativo Geografico (GIS) capace di integrare i dati delle ricognizioni già realizzate sul territorio. 3. Uno studio del paesaggio archeologico e naturalistico dello Wadi al Arab attraverso analisi topologiche del Remote Sensing e tramite simulazioni predittive basate su i Sistemi Artificiali Adattivi (SAA), ovvero su modelli matematici organizzati come sistemi evolutivi o sistemi di apprendimento; 4. Una pubblicazione della ricerca territoriale effettuata diretta alla comparazione del sistema insediamentale del Bronzo Antico dello Wadi al Arab con i sistemi i insediamentali della regione di Ebla (Siria settentrionale) e di Uruk (Iraq meridionale) formatisi nel III mill. a.C. 5. L’identificazione di settori, aree e/o Tell sui quali proporre un’esplorazione archeologica continuativa (focalizzata sul fenomeno delle urbanizzazioni) e la progettazione di un parco archeologico e naturalistico (da destinare alla fruizione turistica per incrementare la crescita socio-economica della provincia). L’area scelta per questa indagine si configura come un’importante settore geo-politico interposto tra la Mesopotamia e l’Egitto, che nel III millennio a.C. fu certamente a contatto con le culture storiche e archeologiche della Siria e della Palestina. Infatti, in questo periodo l’importanza dello Wadi al Arab è documentata dalla sua fitta rete di ca. 80 insediamenti, tra cui uno dei più rilevanti è l’imponente Tell Zera'a collocato alla confluenza dello Wadi al Arab con lo Wadi az-Zahar. Questo medesimo insieme di siti è identificabile come un sistema insediamentale articolato in città, villaggi e occupazioni temporanee adattato alle condizioni ecotipiche dell’ambiente idrogeologico nord-giordano, e data la sua organicità potrebbe aver ben conservato alcuni tratti economici, culturali e politici peculiari della più antica urbanizzazione locale. Questa urbanizzazione, d’altronde, e in massima parte contemporanea all’emergere dell’urbanesimo cosiddetto secondario di Mesopotamia, Siria e Palestina, e avviene in un’area certo non lontana, nello spazio e nel tempo, dall’Egitto faraonico dell’antico regno (IV, V e III din.). Trattasi dunque di un contesto cronologico e geografico di primario interesse per la precisazione dell’urbanizzazione orientale antica, tema centrale nel confronto scientifico internazionale sul quale si fronteggiano ‘linguaggi, codici, logiche e modelli analitici altamente differenziati’ e sempre più sofisticati (Cf. Ramazzotti 2010). Tra questi “modelli che generano modelli” interpretativi e previsionali, a partire dalla seconda metà degli anni novanta del secolo scorso, devono essere ricordate le Reti Neurali Artificiali come uno dei SAA tra i più adeguati ad apprendere e ad interrogare la complessa configurazione di variabili morfologiche, tecnologiche e ambientali che qualificano la formazione delle città, delle urbanizzazioni, e degli urbanesimi. Alla fine degli anni Novanta, in questa specifica direzione tali modelli dell’Intelligenza Artificiale vennero applicati e sperimentati per la prima volta con l’intento di approfondire e classificare le relazioni crono-storiche vincolare alla sequenza ceramica del periodo di Uruk (fine IV mill. a.C.) in Bassa Mesopotamia (Ramazzotti 1997: 492-522); alle relazioni macroeconomiche espresse dal fenomeno insediamentale della rivoluzione urbana mesopotamica centro-meridionale (Ramazzotti 1999); ai meccanismi culturali e antropologici che produssero la diffusione organica della rivoluzione urbana mesopotamica e il formarsi delle città del III mill. a.C. (Ramazzotti 2002: 651-752); alle variabili enucleate dalle maggiori ricognizioni territoriali del Sud, del Centro e del Nord della Mesopotamia per affrontare il problema della formazione delle città sumeriche e accadiche sul piano comparativo (Ramazzotti PhD Dissertation. In st.). Questo genere di modelli, ricerche e applicazioni è dunque ora implementato anche all’interno di due unità di ricerca europee coordinate dal proponente e destinate: l’una all’analisi tassonomica della mobilità umana (antica e moderna) intesa come fenomeno complesso (nel prog. FP7 di SECOA. Cfr. Ramazzotti et al., Taxonomy, Modelling & Neural Networks Applied to the Archeological data of the Human Mobility in the Ancient Near East, in Montanari, A. (ed.), Globility. Global Change and Human Mobility in st.); l’altra all’analisi insediamentale delle variabili morfologiche e morfometriche che qualificano l’urbanizzazione secondaria di Ebla e del suo entroterra (nel prog. FP7 EBLA – CHORA. Cfr. Ramazzotti et al., The Artificial Neural Network of ‘Ebla Chora’ as an Artificial Adaptive System for the Analysis of the Secondary Urbanization in Northern Syria, Warsaw in st.). Lo studio del sistema insediamentale dello Wadi al Arab con questo approccio, ovvero con l’uso integrato di GIS e SAA, inoltre, verrebbe supportato anche dal progetto ARCHEOSEMA (un progetto recentemente premiato e finanziato dalla Sapienza) che sta realizzando un modello logico basato sull’interazione tra i GIS e i SAA (Cf. Ramazzotti ed. In st. c). Il modello è concepito come uno strumento epistemologico e metodologico poiché impone un dialogo interdisciplinare (che coinvolge l’archeologia, la fisica, la geografia e la statistica) e intende proporre soluzioni a problemi di classificazione, seriazione e organizzazione di dati alfanumerici spazializzati; ad implementare la simulazione dinamica di variabili che compongono sistemi organici e/o culturali; ad identificare nuove regole dell’organizzazione spaziale, economica e politica e, inoltre, ad approfondire i fenomeni fisici, culturali ed estetici dell’auto-organizzazione, dell’organizzazione controllata, dell’entropia e dell’apprendimento. L’applicazione di questo modello logico ai dati geo-referenziati della ricognizione dello Wadi al Arab produrrà dunque carte e mappe del locale urbanesimo che potranno essere confrontate, in un secondo memento, con i risultati ottenuti – applicando la medesima metodologia – sui sistemi insediativi di Uruk (nella Mesopotamia meridionale) e di Ebla (in Siria settentrionale) durante la seconda metà del III mill. a.C. Questi strumenti genereranno, in altri termini, informazioni destinate all’interpretazione compartiva e interdisciplinare dei tre urbanesimi. Allo stesso tempo, questo approccio promuoverà anche l’individuazione di un sito o di un’area collocati nella regione dello Wadi al Arab sul quale verrà richiesta da parte del Dip. di Scienze dell’Antichità della Sapienza una concessione governativa per intraprendere una ricerca di scavo. Il proponente, inoltre, ha coordinato amministrativamente e scientificamente dal 1999 al 2010 la creazione del Parco Archeologico di Ebla nella Siria settentrionale e, in collaborazione con la cattedra di Geografia dell’Università di Roma La Sapienza, sta attualmente approntando metodi quantitativi e qualitativi per la valorizzazione turistica e culturale di aree che hanno una forte densità di beni culturali e nelle quali, come nel caso dello Wadi el Arab, è possibile orientare un turismo ecosostenibile. La ricerca per cui si richiede questo cofinanziamento è dunque diretta: da una lato alla sperimentazione di nuove tecnologie non invasive per analizzare l’antica urbanizzazione dello Wadi al Arab, settore strategico interposto tra Siria ed Egitto e Mesopotamia e Palestina, a pochi km dal moderno confine con Israele; dall’altro all’elaborazione di un progetto che valorizzi (sul piano culturale ed economico) questa regione, e che – sul modello del Parco Archeologico di Ebla (Ramazzotti 2006; 2007; 2010) – vincoli i siti archeologici e il territorio ad una relazione di profitto reciproco, capace di alimentare lavoro, produzione e investimenti coinvolgendo – nello stesso tempo – la popolazione locale e quella turistica ad un consumo critico e solidale, adeguato a rispettare l’ambiente, i suoi abitanti e le loro antichissime storie.

IDEAZIONE E PRESENTAZIONE DEL PROGETTO: "RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA DEL WADI AL ARAB NELLA PROVINCIA DI IRBID IN GIORDANIA SETTENTRIONALE" / Ramazzotti, Marco. - (2012).

IDEAZIONE E PRESENTAZIONE DEL PROGETTO: "RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA DEL WADI AL ARAB NELLA PROVINCIA DI IRBID IN GIORDANIA SETTENTRIONALE"

RAMAZZOTTI, Marco
2012

Abstract

Il progetto prevede un lavoro sul campo e in laboratorio articolato in distinti momenti: 1. Un'esplorazione a terra dei maggiori siti archeologici collocati lungo il corso dello Wadi al Arab (nella provincia di Irbid, in Giordania sett.) con particolare attenzione alla facies culturale del Bronzo Antico; 2. La georeferenziazione delle evidenze archeologiche riconosciute in superficie e la costruzione di un Sistema Informativo Geografico (GIS) capace di integrare i dati delle ricognizioni già realizzate sul territorio. 3. Uno studio del paesaggio archeologico e naturalistico dello Wadi al Arab attraverso analisi topologiche del Remote Sensing e tramite simulazioni predittive basate su i Sistemi Artificiali Adattivi (SAA), ovvero su modelli matematici organizzati come sistemi evolutivi o sistemi di apprendimento; 4. Una pubblicazione della ricerca territoriale effettuata diretta alla comparazione del sistema insediamentale del Bronzo Antico dello Wadi al Arab con i sistemi i insediamentali della regione di Ebla (Siria settentrionale) e di Uruk (Iraq meridionale) formatisi nel III mill. a.C. 5. L’identificazione di settori, aree e/o Tell sui quali proporre un’esplorazione archeologica continuativa (focalizzata sul fenomeno delle urbanizzazioni) e la progettazione di un parco archeologico e naturalistico (da destinare alla fruizione turistica per incrementare la crescita socio-economica della provincia). L’area scelta per questa indagine si configura come un’importante settore geo-politico interposto tra la Mesopotamia e l’Egitto, che nel III millennio a.C. fu certamente a contatto con le culture storiche e archeologiche della Siria e della Palestina. Infatti, in questo periodo l’importanza dello Wadi al Arab è documentata dalla sua fitta rete di ca. 80 insediamenti, tra cui uno dei più rilevanti è l’imponente Tell Zera'a collocato alla confluenza dello Wadi al Arab con lo Wadi az-Zahar. Questo medesimo insieme di siti è identificabile come un sistema insediamentale articolato in città, villaggi e occupazioni temporanee adattato alle condizioni ecotipiche dell’ambiente idrogeologico nord-giordano, e data la sua organicità potrebbe aver ben conservato alcuni tratti economici, culturali e politici peculiari della più antica urbanizzazione locale. Questa urbanizzazione, d’altronde, e in massima parte contemporanea all’emergere dell’urbanesimo cosiddetto secondario di Mesopotamia, Siria e Palestina, e avviene in un’area certo non lontana, nello spazio e nel tempo, dall’Egitto faraonico dell’antico regno (IV, V e III din.). Trattasi dunque di un contesto cronologico e geografico di primario interesse per la precisazione dell’urbanizzazione orientale antica, tema centrale nel confronto scientifico internazionale sul quale si fronteggiano ‘linguaggi, codici, logiche e modelli analitici altamente differenziati’ e sempre più sofisticati (Cf. Ramazzotti 2010). Tra questi “modelli che generano modelli” interpretativi e previsionali, a partire dalla seconda metà degli anni novanta del secolo scorso, devono essere ricordate le Reti Neurali Artificiali come uno dei SAA tra i più adeguati ad apprendere e ad interrogare la complessa configurazione di variabili morfologiche, tecnologiche e ambientali che qualificano la formazione delle città, delle urbanizzazioni, e degli urbanesimi. Alla fine degli anni Novanta, in questa specifica direzione tali modelli dell’Intelligenza Artificiale vennero applicati e sperimentati per la prima volta con l’intento di approfondire e classificare le relazioni crono-storiche vincolare alla sequenza ceramica del periodo di Uruk (fine IV mill. a.C.) in Bassa Mesopotamia (Ramazzotti 1997: 492-522); alle relazioni macroeconomiche espresse dal fenomeno insediamentale della rivoluzione urbana mesopotamica centro-meridionale (Ramazzotti 1999); ai meccanismi culturali e antropologici che produssero la diffusione organica della rivoluzione urbana mesopotamica e il formarsi delle città del III mill. a.C. (Ramazzotti 2002: 651-752); alle variabili enucleate dalle maggiori ricognizioni territoriali del Sud, del Centro e del Nord della Mesopotamia per affrontare il problema della formazione delle città sumeriche e accadiche sul piano comparativo (Ramazzotti PhD Dissertation. In st.). Questo genere di modelli, ricerche e applicazioni è dunque ora implementato anche all’interno di due unità di ricerca europee coordinate dal proponente e destinate: l’una all’analisi tassonomica della mobilità umana (antica e moderna) intesa come fenomeno complesso (nel prog. FP7 di SECOA. Cfr. Ramazzotti et al., Taxonomy, Modelling & Neural Networks Applied to the Archeological data of the Human Mobility in the Ancient Near East, in Montanari, A. (ed.), Globility. Global Change and Human Mobility in st.); l’altra all’analisi insediamentale delle variabili morfologiche e morfometriche che qualificano l’urbanizzazione secondaria di Ebla e del suo entroterra (nel prog. FP7 EBLA – CHORA. Cfr. Ramazzotti et al., The Artificial Neural Network of ‘Ebla Chora’ as an Artificial Adaptive System for the Analysis of the Secondary Urbanization in Northern Syria, Warsaw in st.). Lo studio del sistema insediamentale dello Wadi al Arab con questo approccio, ovvero con l’uso integrato di GIS e SAA, inoltre, verrebbe supportato anche dal progetto ARCHEOSEMA (un progetto recentemente premiato e finanziato dalla Sapienza) che sta realizzando un modello logico basato sull’interazione tra i GIS e i SAA (Cf. Ramazzotti ed. In st. c). Il modello è concepito come uno strumento epistemologico e metodologico poiché impone un dialogo interdisciplinare (che coinvolge l’archeologia, la fisica, la geografia e la statistica) e intende proporre soluzioni a problemi di classificazione, seriazione e organizzazione di dati alfanumerici spazializzati; ad implementare la simulazione dinamica di variabili che compongono sistemi organici e/o culturali; ad identificare nuove regole dell’organizzazione spaziale, economica e politica e, inoltre, ad approfondire i fenomeni fisici, culturali ed estetici dell’auto-organizzazione, dell’organizzazione controllata, dell’entropia e dell’apprendimento. L’applicazione di questo modello logico ai dati geo-referenziati della ricognizione dello Wadi al Arab produrrà dunque carte e mappe del locale urbanesimo che potranno essere confrontate, in un secondo memento, con i risultati ottenuti – applicando la medesima metodologia – sui sistemi insediativi di Uruk (nella Mesopotamia meridionale) e di Ebla (in Siria settentrionale) durante la seconda metà del III mill. a.C. Questi strumenti genereranno, in altri termini, informazioni destinate all’interpretazione compartiva e interdisciplinare dei tre urbanesimi. Allo stesso tempo, questo approccio promuoverà anche l’individuazione di un sito o di un’area collocati nella regione dello Wadi al Arab sul quale verrà richiesta da parte del Dip. di Scienze dell’Antichità della Sapienza una concessione governativa per intraprendere una ricerca di scavo. Il proponente, inoltre, ha coordinato amministrativamente e scientificamente dal 1999 al 2010 la creazione del Parco Archeologico di Ebla nella Siria settentrionale e, in collaborazione con la cattedra di Geografia dell’Università di Roma La Sapienza, sta attualmente approntando metodi quantitativi e qualitativi per la valorizzazione turistica e culturale di aree che hanno una forte densità di beni culturali e nelle quali, come nel caso dello Wadi el Arab, è possibile orientare un turismo ecosostenibile. La ricerca per cui si richiede questo cofinanziamento è dunque diretta: da una lato alla sperimentazione di nuove tecnologie non invasive per analizzare l’antica urbanizzazione dello Wadi al Arab, settore strategico interposto tra Siria ed Egitto e Mesopotamia e Palestina, a pochi km dal moderno confine con Israele; dall’altro all’elaborazione di un progetto che valorizzi (sul piano culturale ed economico) questa regione, e che – sul modello del Parco Archeologico di Ebla (Ramazzotti 2006; 2007; 2010) – vincoli i siti archeologici e il territorio ad una relazione di profitto reciproco, capace di alimentare lavoro, produzione e investimenti coinvolgendo – nello stesso tempo – la popolazione locale e quella turistica ad un consumo critico e solidale, adeguato a rispettare l’ambiente, i suoi abitanti e le loro antichissime storie.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/460367
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