Gli Autori affrontano il tema della accresciuta capacità reintegrativa del bene salute per effetto della introduzione nella pratica medica, soprattutto nel campo della chirurgia vascolare, di sempre piú efficienti materiali protesici, alcuni dei quali «bioattivi», dotati cioè di capacità interattiva con i tessuti umani. Essi ne evidenziano le amplificate possibilità di impiego nella pratica clinica e ne discutono le importanti ripercussioni di carattere medico-legale sotto il profilo della riduzione delle conseguenze invalidanti, sia in ambito penale sia sul versante civile. A proposito delle ripercussioni di carattere penalistico, essi osservano come il principio della totale irrilevanza penale della reintegrazione protesica, fin qui affermato pressoché unanimemente dalla giurisprudenza, contrasti nei fatti con la realtà biologica poiché in molti casi il mezzo protesico modifica la tipologia del fatto illecito (come accade nell’impiego delle protesi vascolari in emergenza) e può condizionare la sussistenza o meno di alcune aggravanti biologiche (per esempio contribuendo alla conservazione di parti anatomiche altrimenti condannate all’amputazione). Segnalano inoltre come la chirurgia vascolare protesica aderisca specificamente al dettato civilistico della preferenziale reintegrazione in forma specifica del danno da fatto illecito altrui, contribuendo ad una migliore e piú completa salvaguardia del diritto alla salute cosí come inteso dalla garanzia costituzionale espressa nell’articolo 32.
Le protesi in chirurgia vascolare: indicazioni cliniche e problemi medico-legali / Zaami, Simona; Frati, Paola; Marinelli, Enrico; DI LUCA, Natale Mario. - In: ZACCHIA. - ISSN 0044-1570. - STAMPA. - 83:(2010), pp. 479-494.
Le protesi in chirurgia vascolare: indicazioni cliniche e problemi medico-legali
ZAAMI, Simona;FRATI, PAOLA;MARINELLI, Enrico;DI LUCA, Natale Mario
2010
Abstract
Gli Autori affrontano il tema della accresciuta capacità reintegrativa del bene salute per effetto della introduzione nella pratica medica, soprattutto nel campo della chirurgia vascolare, di sempre piú efficienti materiali protesici, alcuni dei quali «bioattivi», dotati cioè di capacità interattiva con i tessuti umani. Essi ne evidenziano le amplificate possibilità di impiego nella pratica clinica e ne discutono le importanti ripercussioni di carattere medico-legale sotto il profilo della riduzione delle conseguenze invalidanti, sia in ambito penale sia sul versante civile. A proposito delle ripercussioni di carattere penalistico, essi osservano come il principio della totale irrilevanza penale della reintegrazione protesica, fin qui affermato pressoché unanimemente dalla giurisprudenza, contrasti nei fatti con la realtà biologica poiché in molti casi il mezzo protesico modifica la tipologia del fatto illecito (come accade nell’impiego delle protesi vascolari in emergenza) e può condizionare la sussistenza o meno di alcune aggravanti biologiche (per esempio contribuendo alla conservazione di parti anatomiche altrimenti condannate all’amputazione). Segnalano inoltre come la chirurgia vascolare protesica aderisca specificamente al dettato civilistico della preferenziale reintegrazione in forma specifica del danno da fatto illecito altrui, contribuendo ad una migliore e piú completa salvaguardia del diritto alla salute cosí come inteso dalla garanzia costituzionale espressa nell’articolo 32.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.