Le piante possiedono la caratteristica di essere molto più ricche degli animali nella loro diversità biochimica. Infatti, nonostante anche gli animali producano metaboliti secondari, almeno i quattro quinti dei metaboliti secondari oggi conosciuti sono di origine vegetale. Se è vero che viene definito farmaco un composto chimico in grado di prevenire e di curare le malattie, è ipotizzabile quindi che sia statisticamente più probabile trovare nelle piante costituenti chimici che posseggano queste proprietà. Ciò premesso, per fitoterapia s’intende una pratica terapeutica che si avvale di prodotti medicinali la cui sostanza attiva è costituita esclusivamente da una droga o da una preparazione vegetale. Le sostanze attive vegetali si distinguono per essere delle miscele complesse di composti chimici (fitocomplessi) e non da singoli composti chimici come avviene nel caso della maggioranza dei farmaci attualmente in uso (farmaci monomolecolari). La fitoterapia è quindi una branca della farmacologia basata sulla somministrazione in forme predosate (capsule, compresse, soluzioni, bustine, ecc.) di droghe o preparazioni vegetali, singole o in combinazione multipla. Per droghe si intendono piante, funghi o licheni, in parte o interi, integri, tagliati, frantumati o spezzettati, freschi o essiccati e per preparazioni si intendono le sostanze ottenute dalle droghe sottoposte a processi di estrazione con solventi, distillazione, spremitura, polverizzazione o altri sistemi di frazionamento. La fitoterapia è quindi una tecnica terapeutica di tipo farmacologico con attività farmacodinamica, che agisce su specifici recettori con attività farmacocinetica, che influenza la biodisponibilità e con attività modulante la tossicità.
Il mercato dei fitoterapici e l'evoluzione della normativa / D., Restuccia; Vinci, Giuliana. - STAMPA. - 2(2009), pp. 1055-1062.
Il mercato dei fitoterapici e l'evoluzione della normativa
D. Restuccia;VINCI, Giuliana
2009
Abstract
Le piante possiedono la caratteristica di essere molto più ricche degli animali nella loro diversità biochimica. Infatti, nonostante anche gli animali producano metaboliti secondari, almeno i quattro quinti dei metaboliti secondari oggi conosciuti sono di origine vegetale. Se è vero che viene definito farmaco un composto chimico in grado di prevenire e di curare le malattie, è ipotizzabile quindi che sia statisticamente più probabile trovare nelle piante costituenti chimici che posseggano queste proprietà. Ciò premesso, per fitoterapia s’intende una pratica terapeutica che si avvale di prodotti medicinali la cui sostanza attiva è costituita esclusivamente da una droga o da una preparazione vegetale. Le sostanze attive vegetali si distinguono per essere delle miscele complesse di composti chimici (fitocomplessi) e non da singoli composti chimici come avviene nel caso della maggioranza dei farmaci attualmente in uso (farmaci monomolecolari). La fitoterapia è quindi una branca della farmacologia basata sulla somministrazione in forme predosate (capsule, compresse, soluzioni, bustine, ecc.) di droghe o preparazioni vegetali, singole o in combinazione multipla. Per droghe si intendono piante, funghi o licheni, in parte o interi, integri, tagliati, frantumati o spezzettati, freschi o essiccati e per preparazioni si intendono le sostanze ottenute dalle droghe sottoposte a processi di estrazione con solventi, distillazione, spremitura, polverizzazione o altri sistemi di frazionamento. La fitoterapia è quindi una tecnica terapeutica di tipo farmacologico con attività farmacodinamica, che agisce su specifici recettori con attività farmacocinetica, che influenza la biodisponibilità e con attività modulante la tossicità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.