La scheda, “Scavi, studi e primi interventi di restauro sui resti archeologici del teatro” (di Natalina Mannino) si basa su una ricerca originale della scrivente che ha avuto accesso ad un ricco repertorio di fonti archivistiche e testi a stampa. Il saggio approfondisce i processi di trasformazione della zona archeologica imperniata sul Teatro romano di Teramo e sull’adiacente Anfiteatro che in età moderna sono stati completamente occultati dall’edilizia abitativa. Il contributo ripercorre la storia degli scavi archeologici e le modalità di restauro dei resti messe in atto nel tempo per la loro conservazione e fruizione. Riconsidera criticamente le acquisizioni emerse in vista della valorizzazione dei ruderi teatrali e della riqualificazione urbana della zona. Il saggio inoltre traccia un excursus storico-critico degli studi relativi all’area in esame. Il Teatro, perduta la sua pristina destinazione d’uso, era stato accorpato, in un primo tempo, nel sistema difensivo della città fortificata ridottasi all’area monumentale romana, per poi essere progressivamente occupato nei suoi cunei da abitazioni medievali e luoghi per attività artigianali. Il monumento, dopo diverse trasformazioni e aggiunte subite fino agli inizi del Novecento, fu rivalutato dallo storico e archeologo teramano Francesco Savini. Continuò l’opera d’indagine, di scavo e di restauro l’archeologo Edoardo Galli estendendola a gran parte dell’area e rendendo visibili i resti con la distruzione delle prime case. Come già ricordato, pur liberando circa metà della cavea, le demolizioni degli anni Sessanta del Novecento generarono la perdita irreversibile di molte testimonianze edilizie. Nuovi scavi nell’area della scena del Teatro, eseguiti nel corso degli anni Ottanta, fecero ipotizzare la presenza di una porticus post scenam e portarono a riscoprire l’aditus maximus orientale. Negli anni Novanta s’intervenne sui resti del monumento con consolidamenti risultati non compatibili con le caratteristiche litologiche del materiale costituente l’edificio teatrale. Per tale ragione, la Soprintendenza Archeologica d’Abruzzo ha aperto un cantiere di restauro nel corso del 2010. La scheda riassume infine lo stato degli studi, ricco di notizie e ipotesi critiche formulate da autorevoli archeologi e studiosi che tuttavia non hanno ancora consentito di far definitivamente luce sulle complesse vicende storico-architettoniche riguardanti il Teatro teramano.

Scavi, studi e primi interventi di restauro sui resti archeologici del Teatro / Mannino, Natalina. - STAMPA. - (2012), pp. 20-24.

Scavi, studi e primi interventi di restauro sui resti archeologici del Teatro

MANNINO, Natalina
2012

Abstract

La scheda, “Scavi, studi e primi interventi di restauro sui resti archeologici del teatro” (di Natalina Mannino) si basa su una ricerca originale della scrivente che ha avuto accesso ad un ricco repertorio di fonti archivistiche e testi a stampa. Il saggio approfondisce i processi di trasformazione della zona archeologica imperniata sul Teatro romano di Teramo e sull’adiacente Anfiteatro che in età moderna sono stati completamente occultati dall’edilizia abitativa. Il contributo ripercorre la storia degli scavi archeologici e le modalità di restauro dei resti messe in atto nel tempo per la loro conservazione e fruizione. Riconsidera criticamente le acquisizioni emerse in vista della valorizzazione dei ruderi teatrali e della riqualificazione urbana della zona. Il saggio inoltre traccia un excursus storico-critico degli studi relativi all’area in esame. Il Teatro, perduta la sua pristina destinazione d’uso, era stato accorpato, in un primo tempo, nel sistema difensivo della città fortificata ridottasi all’area monumentale romana, per poi essere progressivamente occupato nei suoi cunei da abitazioni medievali e luoghi per attività artigianali. Il monumento, dopo diverse trasformazioni e aggiunte subite fino agli inizi del Novecento, fu rivalutato dallo storico e archeologo teramano Francesco Savini. Continuò l’opera d’indagine, di scavo e di restauro l’archeologo Edoardo Galli estendendola a gran parte dell’area e rendendo visibili i resti con la distruzione delle prime case. Come già ricordato, pur liberando circa metà della cavea, le demolizioni degli anni Sessanta del Novecento generarono la perdita irreversibile di molte testimonianze edilizie. Nuovi scavi nell’area della scena del Teatro, eseguiti nel corso degli anni Ottanta, fecero ipotizzare la presenza di una porticus post scenam e portarono a riscoprire l’aditus maximus orientale. Negli anni Novanta s’intervenne sui resti del monumento con consolidamenti risultati non compatibili con le caratteristiche litologiche del materiale costituente l’edificio teatrale. Per tale ragione, la Soprintendenza Archeologica d’Abruzzo ha aperto un cantiere di restauro nel corso del 2010. La scheda riassume infine lo stato degli studi, ricco di notizie e ipotesi critiche formulate da autorevoli archeologi e studiosi che tuttavia non hanno ancora consentito di far definitivamente luce sulle complesse vicende storico-architettoniche riguardanti il Teatro teramano.
2012
Il Teatro romano di Teramo. Ricerche e proposte per la valorizzazione
9788863210323
Storia dell’architettura; archeologia; Italia; Abruzzo; Teramo; Teatro romano; Anfiteatro; Castrum Aprutiensis; chiesa di S. Bartolomeo; Francesco Savini; Edoardo Galli; Luigi Savorini; Ernesto Narcisi; Sigismondo Montani; Andrea Cardellini; piano di risanamento; S. Maria a Bitetto; Commissione Provinciale dei Monumenti; Soprintendenza Archeologica; “ProgettoTeramo”; cavea; maeniana; scena; frons scaenae; frontescena; pulpitum; gradinate; orchestra; volta rampante; cuneo; ambulacro; scale; restauro archeologico; restauro di liberazione; recupero; studio di fattibilità; siti archeologici urbani; aree archeologiche centrali; stratificazioni storiche; preesistenze storiche; città storica; valorizzazione; restauro urbano; palazzo Salvoni; palazzo Adamoli
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Scavi, studi e primi interventi di restauro sui resti archeologici del Teatro / Mannino, Natalina. - STAMPA. - (2012), pp. 20-24.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/404944
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact