"ONE OF THE DEFICIENT TV" (edited by F. De Domenico, M. Gavrila, A. Preta) Our dear television is fifty years old, and just as he cuts a significant milestone in danger of becoming our now dear old television: that box in the living room (actually now the mistress of several rooms in our homes!) seems to remain the same which we have become fond, but the scenario has changed dramatically in recent years, certainly less in Italy than in the rest of Europe, offering today still big news for the immediate future with the introduction of digital terrestrial television. "That's stupid TV" shows readers how a real rundown on the television landscape in strong change that thematizes the changes which occurred in a past not so far away and then the delicate transition the offer to the general theme still in progress, focusing then, like a magnifying glass, on a wide range of related issues ranging from the breakdown in traditional TV genres, the advertising market and the "sale" of the audience, the impact of changes taking place on the European legislative framework , to re-examine old and new professionals working in the television industry and the role of the University in the preparation of these new market according to the rules of the convergence trend. The starting point is the presentation of traditional TV, variously defined broadcast, mainstream, or even often in a derogatory tone, generalist, which, although submerged by constant accusations of poor quality content in front instead of an almost complete subjection to the law of large numbers, still defends the primacy of the Italians in the use of leisure time and now that loyal customers continue to prefer it to the new media certainly more impressive as the Internet and World Wide Web, DVD, video game consoles, etc., especially as concerning entertainment and information. On the one hand, therefore, is themed on the type of offer you are used to the general public native, with the deepening of the division into genres and their evolution over the years, the other the text devotes space to the slow metamorphosis of Italian television, particularly induced by 'advent of so-called commercials that have imposed in the television landscape still poor new competition rules, the new rules of the market, and last but not least new tastes and preferences in an increasingly demanding audience, more and more competent and disenchanted. Among other aspects, it is not neglected the weight that the advertising market has taken in the television industry, redefining in a consistent manner also the economic and financial balances of other media, influencing and soon the whole programming. However, despite the pervasiveness, especially in Italy, of an offer to broadcast type (and thus a flow of content designed simultaneously to all and sundry) free and relatively inexpensive, you can not not take into account the entry scene since the mid-late nineties, of television models as alternative Pay TV, Pay Per View, TV themes and VOD (Video On Demand) that disrupt focus of content and consumption habits of television. It is therefore presented a television multichannel, then richer

“QUELLA DEFICIENTE DELLA TV” (a cura di F. De Domenico, M. Gavrila, A. Preta) La nostra cara televisione compie cinquant’anni,e proprio mentre taglia un traguardo significativo rischia di diventare la nostra ormai vecchia,cara televisione: quella scatola in soggiorno(in realtà oggi padrona di più stanze nelle nostre case!) sembra restare sempre la stessa cui siamo ormai affezionati,ma lo scenario è cambiato notevolmente negli ultimi anni,in Italia sicuramente meno che nel resto d’Europa, prospettando oggi ancora grosse novità per l’immediato futuro con l’introduzione del digitale terrestre. “Quella deficiente della Tv” si presenta ai lettori come una vera e propria carrellata sul panorama televisivo in forte mutamento che tematizza le trasformazioni avvenute in un passato poi non così lontano e la delicata transizione dall’offerta generalista a quella tematica ancora in corso, soffermandosi poi, come una lente d’ingrandimento, su una vasta gamma di aspetti correlati che va dalla suddivisione in generi dell’offerta televisiva tradizionale, al mercato pubblicitario e la “vendita” dell’audience, alle ripercussioni dei cambiamenti in atto sullo scenario normativo europeo, fino a ridiscutere vecchie e nuove figure professionali che operano nell’industria televisiva ed il ruolo dell’Università nella preparazione di queste al nuovo mercato secondo le regole della convergenza in atto. Il punto di partenza è la presentazione della Tv tradizionale, variamente definita broadcast, mainstream o, addirittura spesso in tono dispregiativo, generalista, che, per quanto sommersa da continue accuse di scarsa qualità nei contenuti a fronte invece di una quasi totale sudditanza alla legge dei grandi numeri, difende ancora oggi il primato nell’impiego del leisure time degli italiani che, ormai fidelizzati, continuano a preferirla a nuovi media sicuramente più suggestivi come Internet e il World Wide Web, dvd, video game consolle,etc., soprattutto per ciò che concerne lo svago e l’informazione. Da una parte dunque viene tematizzato il tipo di offerta generalista cui è abituato il pubblico autoctono, con l’approfondimento della suddivisione in generi e della loro evoluzione negli anni; dall’altra il testo dedica spazio alla lenta metamorfosi della Tv italiana, indotta particolarmente dall’avvento delle cosiddette commercials che hanno imposto nel panorama televisivo ancora povero nuove regole di concorrenza, nuove leggi di mercato, e non per ultimo nuovi gusti e nuove preferenze in un platea sempre più esigente, sempre più competente e disincantata. Tra gli altri aspetti, non viene trascurato il peso che il mercato pubblicitario ha assunto nell’industria della televisione, ridefinendo in maniera consistente anche gli equilibri finanziari ed economici degli altri mass media,e influenzando ben presto l’intera programmazione generalista. Tuttavia, nonostante la pervasività, soprattutto in Italia,di un’offerta di tipo broadcast (e dunque di un flusso di contenuti destinati in contemporanea a tutti indistintamente) libera e relativamente poco costosa, non si può certo non prendere in debita considerazione l’entrata in scena ,dalla metà degli ultimi anni novanta, di modelli televisivi alternativi come Pay Tv,Pay per View, Tv tematica e VOD ( Video On Demand ) che stravolgono impostazioni contenutistiche e abitudini di consumo del mezzo televisivo. Viene pertanto presentata una televisione multichannel, quindi più ricca; di tipo narrowcasting, legata ad un’offerta mirata e a un consumo di tipo selettivo; non free to air, ma basata perlopiù su abbonamento al servizio codificato a pagamento; proposta con modalità diffusive diverse dal terrestre, prima con il satellite, poi con l’aggiunta del servizio via cavo; e per finire, sempre più indissolubilmente legata alle innovazioni introdotte dalla tecnologia digitale che si traducono nell’ulteriore proliferazione dei canali, dunque in un menu ancora più ricco, nella migliore qualità del segnale, e soprattutto nell’opportunità di servizi e contenuti interattivi offerti all’utente-consumatore( Enhanced Tv, Open Internet, Walled garden). Un attenzione particolare viene poi riservata all’interno del testo alla singolarità del mercato italiano, in cui appare ancora difficile poter battere la formula vincente della mainstream television in chiaro e via etere, di una Tv cioè che diverte senza gravare sui bilanci familiari di fine mese, e in cui restrizioni normative hanno reso difficile ad oggi lo sviluppo di modalità diffusive alternative al terrestre. Con lo sguardo proiettato al futuro ormai immediato, si affrontano problematiche relative all’avvento anche in Italia del digitale terrestre, innanzitutto prefigurando in chiave sociologica possibili reazioni del tradizionalista pubblico italiano e possibili soluzioni anche alla luce delle resistenze passate del Paese ad una Tv più o meno diversa da quella generalista; e approfondendo poi le implicazioni di carattere legislativo relative non soltanto alla conversione dall’analogico al digitale, ma più in generale al passaggio ad un nuovo diritto della convergenza sia a livello locale che ovviamente a livello Comunitario. A conclusione di un discorso incentrato sulle tante trasformazioni che hanno interessato ed interessano il panorama televisivo sotto diversi profili, “ Quella deficiente della Tv” non tralascia di curare alcuni ultimi aspetti evidentemente connessi tra loro: i cambiamenti strutturali dell’industria televisiva che ridefinisce oggi le figure professionali tradizionali affiancandovi allo stesso tempo profili innovativi, con una tensione particolare al continuo aggiornamento pratico e conoscitivo, e alla preferenza per il lavoro autonomo e flessibile. Nuove configurazioni di mercato, quindi,cui deve saper rispondere in primis l’istituzione universitaria adeguando la propria offerta formativa alle nuove impellenti esigenze, e preparando dunque le migliaia di studenti che affollano le aule della facoltà di Scienze della Comunicazione ad affrontare lo skill shortage attuale districandosi adeguatamente tra richiesta di specialismo vs richiesta di multimansione. È con questo rimando alle responsabilità del mondo accademico che si conclude un libro che ha affrontato l’impresa di descrivere il più esaustivamente possibile un medium tanto amato quanto discusso, proponendosi nel ruolo di guida all’orientamento nella giungla della Tv che cambia anche attraverso un glossario finale che aiuta a districarsi meglio tra vecchi e soprattutto nuovi linguaggi della Tv globale…in attesa di risvolti ormai prossimi.

Per una sociologia della teleindipendenza? / Gavrila, Mihaela. - STAMPA. - 1(2002), pp. 153-175.

Per una sociologia della teleindipendenza?

GAVRILA, Mihaela
2002

Abstract

"ONE OF THE DEFICIENT TV" (edited by F. De Domenico, M. Gavrila, A. Preta) Our dear television is fifty years old, and just as he cuts a significant milestone in danger of becoming our now dear old television: that box in the living room (actually now the mistress of several rooms in our homes!) seems to remain the same which we have become fond, but the scenario has changed dramatically in recent years, certainly less in Italy than in the rest of Europe, offering today still big news for the immediate future with the introduction of digital terrestrial television. "That's stupid TV" shows readers how a real rundown on the television landscape in strong change that thematizes the changes which occurred in a past not so far away and then the delicate transition the offer to the general theme still in progress, focusing then, like a magnifying glass, on a wide range of related issues ranging from the breakdown in traditional TV genres, the advertising market and the "sale" of the audience, the impact of changes taking place on the European legislative framework , to re-examine old and new professionals working in the television industry and the role of the University in the preparation of these new market according to the rules of the convergence trend. The starting point is the presentation of traditional TV, variously defined broadcast, mainstream, or even often in a derogatory tone, generalist, which, although submerged by constant accusations of poor quality content in front instead of an almost complete subjection to the law of large numbers, still defends the primacy of the Italians in the use of leisure time and now that loyal customers continue to prefer it to the new media certainly more impressive as the Internet and World Wide Web, DVD, video game consoles, etc., especially as concerning entertainment and information. On the one hand, therefore, is themed on the type of offer you are used to the general public native, with the deepening of the division into genres and their evolution over the years, the other the text devotes space to the slow metamorphosis of Italian television, particularly induced by 'advent of so-called commercials that have imposed in the television landscape still poor new competition rules, the new rules of the market, and last but not least new tastes and preferences in an increasingly demanding audience, more and more competent and disenchanted. Among other aspects, it is not neglected the weight that the advertising market has taken in the television industry, redefining in a consistent manner also the economic and financial balances of other media, influencing and soon the whole programming. However, despite the pervasiveness, especially in Italy, of an offer to broadcast type (and thus a flow of content designed simultaneously to all and sundry) free and relatively inexpensive, you can not not take into account the entry scene since the mid-late nineties, of television models as alternative Pay TV, Pay Per View, TV themes and VOD (Video On Demand) that disrupt focus of content and consumption habits of television. It is therefore presented a television multichannel, then richer
2002
Quella deficiente della tv. Mainstream tv e multichannel
9788846441416
“QUELLA DEFICIENTE DELLA TV” (a cura di F. De Domenico, M. Gavrila, A. Preta) La nostra cara televisione compie cinquant’anni,e proprio mentre taglia un traguardo significativo rischia di diventare la nostra ormai vecchia,cara televisione: quella scatola in soggiorno(in realtà oggi padrona di più stanze nelle nostre case!) sembra restare sempre la stessa cui siamo ormai affezionati,ma lo scenario è cambiato notevolmente negli ultimi anni,in Italia sicuramente meno che nel resto d’Europa, prospettando oggi ancora grosse novità per l’immediato futuro con l’introduzione del digitale terrestre. “Quella deficiente della Tv” si presenta ai lettori come una vera e propria carrellata sul panorama televisivo in forte mutamento che tematizza le trasformazioni avvenute in un passato poi non così lontano e la delicata transizione dall’offerta generalista a quella tematica ancora in corso, soffermandosi poi, come una lente d’ingrandimento, su una vasta gamma di aspetti correlati che va dalla suddivisione in generi dell’offerta televisiva tradizionale, al mercato pubblicitario e la “vendita” dell’audience, alle ripercussioni dei cambiamenti in atto sullo scenario normativo europeo, fino a ridiscutere vecchie e nuove figure professionali che operano nell’industria televisiva ed il ruolo dell’Università nella preparazione di queste al nuovo mercato secondo le regole della convergenza in atto. Il punto di partenza è la presentazione della Tv tradizionale, variamente definita broadcast, mainstream o, addirittura spesso in tono dispregiativo, generalista, che, per quanto sommersa da continue accuse di scarsa qualità nei contenuti a fronte invece di una quasi totale sudditanza alla legge dei grandi numeri, difende ancora oggi il primato nell’impiego del leisure time degli italiani che, ormai fidelizzati, continuano a preferirla a nuovi media sicuramente più suggestivi come Internet e il World Wide Web, dvd, video game consolle,etc., soprattutto per ciò che concerne lo svago e l’informazione. Da una parte dunque viene tematizzato il tipo di offerta generalista cui è abituato il pubblico autoctono, con l’approfondimento della suddivisione in generi e della loro evoluzione negli anni; dall’altra il testo dedica spazio alla lenta metamorfosi della Tv italiana, indotta particolarmente dall’avvento delle cosiddette commercials che hanno imposto nel panorama televisivo ancora povero nuove regole di concorrenza, nuove leggi di mercato, e non per ultimo nuovi gusti e nuove preferenze in un platea sempre più esigente, sempre più competente e disincantata. Tra gli altri aspetti, non viene trascurato il peso che il mercato pubblicitario ha assunto nell’industria della televisione, ridefinendo in maniera consistente anche gli equilibri finanziari ed economici degli altri mass media,e influenzando ben presto l’intera programmazione generalista. Tuttavia, nonostante la pervasività, soprattutto in Italia,di un’offerta di tipo broadcast (e dunque di un flusso di contenuti destinati in contemporanea a tutti indistintamente) libera e relativamente poco costosa, non si può certo non prendere in debita considerazione l’entrata in scena ,dalla metà degli ultimi anni novanta, di modelli televisivi alternativi come Pay Tv,Pay per View, Tv tematica e VOD ( Video On Demand ) che stravolgono impostazioni contenutistiche e abitudini di consumo del mezzo televisivo. Viene pertanto presentata una televisione multichannel, quindi più ricca; di tipo narrowcasting, legata ad un’offerta mirata e a un consumo di tipo selettivo; non free to air, ma basata perlopiù su abbonamento al servizio codificato a pagamento; proposta con modalità diffusive diverse dal terrestre, prima con il satellite, poi con l’aggiunta del servizio via cavo; e per finire, sempre più indissolubilmente legata alle innovazioni introdotte dalla tecnologia digitale che si traducono nell’ulteriore proliferazione dei canali, dunque in un menu ancora più ricco, nella migliore qualità del segnale, e soprattutto nell’opportunità di servizi e contenuti interattivi offerti all’utente-consumatore( Enhanced Tv, Open Internet, Walled garden). Un attenzione particolare viene poi riservata all’interno del testo alla singolarità del mercato italiano, in cui appare ancora difficile poter battere la formula vincente della mainstream television in chiaro e via etere, di una Tv cioè che diverte senza gravare sui bilanci familiari di fine mese, e in cui restrizioni normative hanno reso difficile ad oggi lo sviluppo di modalità diffusive alternative al terrestre. Con lo sguardo proiettato al futuro ormai immediato, si affrontano problematiche relative all’avvento anche in Italia del digitale terrestre, innanzitutto prefigurando in chiave sociologica possibili reazioni del tradizionalista pubblico italiano e possibili soluzioni anche alla luce delle resistenze passate del Paese ad una Tv più o meno diversa da quella generalista; e approfondendo poi le implicazioni di carattere legislativo relative non soltanto alla conversione dall’analogico al digitale, ma più in generale al passaggio ad un nuovo diritto della convergenza sia a livello locale che ovviamente a livello Comunitario. A conclusione di un discorso incentrato sulle tante trasformazioni che hanno interessato ed interessano il panorama televisivo sotto diversi profili, “ Quella deficiente della Tv” non tralascia di curare alcuni ultimi aspetti evidentemente connessi tra loro: i cambiamenti strutturali dell’industria televisiva che ridefinisce oggi le figure professionali tradizionali affiancandovi allo stesso tempo profili innovativi, con una tensione particolare al continuo aggiornamento pratico e conoscitivo, e alla preferenza per il lavoro autonomo e flessibile. Nuove configurazioni di mercato, quindi,cui deve saper rispondere in primis l’istituzione universitaria adeguando la propria offerta formativa alle nuove impellenti esigenze, e preparando dunque le migliaia di studenti che affollano le aule della facoltà di Scienze della Comunicazione ad affrontare lo skill shortage attuale districandosi adeguatamente tra richiesta di specialismo vs richiesta di multimansione. È con questo rimando alle responsabilità del mondo accademico che si conclude un libro che ha affrontato l’impresa di descrivere il più esaustivamente possibile un medium tanto amato quanto discusso, proponendosi nel ruolo di guida all’orientamento nella giungla della Tv che cambia anche attraverso un glossario finale che aiuta a districarsi meglio tra vecchi e soprattutto nuovi linguaggi della Tv globale…in attesa di risvolti ormai prossimi.
Televisione; Personalizzazione; Time budget; Nuovi stili di vita
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Per una sociologia della teleindipendenza? / Gavrila, Mihaela. - STAMPA. - 1(2002), pp. 153-175.
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