Il ciborio duecentesco di S. Agata dei Goti viene rimosso nel Seicento durante i lavori eseguiti dal cardinale Antonio Barberini e alcuni frammenti sono ricollocati in tre punti diversi della chiesa. Gustavo Giovannoni riconosce le parti smembrate dell’opera e propone un progetto di ricomposizione, realizzato in collaborazione con l'architetto Ignazio Carlo Gavini, all'epoca in servizio presso la Regia Soprintendenza dell'arte medievale e moderna per il Lazio e gli Abruzzi. Dai documenti d’archivio rinvenuti si evince che le parti mancanti sono state realizzate in cemento armato similmente al restauro del ciborio di S. Saba. Si apre qui un discorso più ampio relativo all’uso dei materiali tradizionali e moderni nel restauro dei monumenti che si sofferma, in particolare, sulle soluzioni anticipatrici in cui i materiali moderni acquistano valenza figurativa.

Il ciborio di S. Agata dei Goti, considerazioni sull'uso dei materiali tradizionale e moderni nel restauro dei monumenti / Accorsi, MARIA LETIZIA. - (2003). (Intervento presentato al convegno Gustavo Giovannoni: riflessioni agli del XXI secolo / Giornata di studio dedicata a Gaetano Miarelli Mariani tenutosi a Roma, Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni nel 26 giugno 2003).

Il ciborio di S. Agata dei Goti, considerazioni sull'uso dei materiali tradizionale e moderni nel restauro dei monumenti

ACCORSI, MARIA LETIZIA
2003

Abstract

Il ciborio duecentesco di S. Agata dei Goti viene rimosso nel Seicento durante i lavori eseguiti dal cardinale Antonio Barberini e alcuni frammenti sono ricollocati in tre punti diversi della chiesa. Gustavo Giovannoni riconosce le parti smembrate dell’opera e propone un progetto di ricomposizione, realizzato in collaborazione con l'architetto Ignazio Carlo Gavini, all'epoca in servizio presso la Regia Soprintendenza dell'arte medievale e moderna per il Lazio e gli Abruzzi. Dai documenti d’archivio rinvenuti si evince che le parti mancanti sono state realizzate in cemento armato similmente al restauro del ciborio di S. Saba. Si apre qui un discorso più ampio relativo all’uso dei materiali tradizionali e moderni nel restauro dei monumenti che si sofferma, in particolare, sulle soluzioni anticipatrici in cui i materiali moderni acquistano valenza figurativa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/418218
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