Il progetto è stato affrontato nell'ottica della duplice polarità, archeologica e religiosa, insita nel tema. La complessità delle fasi storiche presenti imponeva innanzitutto la valutazione della “qualità” dei singoli elementi ai fini della loro valorizzazione, rimozione o modificazione, nell’evidenza di trovarsi di fronte a un aggregato di parti ricche e meno ricche di valori artistici e storici, più o meno trasformate nel tempo. Da queste premesse discendono le opposizioni che hanno orientato la proposta: prima tra queste, conseguente al riconoscimento del massimo valore storico e architettonico da attribuire oggi al tempio romano e al recupero della sua originaria spazialità, la ricostruzione del livello pavimentale augusteo e, successivamente, l’estensione della medesima quota di calpestio al “coro-presbiterio barocco”, allo scopo di ottenere continuità spaziale e funzionale (aula-presbiterio) e continuità liturgica (assemblea-altare-cattedra episcopale). L’originaria “cappella maggiore” e l’altare barocco appaiono recuperabili con la reintegrazione delle parti mancanti, imponendo di mantenere, per lo spazio relativo, il livello esistente. Infine, per restituire al tempio augusteo il proprio valore simbolico e rappresentativo, è sembrato opportuno frazionare i volumi presbiteriali, presentandone le singole coperture in forma estradossata, al fine di ottenere un nuovo, calibrato, inserimento nel contesto ambientale.

Concorso di restauro per la Chiesa Cattedrale-Tempio di Augusto a Pozzuoli (Napoli) / Bozzoni, Corrado; G., Cantone; A., Cyrillo Gomes; L., Conte; DE CESARIS, Fabrizio; Viscogliosi, Alessandro; E., La Rocca. - (2005).

Concorso di restauro per la Chiesa Cattedrale-Tempio di Augusto a Pozzuoli (Napoli)

BOZZONI, Corrado;DE CESARIS, FABRIZIO;VISCOGLIOSI, Alessandro;
2005

Abstract

Il progetto è stato affrontato nell'ottica della duplice polarità, archeologica e religiosa, insita nel tema. La complessità delle fasi storiche presenti imponeva innanzitutto la valutazione della “qualità” dei singoli elementi ai fini della loro valorizzazione, rimozione o modificazione, nell’evidenza di trovarsi di fronte a un aggregato di parti ricche e meno ricche di valori artistici e storici, più o meno trasformate nel tempo. Da queste premesse discendono le opposizioni che hanno orientato la proposta: prima tra queste, conseguente al riconoscimento del massimo valore storico e architettonico da attribuire oggi al tempio romano e al recupero della sua originaria spazialità, la ricostruzione del livello pavimentale augusteo e, successivamente, l’estensione della medesima quota di calpestio al “coro-presbiterio barocco”, allo scopo di ottenere continuità spaziale e funzionale (aula-presbiterio) e continuità liturgica (assemblea-altare-cattedra episcopale). L’originaria “cappella maggiore” e l’altare barocco appaiono recuperabili con la reintegrazione delle parti mancanti, imponendo di mantenere, per lo spazio relativo, il livello esistente. Infine, per restituire al tempio augusteo il proprio valore simbolico e rappresentativo, è sembrato opportuno frazionare i volumi presbiteriali, presentandone le singole coperture in forma estradossata, al fine di ottenere un nuovo, calibrato, inserimento nel contesto ambientale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/408866
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