L’organizzazione spaziale dell’attività umana e le sue ripercussioni sul sistema economico rappresentano un campo di ricerca relativamente nuovo, soprattutto se poste in relazione con la sostenibilità ambientale (Camagni et al., 2002). L’efficienza dei diversi pattern insediativi è ampiamente variabile rispetto al consumo di spazio ed energia. L’analisi delle relazioni tra modalità di organizzazione spaziale da un lato, e costi sociali e ambientali dall’altro, è diventata un importante filone di ricerca negli Stati Uniti e, da alcuni anni a questa parte, in Europa, dove l’Unione Europea – con il progetto MOSES-mobility services for urban sustainability (UE, 2005) – e alcuni governi nazionali, fortemente impegnati sui temi della sostenibilità urbana e della mobilità, stanno sperimentando nuovi approcci in materia di politiche territoriali. Esiste un’ampia letteratura sui costi e benefici legati al processo di urbanizzazione e alle possibili cause di inefficienza, che evidenzia la presenza di un trade off tra costi e benefici dell’agglomerazione. A livello d’impresa, i benefici dell’urbanizzazione nascono dalla presenza di esternalità à la Marshall (Henderson, 1974) o di rendimenti crescenti in mercati caratterizzati da concorrenza imperfetta (Fujita, Krugman, Venables, 1999). L’urbanizzazione tuttavia determina l’aumento nella frequenza degli spostamenti e quindi dei costi di trasporto. Pertanto è la stessa esistenza del trade off a limitare l’espansione indefinita di un’area urbana. Considerazioni sostanzialmente simili valgono per le aree rurali, dove sono le contrastanti esigenze legate alla necessità di specializzazione produttiva, a quella di diversificazione delle attività e di preservazione dell’ecosistema, a determinare estesi trade-off, la cui esistenza potrebbe giustificare l’intervento del policy maker che, sotto la spinta della globalizzazione e dei profondi mutamenti nella divisione internazionale del lavoro, sta ripensando il ruolo delle politiche territoriali. Obiettivo della ricerca è l’analisi della complessa rete di relazioni che legano le politiche territoriali indirizzate alle aree urbane e rurali e le problematiche, di natura definitoria e statistica, associate all’individuazione dei relativi ambiti di applicazione. Nella prima sezione sono riportate alcune esperienze legislative in materia di politiche territoriali nelle aree urbane e rurali, privilegiando l’ambito europeo – dove fin dall’istituzione dell’Unione Europea la formulazione di politiche di coesione socio-economica ha rappresentato un asse prioritario d’intervento – ed effettuando alcuni accenni all’esperienza statunitense in materia di politiche per le aree rurali. Il dibattito teorico sui criteri di individuazione della tipologia urbano-rurale di unità territoriali, un tema cruciale per la definizione degli ambiti di applicazione delle politiche territoriali, costituisce l’oggetto della seconda sezione, mentre nella terza sono analizzate alcune esperienze internazionali in materia di classificazioni territoriali, con particolare riferimento all’evoluzione storica dei criteri e delle metodologie. L’excursus prende in considerazione in primo luogo l’esperienza italiana, non tanto per i rari esempi ufficiali di utilizzo di tali classificazioni per finalità di politica territoriale, che in prospettiva storica sono risultati sempre circoscritti e contraddistinti da una notevole episodicità, quanto per l’originalità di alcuni contributi metodologici proposti dalla comunità scientifica nell’ultimo trentennio. Inoltre è presentata in maniera dettagliata l’esperienza maturata da Eurostat, dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dall’Australia. Nella quinta sezione sono analizzati criticamente i fondamenti del dibattito, attualmente in corso in sede Eurostat, circa il livello territoriale più appropriato per l’individuazione dell’ambito di applicazione delle politiche per le aree urbane e rurali e quello, collegato al precedente, sull’opportunità di estendere la Nomenclatura delle unità territoriali per la statistica (NUTS da adesso in poi) attraverso l’inserimento di ulteriori livelli territoriali sub-provinciali.

Scelte politiche e spazi funzionali. Una rivisitazione dei concetti di area urbana e area rurale / Merlini, Augusto; Polli, Alessandro. - In: RIVISTA ITALIANA DI ECONOMIA, DEMOGRAFIA E STATISTICA. - ISSN 0035-6832. - LIX, nn. 3/4:(2005), pp. 13-74.

Scelte politiche e spazi funzionali. Una rivisitazione dei concetti di area urbana e area rurale

MERLINI, AUGUSTO;POLLI, Alessandro
2005

Abstract

L’organizzazione spaziale dell’attività umana e le sue ripercussioni sul sistema economico rappresentano un campo di ricerca relativamente nuovo, soprattutto se poste in relazione con la sostenibilità ambientale (Camagni et al., 2002). L’efficienza dei diversi pattern insediativi è ampiamente variabile rispetto al consumo di spazio ed energia. L’analisi delle relazioni tra modalità di organizzazione spaziale da un lato, e costi sociali e ambientali dall’altro, è diventata un importante filone di ricerca negli Stati Uniti e, da alcuni anni a questa parte, in Europa, dove l’Unione Europea – con il progetto MOSES-mobility services for urban sustainability (UE, 2005) – e alcuni governi nazionali, fortemente impegnati sui temi della sostenibilità urbana e della mobilità, stanno sperimentando nuovi approcci in materia di politiche territoriali. Esiste un’ampia letteratura sui costi e benefici legati al processo di urbanizzazione e alle possibili cause di inefficienza, che evidenzia la presenza di un trade off tra costi e benefici dell’agglomerazione. A livello d’impresa, i benefici dell’urbanizzazione nascono dalla presenza di esternalità à la Marshall (Henderson, 1974) o di rendimenti crescenti in mercati caratterizzati da concorrenza imperfetta (Fujita, Krugman, Venables, 1999). L’urbanizzazione tuttavia determina l’aumento nella frequenza degli spostamenti e quindi dei costi di trasporto. Pertanto è la stessa esistenza del trade off a limitare l’espansione indefinita di un’area urbana. Considerazioni sostanzialmente simili valgono per le aree rurali, dove sono le contrastanti esigenze legate alla necessità di specializzazione produttiva, a quella di diversificazione delle attività e di preservazione dell’ecosistema, a determinare estesi trade-off, la cui esistenza potrebbe giustificare l’intervento del policy maker che, sotto la spinta della globalizzazione e dei profondi mutamenti nella divisione internazionale del lavoro, sta ripensando il ruolo delle politiche territoriali. Obiettivo della ricerca è l’analisi della complessa rete di relazioni che legano le politiche territoriali indirizzate alle aree urbane e rurali e le problematiche, di natura definitoria e statistica, associate all’individuazione dei relativi ambiti di applicazione. Nella prima sezione sono riportate alcune esperienze legislative in materia di politiche territoriali nelle aree urbane e rurali, privilegiando l’ambito europeo – dove fin dall’istituzione dell’Unione Europea la formulazione di politiche di coesione socio-economica ha rappresentato un asse prioritario d’intervento – ed effettuando alcuni accenni all’esperienza statunitense in materia di politiche per le aree rurali. Il dibattito teorico sui criteri di individuazione della tipologia urbano-rurale di unità territoriali, un tema cruciale per la definizione degli ambiti di applicazione delle politiche territoriali, costituisce l’oggetto della seconda sezione, mentre nella terza sono analizzate alcune esperienze internazionali in materia di classificazioni territoriali, con particolare riferimento all’evoluzione storica dei criteri e delle metodologie. L’excursus prende in considerazione in primo luogo l’esperienza italiana, non tanto per i rari esempi ufficiali di utilizzo di tali classificazioni per finalità di politica territoriale, che in prospettiva storica sono risultati sempre circoscritti e contraddistinti da una notevole episodicità, quanto per l’originalità di alcuni contributi metodologici proposti dalla comunità scientifica nell’ultimo trentennio. Inoltre è presentata in maniera dettagliata l’esperienza maturata da Eurostat, dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dall’Australia. Nella quinta sezione sono analizzati criticamente i fondamenti del dibattito, attualmente in corso in sede Eurostat, circa il livello territoriale più appropriato per l’individuazione dell’ambito di applicazione delle politiche per le aree urbane e rurali e quello, collegato al precedente, sull’opportunità di estendere la Nomenclatura delle unità territoriali per la statistica (NUTS da adesso in poi) attraverso l’inserimento di ulteriori livelli territoriali sub-provinciali.
2005
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Scelte politiche e spazi funzionali. Una rivisitazione dei concetti di area urbana e area rurale / Merlini, Augusto; Polli, Alessandro. - In: RIVISTA ITALIANA DI ECONOMIA, DEMOGRAFIA E STATISTICA. - ISSN 0035-6832. - LIX, nn. 3/4:(2005), pp. 13-74.
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