Il complesso architettonico è l'insieme di edifici che rispondono a tre tipologie: edifici di rappresentanza a due piani: murature portanti in mattoni pieni, solai in ferro e laterizio, fregi e cornici in stile neoclassico; edifici a padiglione: murature perimetrali portanti in mattoni pieni, finiture in travertino, coperture a tetto con capriate in ferro e laterizio; tettoie aperte: strutture verticali in ghisa stampata, coperture a tetto con capriate in ferro e laterizio. Dalle caratteristiche tipologiche adottate emerge l'intenzione del progettista, l’architetto Ersoch, di realizzare uno stabilimento di mattazione industriale in cui le qualità specifiche dei manufatti sono determinate dalle funzioni che si svolgono al loro interno. La ottimizzazione del funzionamento è assicurata da impianti tecnologici progettati dallo stesso architetto interessante esempio di design di fine Ottocento. Per il recupero di un qualsiasi complesso diventa indispensabile la completa conoscenza delle sue qualità strutturali, funzionali, formali e dello stato di conservazione. Le operazioni di rilievo sono quindi dirette a desumere dalla realtà oggettiva tutti gli elementi che la determinano e ad organizzare e comunicare i dati raccolti in un opportuno modello comunicativo. È evidente comunque che il "modello rilievo" per quanto preciso e dettagliato non potrà mai sostituire l'oggetto stesso. Le ricerche del Dipartimento di Rappresentazione e Rilievo della Facoltà di Architettura di Roma "La Sapienza" hanno definito un nuovo atteggiamento nei confronti del rilievo riconoscendo a questa disciplina una sua specificità: attraverso l'acquisizione e riorganizzazione dei dati si tenta di dare dell'oggetto un modello il più vicino possibile alla realtà. Si propone, quindi, un atteggiamento ancora diverso: creare un "modello rilievo", capace di dare tutte le informazioni utili per il riconoscimento e la conoscenza approfondita dell'oggetto architettonico, capace inoltre di arricchirsi di tutte, quelle specificità proprie per cui il rilievo è richiesto. Un "modello rilievo dinamico" aperto a tutte le integrazioni che con il tempo possono andare ad arricchire i dati di base, caratterizzando di volta in volta il rilievo in funzione del fruitore che legge ed elabora tali informazioni. Visti i motivi che determinano la scelta da parte del Comune di Roma di recupero dell'intera area ed anche le caratteristiche proprie di ogni edificio si è scelto di procedere attraverso varie fasi di approfondimento capaci di descrivere l'impianto come complesso organismo composto da singoli edifici caratterizzati stilisticamente e tipologicamente nei dettagli. Si possono distinguere quattro fasi nella definizione del rilievo. Prima fase, il rilievo topografico dell'intera area di sedime capace di indicare eventuali cambi di pendenza, allineamenti tra gli edifici e le posizioni di questi sull'area. Seconda fase, il rilevo diretto e strumentale per indagare sulle caratteristiche metriche in pianta ed in elevato di ogni edificio. Terza fase, il rilievo che penetra a fondo sulle caratteristiche decorative (cornici, fregi, dettagli costruttivi ecc.) proprie di ogni edificio. Quarta fase, la rappresentazione dei dati rilevati su uno strumento informatico capace di gestire tutti i dati determinati attraverso le varie fasi di rilievo. Il rilievo di un oggetto architettonico, al di fuori della precisione dello strumento di rilievo adottato, contiene sempre errori. La scelta di lavorare con un elaboratore ha reso evidente una certa incompatibilità tra l'assoluta precisione del mezzo rappresentativo (computer) e la inevitabile imprecisione della misurazione sul luogo. È stata quindi adottata una procedura che partendo dal rilievo ricreava una tipologia compositiva che veniva riconfrontata con quella di rilievo. È stato così possibile distribuire l'errore nei limiti prefissati ed anche apprezzare l'eccezione che corrisponde sempre ad una precisa volontà architettonica funzionale o formale. Anche le gerarchie compositive progettuali, le simmetrie delle finestre rispetto ai portoni, i ricorsi orizzontali, i bugnati e le cornici, sono state con procedimenti analoghi verificate e confrontate, allorquando risultano disattese manifestano una precisa volontà del progettista e costruttore. Si può quindi dire che la procedura adottata è di tipo architettonico; il rilevatore si è sostituito all'architetto progettista e come lui ha costruito una serie di standard giustapposti e organizzati in uno spazio compositivo definito dalle certezze metriche del rilievo topografico; ha confrontato lo standard con il rilievo per poter apprezzare le eventuali differenze al di fuori dell'errore consentito. In tal caso la differenza assumeva un significato specifico in quanto eccezione sostanziale della progettazione o della costruzione ed il rilevatore ha potuto apprezzarne le caratteristiche e le conseguenze che si ripercuotono sull'intero edificio. È evidente però che l'operazione grafica che soprintende la progettazione non è sempre rilevabile; gli assi principali di simmetria, gli assi delle finestre e delle porte, i ricorsi orizzontali dei prospetti o le geometrie delle piante sono segni che rimangono sul foglio di carta usato dal progettista e non c'è traccia nell'edificio costruito. Questa esperienza testimonia che è possibile fare l'operazione inversa usando il rilievo per ricostruire le geometrie che hanno definito l'architettura. La procedura gerarchica adottata è anche un continuo confronto dei dati, dal rilievo topografico al più piccolo dettaglio. Tutte le parti che compongono l'organismo architettonico sono state definite partendo dalle misure principali rilevate (rilievo topografico), ricostruendo le gerarchie formali volute dal progettista, verificandole con il rilievo e per gerarchie successive sino al particolare più minuto. Questa procedura ha prodotto un risultato grafico che di molto supera le aspettative determinate dalla scala grafica di riferimento poi adottata per l'uscita su carta degli elaborati. I dati del rilievo si trasformano in immagini che danno informazioni di massima sull'ordinamento spaziale e distributivo delle architetture rilevate e informazioni precise sui particolari costruttivi e decorativi che le caratterizzano.

Le procedure per il rilievo e il trattamento delle architetture / Casale, Andrea. - STAMPA. - (2001), pp. 44-50.

Le procedure per il rilievo e il trattamento delle architetture

CASALE, Andrea
2001

Abstract

Il complesso architettonico è l'insieme di edifici che rispondono a tre tipologie: edifici di rappresentanza a due piani: murature portanti in mattoni pieni, solai in ferro e laterizio, fregi e cornici in stile neoclassico; edifici a padiglione: murature perimetrali portanti in mattoni pieni, finiture in travertino, coperture a tetto con capriate in ferro e laterizio; tettoie aperte: strutture verticali in ghisa stampata, coperture a tetto con capriate in ferro e laterizio. Dalle caratteristiche tipologiche adottate emerge l'intenzione del progettista, l’architetto Ersoch, di realizzare uno stabilimento di mattazione industriale in cui le qualità specifiche dei manufatti sono determinate dalle funzioni che si svolgono al loro interno. La ottimizzazione del funzionamento è assicurata da impianti tecnologici progettati dallo stesso architetto interessante esempio di design di fine Ottocento. Per il recupero di un qualsiasi complesso diventa indispensabile la completa conoscenza delle sue qualità strutturali, funzionali, formali e dello stato di conservazione. Le operazioni di rilievo sono quindi dirette a desumere dalla realtà oggettiva tutti gli elementi che la determinano e ad organizzare e comunicare i dati raccolti in un opportuno modello comunicativo. È evidente comunque che il "modello rilievo" per quanto preciso e dettagliato non potrà mai sostituire l'oggetto stesso. Le ricerche del Dipartimento di Rappresentazione e Rilievo della Facoltà di Architettura di Roma "La Sapienza" hanno definito un nuovo atteggiamento nei confronti del rilievo riconoscendo a questa disciplina una sua specificità: attraverso l'acquisizione e riorganizzazione dei dati si tenta di dare dell'oggetto un modello il più vicino possibile alla realtà. Si propone, quindi, un atteggiamento ancora diverso: creare un "modello rilievo", capace di dare tutte le informazioni utili per il riconoscimento e la conoscenza approfondita dell'oggetto architettonico, capace inoltre di arricchirsi di tutte, quelle specificità proprie per cui il rilievo è richiesto. Un "modello rilievo dinamico" aperto a tutte le integrazioni che con il tempo possono andare ad arricchire i dati di base, caratterizzando di volta in volta il rilievo in funzione del fruitore che legge ed elabora tali informazioni. Visti i motivi che determinano la scelta da parte del Comune di Roma di recupero dell'intera area ed anche le caratteristiche proprie di ogni edificio si è scelto di procedere attraverso varie fasi di approfondimento capaci di descrivere l'impianto come complesso organismo composto da singoli edifici caratterizzati stilisticamente e tipologicamente nei dettagli. Si possono distinguere quattro fasi nella definizione del rilievo. Prima fase, il rilievo topografico dell'intera area di sedime capace di indicare eventuali cambi di pendenza, allineamenti tra gli edifici e le posizioni di questi sull'area. Seconda fase, il rilevo diretto e strumentale per indagare sulle caratteristiche metriche in pianta ed in elevato di ogni edificio. Terza fase, il rilievo che penetra a fondo sulle caratteristiche decorative (cornici, fregi, dettagli costruttivi ecc.) proprie di ogni edificio. Quarta fase, la rappresentazione dei dati rilevati su uno strumento informatico capace di gestire tutti i dati determinati attraverso le varie fasi di rilievo. Il rilievo di un oggetto architettonico, al di fuori della precisione dello strumento di rilievo adottato, contiene sempre errori. La scelta di lavorare con un elaboratore ha reso evidente una certa incompatibilità tra l'assoluta precisione del mezzo rappresentativo (computer) e la inevitabile imprecisione della misurazione sul luogo. È stata quindi adottata una procedura che partendo dal rilievo ricreava una tipologia compositiva che veniva riconfrontata con quella di rilievo. È stato così possibile distribuire l'errore nei limiti prefissati ed anche apprezzare l'eccezione che corrisponde sempre ad una precisa volontà architettonica funzionale o formale. Anche le gerarchie compositive progettuali, le simmetrie delle finestre rispetto ai portoni, i ricorsi orizzontali, i bugnati e le cornici, sono state con procedimenti analoghi verificate e confrontate, allorquando risultano disattese manifestano una precisa volontà del progettista e costruttore. Si può quindi dire che la procedura adottata è di tipo architettonico; il rilevatore si è sostituito all'architetto progettista e come lui ha costruito una serie di standard giustapposti e organizzati in uno spazio compositivo definito dalle certezze metriche del rilievo topografico; ha confrontato lo standard con il rilievo per poter apprezzare le eventuali differenze al di fuori dell'errore consentito. In tal caso la differenza assumeva un significato specifico in quanto eccezione sostanziale della progettazione o della costruzione ed il rilevatore ha potuto apprezzarne le caratteristiche e le conseguenze che si ripercuotono sull'intero edificio. È evidente però che l'operazione grafica che soprintende la progettazione non è sempre rilevabile; gli assi principali di simmetria, gli assi delle finestre e delle porte, i ricorsi orizzontali dei prospetti o le geometrie delle piante sono segni che rimangono sul foglio di carta usato dal progettista e non c'è traccia nell'edificio costruito. Questa esperienza testimonia che è possibile fare l'operazione inversa usando il rilievo per ricostruire le geometrie che hanno definito l'architettura. La procedura gerarchica adottata è anche un continuo confronto dei dati, dal rilievo topografico al più piccolo dettaglio. Tutte le parti che compongono l'organismo architettonico sono state definite partendo dalle misure principali rilevate (rilievo topografico), ricostruendo le gerarchie formali volute dal progettista, verificandole con il rilievo e per gerarchie successive sino al particolare più minuto. Questa procedura ha prodotto un risultato grafico che di molto supera le aspettative determinate dalla scala grafica di riferimento poi adottata per l'uscita su carta degli elaborati. I dati del rilievo si trasformano in immagini che danno informazioni di massima sull'ordinamento spaziale e distributivo delle architetture rilevate e informazioni precise sui particolari costruttivi e decorativi che le caratterizzano.
2001
Il mattatoio di Testaccio a Roma. Metodi e strumenti per la riqualificazione del patrimonio architettonico
9788849202250
Rilievo; errore; controllo; progetto
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Le procedure per il rilievo e il trattamento delle architetture / Casale, Andrea. - STAMPA. - (2001), pp. 44-50.
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