«Come vi comportereste se foste chiamati ad assistere un paziente asiatico o un islamico morente?» Questo interrogativo che si pongono gli Autori ad apertura del libro “Vivere la morte nelle varie religioni”, esprime in modo diretto e sintetico qual è di fatto lo scopo della mediazione interculturale anche nel campo della Sanità: fornire gli strumenti culturali – e possibilmente linguistici – con cui porsi di fronte all’altro per capirlo e quindi, se necessario, sostenerlo. Oggi, questa problematica è uno dei risvolti della globalizzazione, con le sue diaspore e le sue migrazioni, talora di portata biblica. Noi tutti, ci siamo così venuti a trovare, di fronte a “stranieri”, “immigrati” o come altro vogliamo chiamarli, ma in realtà di fronte ad un’umanità che porta con sé i riflessi di un mondo lontano e spesso a noi totalmente ignoto. Ma anche per “loro”, noi siamo totalmente ignoti o, se ci possono “leggere”, solamente con le lenti da lettura spesso offerte da altri ma non in autonomia. Delle tante situazioni delicate in cui gli operatori sanitari, gli operatori sociali, il personale statale e parastatale esposto al pubblico come ad esempio le forze di polizia, i nostri soldati impegnati nelle missioni di pace all’estero, si trovano a dover conoscere ed interpretare i dati di una cultura lontana, ma indispensabili nel corretto rapporto con le persone, quella indubbiamente più difficile e coinvolgente, è il momento della malattia e della morte. La morte è un avvenimento tragico ed irreversibile che però ha bisogno anch’esso di essere correttamente rapportato ad usi e credenze che si dispongono su un ventaglio incredibilmente vasto. Il libro nasce dall’esperienza diretta e quotidiana, dal confronto con pazienti stranieri che gli Autori hanno cumulato, in ambiti e con ruoli diversi, nel tempo, convincendosi della necessità di addentrarsi in mondi spirituali tanto lontani. Nel loro quotidiano “vivere la morte” si sono posti degli interrogativi che solo nella sfera della religione possono trovar risposta. Nasce così questa panoramica grazie a cui ogni fede religiosa è illustrata nei suoi aspetti fondamentali prima di giungere a descrivere l’attitudine di questi credenti di fronte alle malattie, alla necessità di un trapianto, alla donazione di organi o di una trasfusione di sangue, oppure il dolore cronico del paziente neoplastico, al comatoso, al problema dell’aborto o del morente. Usi e rituali, talora noti, più spesso del tutto sconosciuti, sono offerti con spiegazioni che ci portano alla comprensione di atteggiamenti altrimenti enigmatici. L’ultima parte del volume ci riporta alla nostra quotidianità ed alle problematiche dilanianti che riguardano l’eutanasia, l’accanimento terapeutico ed il rapporto del paziente con la sua stessa morte. Chi opera nel settore sanitario dovrebbe impegnare tutte le proprie forze per umanizzare i rapporti nel massimo rispetto del paziente, delle sue idee, credo religioso e questa Opera può essere utile a tale scopo. In occasione di corsi ECM svolti nel 2005 per il personale sanitario strutturato nell’Azienda Policlinico “Umberto I” di Roma, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, per l’organizzazione di un Servizio Dipartimentale di Day Surgery, i discenti hanno sollevato problematiche squisitamente correlate al multiculturalismo con clienti-utenti di differenti estrazioni culturali e religiose. L’Ospedale in cui gli Autori prestano servizio, infatti, ha un’utenza multiculturale e variegata perché collocato nel centro della città di Roma, nei pressi della Stazione Termini e del quartiere Esquilino (abitato da numerosi asiatici) e ben collegato al quadrante Est, popolato da moltissimi stranieri. Il libro presenta una sintetica rassegna storico-filosofica delle religioni, focalizzando l’attenzione sugli aspetti che riguardano l’interpretazione delle principali tematiche di interesse sanitario nelle varie religioni: malattia, dolore, trapianto, trasfusione, aborto, morte, coma, autopsia, sepoltura. Nell’ottica della formazione continua di quanti hanno deciso di dedicare la propria esistenza alla cura dei loro simili, e di quanti che più per missione che per mestiere si impegnano alla difesa della pace nel mondo, offriamo la nostra ricerca con l’intento di approfondire le problematiche ed il sito massimochiaretti.wordpress.com rappresenta un WORK IN PROGRESS, ove studiosi, curiosi e comunque persone interessate all’argomento, potranno incontrarsi e partecipare ad una prossima edizione in italiano ed una traduzione in arabo, arricchite e forse… esaustive.

La vita e la morte: un excursus fra secoli e religioni all’Umberto I / Carru, Giovanna Angela; Chiaretti, Massimo. - In: INFERMIERE OGGI. - ISSN 2037-4364. - STAMPA. - 3:anno XIX(2009), p. 56.

La vita e la morte: un excursus fra secoli e religioni all’Umberto I

CARRU, Giovanna Angela;CHIARETTI, Massimo
2009

Abstract

«Come vi comportereste se foste chiamati ad assistere un paziente asiatico o un islamico morente?» Questo interrogativo che si pongono gli Autori ad apertura del libro “Vivere la morte nelle varie religioni”, esprime in modo diretto e sintetico qual è di fatto lo scopo della mediazione interculturale anche nel campo della Sanità: fornire gli strumenti culturali – e possibilmente linguistici – con cui porsi di fronte all’altro per capirlo e quindi, se necessario, sostenerlo. Oggi, questa problematica è uno dei risvolti della globalizzazione, con le sue diaspore e le sue migrazioni, talora di portata biblica. Noi tutti, ci siamo così venuti a trovare, di fronte a “stranieri”, “immigrati” o come altro vogliamo chiamarli, ma in realtà di fronte ad un’umanità che porta con sé i riflessi di un mondo lontano e spesso a noi totalmente ignoto. Ma anche per “loro”, noi siamo totalmente ignoti o, se ci possono “leggere”, solamente con le lenti da lettura spesso offerte da altri ma non in autonomia. Delle tante situazioni delicate in cui gli operatori sanitari, gli operatori sociali, il personale statale e parastatale esposto al pubblico come ad esempio le forze di polizia, i nostri soldati impegnati nelle missioni di pace all’estero, si trovano a dover conoscere ed interpretare i dati di una cultura lontana, ma indispensabili nel corretto rapporto con le persone, quella indubbiamente più difficile e coinvolgente, è il momento della malattia e della morte. La morte è un avvenimento tragico ed irreversibile che però ha bisogno anch’esso di essere correttamente rapportato ad usi e credenze che si dispongono su un ventaglio incredibilmente vasto. Il libro nasce dall’esperienza diretta e quotidiana, dal confronto con pazienti stranieri che gli Autori hanno cumulato, in ambiti e con ruoli diversi, nel tempo, convincendosi della necessità di addentrarsi in mondi spirituali tanto lontani. Nel loro quotidiano “vivere la morte” si sono posti degli interrogativi che solo nella sfera della religione possono trovar risposta. Nasce così questa panoramica grazie a cui ogni fede religiosa è illustrata nei suoi aspetti fondamentali prima di giungere a descrivere l’attitudine di questi credenti di fronte alle malattie, alla necessità di un trapianto, alla donazione di organi o di una trasfusione di sangue, oppure il dolore cronico del paziente neoplastico, al comatoso, al problema dell’aborto o del morente. Usi e rituali, talora noti, più spesso del tutto sconosciuti, sono offerti con spiegazioni che ci portano alla comprensione di atteggiamenti altrimenti enigmatici. L’ultima parte del volume ci riporta alla nostra quotidianità ed alle problematiche dilanianti che riguardano l’eutanasia, l’accanimento terapeutico ed il rapporto del paziente con la sua stessa morte. Chi opera nel settore sanitario dovrebbe impegnare tutte le proprie forze per umanizzare i rapporti nel massimo rispetto del paziente, delle sue idee, credo religioso e questa Opera può essere utile a tale scopo. In occasione di corsi ECM svolti nel 2005 per il personale sanitario strutturato nell’Azienda Policlinico “Umberto I” di Roma, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, per l’organizzazione di un Servizio Dipartimentale di Day Surgery, i discenti hanno sollevato problematiche squisitamente correlate al multiculturalismo con clienti-utenti di differenti estrazioni culturali e religiose. L’Ospedale in cui gli Autori prestano servizio, infatti, ha un’utenza multiculturale e variegata perché collocato nel centro della città di Roma, nei pressi della Stazione Termini e del quartiere Esquilino (abitato da numerosi asiatici) e ben collegato al quadrante Est, popolato da moltissimi stranieri. Il libro presenta una sintetica rassegna storico-filosofica delle religioni, focalizzando l’attenzione sugli aspetti che riguardano l’interpretazione delle principali tematiche di interesse sanitario nelle varie religioni: malattia, dolore, trapianto, trasfusione, aborto, morte, coma, autopsia, sepoltura. Nell’ottica della formazione continua di quanti hanno deciso di dedicare la propria esistenza alla cura dei loro simili, e di quanti che più per missione che per mestiere si impegnano alla difesa della pace nel mondo, offriamo la nostra ricerca con l’intento di approfondire le problematiche ed il sito massimochiaretti.wordpress.com rappresenta un WORK IN PROGRESS, ove studiosi, curiosi e comunque persone interessate all’argomento, potranno incontrarsi e partecipare ad una prossima edizione in italiano ed una traduzione in arabo, arricchite e forse… esaustive.
2009
01 Pubblicazione su rivista::01d Recensione
La vita e la morte: un excursus fra secoli e religioni all’Umberto I / Carru, Giovanna Angela; Chiaretti, Massimo. - In: INFERMIERE OGGI. - ISSN 2037-4364. - STAMPA. - 3:anno XIX(2009), p. 56.
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