I processi di outsourcing internazionale di servizi e il loro impatto sui sistemi economici nazionali, oggetto di un controverso dibattito in letteratura, rappresentano un tema di grande interesse per le economie avanzate, ed in particolare per il nostro Paese, il cui deficit cumulato di bilancia dei pagamenti alla voce “altri servizi alle imprese” ha raggiunto i 30 miliardi di € nel periodo 2000-2007. L’interesse per l’outsourcing internazionale nei servizi è motivato dalla dimensione assunta dal fenomeno nel nostro Paese e dall’esistenza di chiari indizi di un aumento del ricorso all’esternalizzazione produttiva verso l’estero da parte delle imprese italiane negli ultimi anni, mentre non è chiaro l’impatto di tale fenomeno sul versante occupazionale. Infatti, i risultati di alcune ricerche sulle relazioni tra mercato interno del lavoro e processi di outsourcing internazionale, anche se non sono pervenuti a conclusioni univoche, evidenzierebbero che il crescente ricorso a tale strumento conduce inevitabilmente ad aggiustamenti sul mercato del lavoro nel breve e medio periodo e a ricadute sull’intero sistema economico, tenuto conto delle caratteristiche del comparto dei servizi in Italia (caratterizzato dall’adozione di tecnologie labour–intensive) e il suo contributo alla formazione del valore aggiunto totale. Obiettivo dello studio è una prima valutazione dei criteri adottati per il monitoraggio del fenomeno dell’outsourcing internazionale nel comparto dei servizi. Al di là delle evidenze desumibili dalla bilancia dei pagamenti, infatti, rimane aperto il problema relativo alle attività di outsourcing internazionale che non sono attualmente sottoposte a monitoraggio. Un lack informativo presumibilmente di ingenti proporzioni in un contesto, quello italiano, di profonda ristrutturazione produttiva delle imprese, che da produttori di beni e servizi potrebbero tramutarsi nei prossimi anni in assembler di funzioni aziendali e processi produttivi svolti prevalentemente al di fuori dal territorio economico del Paese. La situazione, del resto, non è destinata a migliorare in futuro. Infatti, il processo di implementazione dei regolamenti comunitari relativi alle statistiche sulle imprese, che ha avuto avvio negli anni passati, si completerà nei prossimi anni con il completo adeguamento ai dettati regolamentari, riguardando ambiti quali le statistiche strutturali sulle imprese, le statistiche sulle attività internazionali delle imprese, le statistiche sui gruppi di impresa, la società dell’informazione, le statistiche congiunturali sulle imprese. Al di là delle limitazioni, di ordine generale, relative all’attuale processo di raccolta di informazioni statistiche sulle imprese, osserviamo che anche la principale fonte statistica di riferimento per l’eventuale misurazione dei processi di outsourcing internazionale, rappresentata dalla bilancia dei pagamenti, è caratterizzata da non pochi elementi di criticità. Alcuni di questi elementi sono comuni a quelli degli altri paesi europei che si avvalgono dei regolamenti bancari, altri derivano direttamente dalla specifica normativa vigente in Italia. Le prime sono quelle legate all'introduzione della soglia di esenzione per le segnalazioni in tema di regolamenti bancari al di sotto della soglia dei 12 mila 500 euro e all'evoluzione dei sistemi di pagamento. Tra le seconde, peculiari del sistema italiano, si ricorda l'anonimato, imposto dalla legge, che rende problematico corredare il registro delle imprese operanti con l'estero con informazioni nominative, impresa per impresa e transazione per transazione. Tali principi di compilazione della bilancia dei pagamenti rendono pertanto necessario applicare tecniche statistiche di stima per le regolazioni bancarie di importo inferiore a quello fissato dalla BCE. Operazione alquanto ardua, a nostro avviso, tenuto presente: 1) la dimensione media delle imprese nel nostro Paese; 2) l’oggetto della transazione internazionale (un servizio); 3) le modalità attraverso le quali si incontrano oggi domanda e offerta di servizi sul mercato internazionale, presumibilmente incentrate anche su transazioni business-to-business; 4) l’importo medio di una transazione relativa all’acquisto di servizi, spesso inferiore alla soglia dei 12 mila 500 euro fissati in sede BCE; 5) la domiciliazione bancaria dell’impresa, che non necessariamente è dislocata sul territorio economico nazionale. Il rischio, detto in altri termini, è che il fenomeno dell’outsourcing, così come oggi è rilevato, risulti ampiamente sottostimato.

Outsourcing internazionale nel settore dei servizi. Quanto ne sappiamo realmente? / Triulzi, Umberto; Polli, Alessandro. - 24 edizione(2010), pp. 137-145.

Outsourcing internazionale nel settore dei servizi. Quanto ne sappiamo realmente?

TRIULZI, Umberto;POLLI, Alessandro
2010

Abstract

I processi di outsourcing internazionale di servizi e il loro impatto sui sistemi economici nazionali, oggetto di un controverso dibattito in letteratura, rappresentano un tema di grande interesse per le economie avanzate, ed in particolare per il nostro Paese, il cui deficit cumulato di bilancia dei pagamenti alla voce “altri servizi alle imprese” ha raggiunto i 30 miliardi di € nel periodo 2000-2007. L’interesse per l’outsourcing internazionale nei servizi è motivato dalla dimensione assunta dal fenomeno nel nostro Paese e dall’esistenza di chiari indizi di un aumento del ricorso all’esternalizzazione produttiva verso l’estero da parte delle imprese italiane negli ultimi anni, mentre non è chiaro l’impatto di tale fenomeno sul versante occupazionale. Infatti, i risultati di alcune ricerche sulle relazioni tra mercato interno del lavoro e processi di outsourcing internazionale, anche se non sono pervenuti a conclusioni univoche, evidenzierebbero che il crescente ricorso a tale strumento conduce inevitabilmente ad aggiustamenti sul mercato del lavoro nel breve e medio periodo e a ricadute sull’intero sistema economico, tenuto conto delle caratteristiche del comparto dei servizi in Italia (caratterizzato dall’adozione di tecnologie labour–intensive) e il suo contributo alla formazione del valore aggiunto totale. Obiettivo dello studio è una prima valutazione dei criteri adottati per il monitoraggio del fenomeno dell’outsourcing internazionale nel comparto dei servizi. Al di là delle evidenze desumibili dalla bilancia dei pagamenti, infatti, rimane aperto il problema relativo alle attività di outsourcing internazionale che non sono attualmente sottoposte a monitoraggio. Un lack informativo presumibilmente di ingenti proporzioni in un contesto, quello italiano, di profonda ristrutturazione produttiva delle imprese, che da produttori di beni e servizi potrebbero tramutarsi nei prossimi anni in assembler di funzioni aziendali e processi produttivi svolti prevalentemente al di fuori dal territorio economico del Paese. La situazione, del resto, non è destinata a migliorare in futuro. Infatti, il processo di implementazione dei regolamenti comunitari relativi alle statistiche sulle imprese, che ha avuto avvio negli anni passati, si completerà nei prossimi anni con il completo adeguamento ai dettati regolamentari, riguardando ambiti quali le statistiche strutturali sulle imprese, le statistiche sulle attività internazionali delle imprese, le statistiche sui gruppi di impresa, la società dell’informazione, le statistiche congiunturali sulle imprese. Al di là delle limitazioni, di ordine generale, relative all’attuale processo di raccolta di informazioni statistiche sulle imprese, osserviamo che anche la principale fonte statistica di riferimento per l’eventuale misurazione dei processi di outsourcing internazionale, rappresentata dalla bilancia dei pagamenti, è caratterizzata da non pochi elementi di criticità. Alcuni di questi elementi sono comuni a quelli degli altri paesi europei che si avvalgono dei regolamenti bancari, altri derivano direttamente dalla specifica normativa vigente in Italia. Le prime sono quelle legate all'introduzione della soglia di esenzione per le segnalazioni in tema di regolamenti bancari al di sotto della soglia dei 12 mila 500 euro e all'evoluzione dei sistemi di pagamento. Tra le seconde, peculiari del sistema italiano, si ricorda l'anonimato, imposto dalla legge, che rende problematico corredare il registro delle imprese operanti con l'estero con informazioni nominative, impresa per impresa e transazione per transazione. Tali principi di compilazione della bilancia dei pagamenti rendono pertanto necessario applicare tecniche statistiche di stima per le regolazioni bancarie di importo inferiore a quello fissato dalla BCE. Operazione alquanto ardua, a nostro avviso, tenuto presente: 1) la dimensione media delle imprese nel nostro Paese; 2) l’oggetto della transazione internazionale (un servizio); 3) le modalità attraverso le quali si incontrano oggi domanda e offerta di servizi sul mercato internazionale, presumibilmente incentrate anche su transazioni business-to-business; 4) l’importo medio di una transazione relativa all’acquisto di servizi, spesso inferiore alla soglia dei 12 mila 500 euro fissati in sede BCE; 5) la domiciliazione bancaria dell’impresa, che non necessariamente è dislocata sul territorio economico nazionale. Il rischio, detto in altri termini, è che il fenomeno dell’outsourcing, così come oggi è rilevato, risulti ampiamente sottostimato.
2010
L'Italia nell'economia internazionale
9788845816550
bilancia dei pagamenti; outsourcing internazionale di servizi
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Outsourcing internazionale nel settore dei servizi. Quanto ne sappiamo realmente? / Triulzi, Umberto; Polli, Alessandro. - 24 edizione(2010), pp. 137-145.
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