One of the main reasons for which the French Revolution continues to surprise today is the sudden and extensive participation of the people in the discussion and political events, his new historical importance: a society built over many centuries on a hierarchy of orders begin to imagine itself how a community of individuals equal by nature, in which the right of everyone to a dignified life is associated with a corresponding right to determine, as part of the community, the common good. This will also involves an overall restructuring and reallocation of the forms of representation of "the people"; What will happen often reusing the same "material" inherited from the old regime, the same mode of social inclusion and exclusion. Historiography modern age has often dashed two general interpretations: the first due to a notion of people as a unit-totality, abstract or not, and the second that considers and instead defines "people" only as a part of the company, the part economically and culturally inferior. In the authors of modern age, the two meanings can arise alternately, or appear simultaneously, sometimes in all their multiple joints. The research considers mainly the first of the two perspectives and shows, on the one hand, as in the old regime is almost absent a notion of popular sovereignty overt, i.e. founded on the principle of common political will of individuals conceived as free and equal; on the other, as the fate of France until 1789 remains tied, in the common feeling, to the fate of his monarchical institutions. And it analyze the relationship between this "absence" and judgment basically negative - for centuries and over the Revolution itself – of the educated classes of French society towards those subordinates.

Una delle ragioni principali per le quali la Rivoluzione francese continua oggi a sorprendere è l’improvvisa e ampia partecipazione del popolo alla discussione e alle vicende politiche, il suo protagonismo storico nuovo: una società costruita nell’arco di molti secoli su una gerarchia di ordini inizia a immaginarsi come una comunità di individui uguali per natura, nella quale al diritto di ognuno ad una vita dignitosa viene associato un corrispondente diritto a determinare, in quanto parte della collettività, il bene comune. Questo comporterà anche una ristrutturazione complessiva e una riallocazione delle forme di rappresentazione del “popolo”; cosa che avverrà spesso riutilizzando gli stessi “materiali” ereditati dall’antico regime, le stesse modalità di inclusione ed esclusione sociali. La storiografia sull’età moderna ha spesso tratteggiato due chiavi di lettura generali: la prima riconducibile ad una nozione di popolo come unità-totalità, astratta o meno, e la seconda che considera invece e definisce “popolo” una parte soltanto della società, quella economicamente e culturalmente inferiore. Negli autori dell’epoca, le due accezioni possono presentarsi alternativamente, o apparire contemporaneamente, a volte anche in tutte le loro molteplici articolazioni. Il saggio considera principalmente la prima delle due prospettive e mostra, da un lato, come in antico regime sia in linea massima assente una nozione di sovranità popolare conclamata, fondata cioè sul principio della volontà politica comune di individui concepiti come liberi ed eguali; dall’altro, come il destino della Francia fino all’’89 resti in tal senso legato, nel sentire comune, al destino delle sue istituzioni monarchiche. E prova ad accennare al rapporto che intercorre tra questa “assenza” e il giudizio tendenzialmente negativo che - per secoli e oltre la stessa Rivoluzione – i ceti colti della società francese nutrono nei confronti di quelli subalterni.

Pensare il popolo nella Francia d'ancien régime / Ruocco, Giovanni. - STAMPA. - (2011), pp. 3-46.

Pensare il popolo nella Francia d'ancien régime

RUOCCO, GIOVANNI
2011

Abstract

One of the main reasons for which the French Revolution continues to surprise today is the sudden and extensive participation of the people in the discussion and political events, his new historical importance: a society built over many centuries on a hierarchy of orders begin to imagine itself how a community of individuals equal by nature, in which the right of everyone to a dignified life is associated with a corresponding right to determine, as part of the community, the common good. This will also involves an overall restructuring and reallocation of the forms of representation of "the people"; What will happen often reusing the same "material" inherited from the old regime, the same mode of social inclusion and exclusion. Historiography modern age has often dashed two general interpretations: the first due to a notion of people as a unit-totality, abstract or not, and the second that considers and instead defines "people" only as a part of the company, the part economically and culturally inferior. In the authors of modern age, the two meanings can arise alternately, or appear simultaneously, sometimes in all their multiple joints. The research considers mainly the first of the two perspectives and shows, on the one hand, as in the old regime is almost absent a notion of popular sovereignty overt, i.e. founded on the principle of common political will of individuals conceived as free and equal; on the other, as the fate of France until 1789 remains tied, in the common feeling, to the fate of his monarchical institutions. And it analyze the relationship between this "absence" and judgment basically negative - for centuries and over the Revolution itself – of the educated classes of French society towards those subordinates.
2011
Il governo del popolo Rappresentanza, partecipazione, esclusione alle origini della democrazia moderna 1. Dall’antico regime alla Rivoluzione
9788883346408
Una delle ragioni principali per le quali la Rivoluzione francese continua oggi a sorprendere è l’improvvisa e ampia partecipazione del popolo alla discussione e alle vicende politiche, il suo protagonismo storico nuovo: una società costruita nell’arco di molti secoli su una gerarchia di ordini inizia a immaginarsi come una comunità di individui uguali per natura, nella quale al diritto di ognuno ad una vita dignitosa viene associato un corrispondente diritto a determinare, in quanto parte della collettività, il bene comune. Questo comporterà anche una ristrutturazione complessiva e una riallocazione delle forme di rappresentazione del “popolo”; cosa che avverrà spesso riutilizzando gli stessi “materiali” ereditati dall’antico regime, le stesse modalità di inclusione ed esclusione sociali. La storiografia sull’età moderna ha spesso tratteggiato due chiavi di lettura generali: la prima riconducibile ad una nozione di popolo come unità-totalità, astratta o meno, e la seconda che considera invece e definisce “popolo” una parte soltanto della società, quella economicamente e culturalmente inferiore. Negli autori dell’epoca, le due accezioni possono presentarsi alternativamente, o apparire contemporaneamente, a volte anche in tutte le loro molteplici articolazioni. Il saggio considera principalmente la prima delle due prospettive e mostra, da un lato, come in antico regime sia in linea massima assente una nozione di sovranità popolare conclamata, fondata cioè sul principio della volontà politica comune di individui concepiti come liberi ed eguali; dall’altro, come il destino della Francia fino all’’89 resti in tal senso legato, nel sentire comune, al destino delle sue istituzioni monarchiche. E prova ad accennare al rapporto che intercorre tra questa “assenza” e il giudizio tendenzialmente negativo che - per secoli e oltre la stessa Rivoluzione – i ceti colti della società francese nutrono nei confronti di quelli subalterni.
Popolo; Democrazia; Rappresentanza
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Pensare il popolo nella Francia d'ancien régime / Ruocco, Giovanni. - STAMPA. - (2011), pp. 3-46.
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