"non per il vostro spirito di cooperazione né per il pop..."

Tentativo di restituire l'opera di P.P. Slavejkov all'influsso nietscheano e, in particolare, all'operazione di disgregazione dello statuto del soggetto iniziata dal filosofo tedesco nel lontano 1869 con la conferenza "Omero e la filologia classica". Al centro dell'opera slavejkovjana c'è un vuoto generatore su cui si fonda l'idea del conoscere unicamente come conoscere prospettico e, nella cancellazione di ogni distinzione tra verità e menzogna, autore e personaggio, lettore ed opera, lo scrittore bulgaro dà vita a una particolare modalità artistica di legame tra forma e contenuto, in grado di integrare la dimensione soggettiva del testo poetico. L'antologia di poeti fittizi dell'isola immaginaria trova così il suo posto nella serie dei grandi testi della letteratura primo-novecentesca europea, da L. Pirandello a Fr. Kafka sino a F. Pessoa.