Museo d'arte contemporanea nell'ex chiesa dell'Annunziata a Foligno (PG)

The building of the former Church of the Annunziata in Foligno had never lived until its current reuse project in the role of Museum of Contemporary Art. The Church, designed in 1765 by the architect Murena, was never completed, and it underwent many improper uses up to its complete abandonment and decay caused by both the incredible demolition of a wing of the church in 1980 and by the 1997 earthquake. The site plan calls for an excavated architecture, consisting of a main elongated hall, topped by a large brick dome and an irregularly shaped ring walk which surrounds the hall, affording a range of views onto the main hall and the dome. It presents itself as an 18-century “work site” which relates its reminiscences, the construction techniques of its age, and the spatial layout of the original structure. The reuse and transformation project of this former Church as a Museum, as yet unfinished, attempts to exploit the full potential of this space. The introduction of new elements, able to give new life and meaning to the Fabrica, becomes functional with this idea, solving both the structural problems of the building with the need to repair it and make it earthquake-proof, and to change its function into that of a new Museum. A new volume reinterprets the original form of the Church, thus completing the first-floor ring walk, with a role of completion of the brickwork shell. Made of a metal structure, it is supported on steel rafters and sheathed with corten steel, pierced with an irregular design that reinterprets the brick pattern in a contemporary light and, in thus dematerializing the looming walls, creates an intriguing play of light. The new volume during the nighttime hours becomes a real “magic lantern”, a signal that heralds the news of its rebirth to the city of Foligno. Other elements too contribute to make this new life possible, elements necessary for static improvement but that also serve as inserts of contemporary architecture: a new iron dome to strengthen and support the original one; iron sections that support all the ring-walk apertures onto the main hall; iron and wooden trusses replacing the previous ellipsoid ones for the hall; a walkway that, connecting on the first floor the two parts of the building, becomes an element of integration between the old and the new, a vantage point from which to observe the entire space and the imposing sculpture “Cosmic Disasters” by De Dominicis, which occupies the main hall.

"Il progetto di restauro della ex Chiesa dell’Annunziata a Foligno, destinato a diventare museo d’arte contemporanea preserva l’integrità estetica della fabbrica “non finita”, migliorandone la qualità e la funzionalità degli spazi interni attraverso la valorizzazione dei percorsi di distribuzione e dei notevoli ambienti della chiesa settecentesca, che nella storia recente hanno perduto la loro peculiarità a causa di interventi e destinazioni d’uso assolutamente non consoni al valore artistico e storico del manufatto. Dalla sala principale si può ammirare l’occhio di nuova apertura coperto con materiale traslucido che illumina di luce naturale l’ambiente espositivo principale.Il volume di nuova costruzione completa la deambulazione anulare al primo piano dell’edificio e svolge oltre che funzione strutturale, ruolo di completamento dell’organismo architettonico originario. Il nuovo volume si realizza attraverso l’uso di materiali diversi dalla muratura della fabbrica ma appartenenti alla tradizione del luogo: metallo e vetro. Tutti gli interventi effettuati nel pieno rispetto delle tecniche costruttive dell’epoca, introducono, al tempo stesso, elementi di novità nelle tecnologie e nei materiali impiegati, (nuove capriate in acciaio e legno lamellare nella sala ellisoidale) senza mai rinnegare il carattere del luogo, distinguendosi da esso proprio per rendere facile comprensione tra ciò che è inserito “ex novo” e ciò che gia esiste. Dalla sala principale si può ammirare l’occhio di nuova apertura coperto con materiale traslucido che illumina di luce naturale l’ambiente espositivo principale. L’intervento soddisfa a norma di legge l’accessibilità e la dotazione di spazi di servizio igenici, lo stesso vale per gli impianti di sicurezza, del tipo antincendio, vigilanza, vie di fuga etc sempre per ora non compresi nell’appalto ma necessari alla funzionalita’ dell’opera. La dovuta attenzione è stata rivolta al rispetto delle norme relative al superamento delle barriere architettoniche così da poter rendere la piena accessibilità ad ognuno dei locali. L’edificio recupera luoghi abbandonati e degradati: l’ingresso viene spostato sul fianco est; per ragioni di tipo logistico, si entra dalla sala ottagonale che oltre ad offrire le funzioni di biglietteria e info-point, si arricchisce di uno spazio book-shop. Da esso si accede alla sala principale, restaurata e opportunamente illuminata, che ospiterà l’illustre opera del maestro De Dominicis “Lo scheletro”. Il susseguirsi di modanature, pilastri, lesene e paraste, verso l’alto fino agli archi e alle cupole, attacco al cielo dell’edificio, coinvolgono il fruitore in uno spazio plastico di grande suggestione. Al piano superiore, dal deambulatorio ora ricostruito come in origine, è possibile l’affaccio nella sala principale; si ha la vista totale dello spazio centrale, la percezione delle volumetrie dall’alto e la visione della scultura che sarà ospitata nello spazio principale, da più punti di vista. Le partizioni demolite, di cui si accennava, permettono inoltre l’accesso ad una passerella lineare in acciaio con cui attraversare la sala, di collegamento tra i due “corridoi” laterali. Dal passaggio sospeso la percezione dello spazio è totale, non si è soltanto osservatori, ma se ne è parte integrante."