E’ possibile insegnare le competenze professionali? Le competenze sono un patrimonio privato del singolo individuo o sono distribuite all’interno delle comunità lavorative? E in che modo e a che condizioni è possibile farle diventare un motore per lo sviluppo organizzativo? Le risposte (non scontate) a tali questioni hanno guidato l’impostazione e realizzazione del percorso di formazione per i coordinatori della Federazione Provinciale della Scuole Materme. Anche facendo riferimento alla più recente letteratura organizzativa, verrà descritto come le competenze non siano quelle astratte tipiche delle descrizioni formali ma siano piuttosto emergenti dalle pratiche lavorative degli attori organizzativi i quali contribuiscono a innovarle, situarle e riconfigurarle costantemente. I produttori e “custodi” di tali competenze e pratiche esperte e in evoluzione, sono proprio le comunità professionali: attivare e valorizzare forme di partecipazione e coordinamento tra attori organizzativi diventa quindi essenziale, oltre che per affrontare compiti complessi e di qualità, anche per realizzare percorsi di costruzione continua del proprio sviluppo professionale. Ed è proprio in questo processo essenzialmente argomentativo e narrativo che nuove competenze e pratiche professionali possono essere co-costruite, negoziate e rese pubbliche diventando patrimonio condiviso e contribuendo all’esplorazione di zone di confine organizzativo. Ed è in questo quadro che si colloca il lavoro formativo con i coordinatori di cui verranno presentati i primi risultati relativamente ad alcune piste di sviluppo professionale. Tale lavoro si sta configurando come caso di “successo” di costruzione, condivisione e innovazione di pratiche lavorative al servizio dello sviluppo organizzativo della Federazione.

Zone di confine organizzativo e percorsi di sviluppo professionale. L'esperienza della Federazione / Zucchermaglio, Cristina. - (2008), pp. 38-46.

Zone di confine organizzativo e percorsi di sviluppo professionale. L'esperienza della Federazione

ZUCCHERMAGLIO, Cristina
2008

Abstract

E’ possibile insegnare le competenze professionali? Le competenze sono un patrimonio privato del singolo individuo o sono distribuite all’interno delle comunità lavorative? E in che modo e a che condizioni è possibile farle diventare un motore per lo sviluppo organizzativo? Le risposte (non scontate) a tali questioni hanno guidato l’impostazione e realizzazione del percorso di formazione per i coordinatori della Federazione Provinciale della Scuole Materme. Anche facendo riferimento alla più recente letteratura organizzativa, verrà descritto come le competenze non siano quelle astratte tipiche delle descrizioni formali ma siano piuttosto emergenti dalle pratiche lavorative degli attori organizzativi i quali contribuiscono a innovarle, situarle e riconfigurarle costantemente. I produttori e “custodi” di tali competenze e pratiche esperte e in evoluzione, sono proprio le comunità professionali: attivare e valorizzare forme di partecipazione e coordinamento tra attori organizzativi diventa quindi essenziale, oltre che per affrontare compiti complessi e di qualità, anche per realizzare percorsi di costruzione continua del proprio sviluppo professionale. Ed è proprio in questo processo essenzialmente argomentativo e narrativo che nuove competenze e pratiche professionali possono essere co-costruite, negoziate e rese pubbliche diventando patrimonio condiviso e contribuendo all’esplorazione di zone di confine organizzativo. Ed è in questo quadro che si colloca il lavoro formativo con i coordinatori di cui verranno presentati i primi risultati relativamente ad alcune piste di sviluppo professionale. Tale lavoro si sta configurando come caso di “successo” di costruzione, condivisione e innovazione di pratiche lavorative al servizio dello sviluppo organizzativo della Federazione.
2008
Formazione e innovazione organizzativa
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Zone di confine organizzativo e percorsi di sviluppo professionale. L'esperienza della Federazione / Zucchermaglio, Cristina. - (2008), pp. 38-46.
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