The study of Michela Catto (A panopticon catechesis. Confraternity of Christian doctrine in the modern age, Rome, Issues of History and Literature, 2003, p. 322) is now helping to shed new light on this issue and remember how the catechism can rise to paradigm governing implementation of the construction of the church of Rome after the Council of Trent, until the eve of the Revolution in Italy. Only then, as we explained, we also produce an epistemological break in the conception of the catechism that will educate not more uniformity and reproduction of ideological codes, acts to defend and preserve the existing, but to citizenship. Pin this strategy 'concentration camp' was of course the Bellarmine catechism which fits as the official Catechism of the Catholic, differentiated according to the learning ability and calibrated sull'anelito salvation of the faithful, according to what was the propaganda of the post-Tridentine church. It was the same Jesuit to talk about the structure of his catechism as a closed universe: he spoke of it as a house with a foundation of faith, hope walls and a roof of charity. The study of an excavation Catto is important to grasp, thanks to the massive amount of archival sources, and mechanisms for the long-term success of the Roman pastoral and to describe the microphysics of power put up by the Catholic Church of the Old Regime to sublimate search of spiritual perfection and together govern society. It is no coincidence that on the very eve of the Revolution, new Catholic theologians returned to play on the hegemony of the moral catechesis bellarminiana, hiding behind it a fierce battle between tolerance and intransigence, between primacy and greater democracy in the church to try to circumvent the incipient secularization.

Lo studio di Michela Catto (Un panopticon catechistico. L’arciconfraternita della dottrina cristiana in età moderna, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 322) contribuisce ora a fare nuova luce sulla questione e a ricordare come il catechismo possa assurgere a paradigma della costruzione disciplinante messa in opera dalla chiesa di Roma all’indomani del Concilio di Trento, fino alla vigilia della Rivoluzione in Italia. Solo allora, come ben spiegato, si produrrà una rottura epistemologica anche nella concezione del catechismo che dovrà educare non più all’uniformità e alla riproduzione di codici ideologici, atti a difendere e preservare l’esistente, ma alla cittadinanza. Perno di questa strategia ‘concentrazionaria’ era naturalmente il catechismo del Bellarmino che si imporrà come il catechismo ufficiale della cattolicità, differenziato secondo la capacità di apprendimento e tarato sull’anelito di salvezza dei fedeli, secondo quella che era la propaganda della chiesa postridentina. Era lo stesso gesuita a parlare della struttura del suo catechismo come di un universo chiuso: ne parlava come di una casa con fondamenta di fede, mura della speranza ed un tetto di carità. Lo studio della Catto è uno scavo importante per cogliere, grazie anche alla mole imponente delle fonti archivistiche, la lunga durata e i meccanismi di successo della pastorale romana e per descrivere quella microfisica del potere messa in piedi dalla chiesa cattolica di antico regime per sublimare la ricerca della perfezione spirituale e insieme governare la società. Non è un caso che proprio alla vigilia della Rivoluzione, di nuovo i teologi cattolici tornarono a disputare sull’egemonia della morale catechistica bellarminiana, nascondendo dietro di essa una feroce battaglia fra tolleranza ed intransigentismo, fra primato e maggior democrazia nella chiesa per provare ad eludere l’incipiente secolarizzazione.

Recensione a M. Catto, Un panopticon catechistico. L'arciconfraternità della dottrina cristiana in età moderna, Roma. Edizioni di Storia e Letteratura, 2003 / Guerra, Alessandro. - In: BRUNIANA & CAMPANELLIANA. - ISSN 1125-3819. - 2:(2004), pp. 451-451.

Recensione a M. Catto, Un panopticon catechistico. L'arciconfraternità della dottrina cristiana in età moderna, Roma. Edizioni di Storia e Letteratura, 2003.

GUERRA, Alessandro
2004

Abstract

The study of Michela Catto (A panopticon catechesis. Confraternity of Christian doctrine in the modern age, Rome, Issues of History and Literature, 2003, p. 322) is now helping to shed new light on this issue and remember how the catechism can rise to paradigm governing implementation of the construction of the church of Rome after the Council of Trent, until the eve of the Revolution in Italy. Only then, as we explained, we also produce an epistemological break in the conception of the catechism that will educate not more uniformity and reproduction of ideological codes, acts to defend and preserve the existing, but to citizenship. Pin this strategy 'concentration camp' was of course the Bellarmine catechism which fits as the official Catechism of the Catholic, differentiated according to the learning ability and calibrated sull'anelito salvation of the faithful, according to what was the propaganda of the post-Tridentine church. It was the same Jesuit to talk about the structure of his catechism as a closed universe: he spoke of it as a house with a foundation of faith, hope walls and a roof of charity. The study of an excavation Catto is important to grasp, thanks to the massive amount of archival sources, and mechanisms for the long-term success of the Roman pastoral and to describe the microphysics of power put up by the Catholic Church of the Old Regime to sublimate search of spiritual perfection and together govern society. It is no coincidence that on the very eve of the Revolution, new Catholic theologians returned to play on the hegemony of the moral catechesis bellarminiana, hiding behind it a fierce battle between tolerance and intransigence, between primacy and greater democracy in the church to try to circumvent the incipient secularization.
2004
Lo studio di Michela Catto (Un panopticon catechistico. L’arciconfraternita della dottrina cristiana in età moderna, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 322) contribuisce ora a fare nuova luce sulla questione e a ricordare come il catechismo possa assurgere a paradigma della costruzione disciplinante messa in opera dalla chiesa di Roma all’indomani del Concilio di Trento, fino alla vigilia della Rivoluzione in Italia. Solo allora, come ben spiegato, si produrrà una rottura epistemologica anche nella concezione del catechismo che dovrà educare non più all’uniformità e alla riproduzione di codici ideologici, atti a difendere e preservare l’esistente, ma alla cittadinanza. Perno di questa strategia ‘concentrazionaria’ era naturalmente il catechismo del Bellarmino che si imporrà come il catechismo ufficiale della cattolicità, differenziato secondo la capacità di apprendimento e tarato sull’anelito di salvezza dei fedeli, secondo quella che era la propaganda della chiesa postridentina. Era lo stesso gesuita a parlare della struttura del suo catechismo come di un universo chiuso: ne parlava come di una casa con fondamenta di fede, mura della speranza ed un tetto di carità. Lo studio della Catto è uno scavo importante per cogliere, grazie anche alla mole imponente delle fonti archivistiche, la lunga durata e i meccanismi di successo della pastorale romana e per descrivere quella microfisica del potere messa in piedi dalla chiesa cattolica di antico regime per sublimare la ricerca della perfezione spirituale e insieme governare la società. Non è un caso che proprio alla vigilia della Rivoluzione, di nuovo i teologi cattolici tornarono a disputare sull’egemonia della morale catechistica bellarminiana, nascondendo dietro di essa una feroce battaglia fra tolleranza ed intransigentismo, fra primato e maggior democrazia nella chiesa per provare ad eludere l’incipiente secolarizzazione.
Dottrina cristiana; Cristianesimo; catechismo
01 Pubblicazione su rivista::01d Recensione
Recensione a M. Catto, Un panopticon catechistico. L'arciconfraternità della dottrina cristiana in età moderna, Roma. Edizioni di Storia e Letteratura, 2003 / Guerra, Alessandro. - In: BRUNIANA & CAMPANELLIANA. - ISSN 1125-3819. - 2:(2004), pp. 451-451.
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