Di un poemetto modenese ispiratore dell’Ariosto («Satire») e del Tasso («Aminta»)

The study shows that the elegiac poem "De vita quieta" by the Modenese humanist Bartolomeo Paganelli (printed in Reggio Emilia in 1487), almost forgotten for centuries, was instead an inspiring source for the greatest poets of the Este area: Ariosto , which greatly inspired you in the writing of the first and third of the "Satires"; and Tasso, which shows the memory in the "Aminta" (chorus of the first act). The occasion, besides offering itself propitious to shed new light on the personality and work of the author, is proposed as an exemplary case of the still poorly known, but strong influence exercised on the masterpieces of the Italian Renaissance by the Latinistic humanistic literature, precious mediator between classic models and modern sensibility.

Lo studio dimostra che il poemetto elegiaco "De vita quieta" dell’umanista modenese Bartolomeo Paganelli (stampato a Reggio Emilia nel 1487), da secoli pressoché dimenticato, rappresentò invece una fonte ispiratrice per i più grandi poeti d’area estense: l’Ariosto, che molto vi attinse nella stesura della prima e della terza delle "Satire"; e il Tasso, che ne mostra il ricordo nell’ "Aminta" (coro del primo atto). L’occasione, oltre a offrirsi propizia per fare nuova luce sulla personalità e sull'opera dell’autore, si propone come caso esemplare dell’ancora mal nota, ma forte influenza esercitata sui capolavori del Rinascimento italiano dalla letteratura latina umanistica, preziosa mediatrice tra modelli classici e sensibilità moderna.