Il rilievo del complesso della Sapienza a Roma ha rappresentato una occasione particolarmente significativa per analizzare il rapporto tra forma e significati in architettura. Questa operazione acquista un particolare valore in quanto inserita in un contesto, come quello formativo della scuola di dottorato, che considera il rilievo un processo di analisi critica sviluppato parallelamente a quello tecnico-operativo. L’utilizzo di tutte le strumentazioni oggi disponibili, sia per quanto riguarda le tecniche di acquisizione dei dati metrici, sia per quanto riguarda i modi della restituzione grafica e infografica (la rappresentazione nel senso più esteso del termine), permette, inoltre, di comunicare in modo sempre più appropriato i risultati dell’analisi. Il confronto e l’integrazione delle tecniche di misurazione e di visualizzazione, permettono infine alle analisi di dispiegarsi in una serie di approfondimenti che vanno dalla identificazione delle geometrie sottese all’impianto di progetto, fino al riconoscimento di tutti quegli aspetti simbolici che fanno di questa opera un campione singolare per indagare quei complessi rapporti che legano la forma ai significati. La cappella, incastonata all’interno del complesso della Sapienza è tra le opere più significative di Borromini che si offre ad una lettura critica che è al tempo stesso geometrica e sintattica. La soluzione spaziale della cupola sovverte poi la sua stessa concezione primaria e trova nel rapporto tra strutturazione dello spazio e apparato decorativo la sua maggiore forza comunicativa, svelando il carattere “eretico” dell’opera borrominiana. L’intero apparato iconografico, specie nella volta, non è un insieme di decorazioni giustapposte alla struttura spaziale dell’organismo architettonico, ma un sistema coerente che ne rafforza il significato e si intreccia indissolubilmente in una sintassi che esprime l’unicità dell’opera borrominiana nel suo complesso e Sant’Ivo in particolare come sua massima espressione.
Dalla terra al cielo, simbolo e allegoria in Sant'Ivo alla Sapienza a Roma / DE CARLO, Laura; Chiavoni, Emanuela. - STAMPA. - 2:(2010), pp. 644-651. (Intervento presentato al convegno Disegnere il tempo e l'armonia. Il disegno di architettura osservatorio dell'universo tenutosi a Firenze nel 17-19 settembre 2009).
Dalla terra al cielo, simbolo e allegoria in Sant'Ivo alla Sapienza a Roma
DE CARLO, Laura;CHIAVONI, Emanuela
2010
Abstract
Il rilievo del complesso della Sapienza a Roma ha rappresentato una occasione particolarmente significativa per analizzare il rapporto tra forma e significati in architettura. Questa operazione acquista un particolare valore in quanto inserita in un contesto, come quello formativo della scuola di dottorato, che considera il rilievo un processo di analisi critica sviluppato parallelamente a quello tecnico-operativo. L’utilizzo di tutte le strumentazioni oggi disponibili, sia per quanto riguarda le tecniche di acquisizione dei dati metrici, sia per quanto riguarda i modi della restituzione grafica e infografica (la rappresentazione nel senso più esteso del termine), permette, inoltre, di comunicare in modo sempre più appropriato i risultati dell’analisi. Il confronto e l’integrazione delle tecniche di misurazione e di visualizzazione, permettono infine alle analisi di dispiegarsi in una serie di approfondimenti che vanno dalla identificazione delle geometrie sottese all’impianto di progetto, fino al riconoscimento di tutti quegli aspetti simbolici che fanno di questa opera un campione singolare per indagare quei complessi rapporti che legano la forma ai significati. La cappella, incastonata all’interno del complesso della Sapienza è tra le opere più significative di Borromini che si offre ad una lettura critica che è al tempo stesso geometrica e sintattica. La soluzione spaziale della cupola sovverte poi la sua stessa concezione primaria e trova nel rapporto tra strutturazione dello spazio e apparato decorativo la sua maggiore forza comunicativa, svelando il carattere “eretico” dell’opera borrominiana. L’intero apparato iconografico, specie nella volta, non è un insieme di decorazioni giustapposte alla struttura spaziale dell’organismo architettonico, ma un sistema coerente che ne rafforza il significato e si intreccia indissolubilmente in una sintassi che esprime l’unicità dell’opera borrominiana nel suo complesso e Sant’Ivo in particolare come sua massima espressione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.