La dipendenza da oppioidi è una malattia cronica ad elevata morbilità e mortalità e l’introduzione della buprenorfina ha aumentato la possibilità del trattamento degli eroinomani. La buprenorfina è un oppioide semisintetico altamente lipofilo e derivato dalla tebaina, ha un’attività di agonista parziale dei recettori µ oppioidi con elevata affinità di legame ma limitata attività intrinseca per i recettori µ ( effetto ceiling) e debole antagonista dei recettori k. La bassa velocità di dissociazione dal recettore µ ha reso la buprenorfina una valida alternativa al metadone per il trattamento della dipendenza da oppioidi. Le morti per buprenorfina sono state attribuite ad un suo “misuso” per via endovenosa (assunzione endovenosa di compresse polverizzate) o alla coassunzione di farmaci sedativi-ipnotici. L’uso del naloxone, farmaco antagonista dei recettori oppioidi, nella overdose da buprenorfina è dibattuto. Il naloxone infatti è risultato efficace in alcune overdoses da buprenorfina alla dose di 0.4-0,8 mg, tali risultati sono in contrasto con studi controllati versus placebo effettuati in volontari che non dimostrano un miglioramento della depressione respiratoria dopo somministrazione di 1 mg di naloxone (3) mentre altri studi, sempre condotti in volontari, dimostrano che solo naloxone in bolo (2-4 mg) seguito da un infusione di 4 mg/ora risultano efficaci nella depressione respiratoria indotta da 0.2-0.4 mg di buprenorfina entro 40-60 minuti . Un recente studio, infine, mette in evidenza come la depressione respiratoria causata da un’elevata assunzione di buprenorfina non migliori in seguito a dosi di 0.4-0.8 mg di naloxone e attribuisce questo risultato sia alla cinetica della buprenorfina con lenta dissociazione dai recettori sia alla rapida eliminazione del naloxone, suggerendo quindi di somministrare naloxone in infusione continua per contrastare la depressione respiratoria, tuttavia è ancora da valutare se tale somministrazione sia efficace e sicura in un paziente dipendente da oppioidi.

Overdose da buprenorfina ed efficacia clinica del naloxone / Grassi, Maria Caterina. - (2010), p. 41. (Intervento presentato al convegno Antidotes in Depth 2010, Cinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemicla Emergencies tenutosi a Pavia nel 29 settembre - 1 ottobre 2010).

Overdose da buprenorfina ed efficacia clinica del naloxone

GRASSI, Maria Caterina
2010

Abstract

La dipendenza da oppioidi è una malattia cronica ad elevata morbilità e mortalità e l’introduzione della buprenorfina ha aumentato la possibilità del trattamento degli eroinomani. La buprenorfina è un oppioide semisintetico altamente lipofilo e derivato dalla tebaina, ha un’attività di agonista parziale dei recettori µ oppioidi con elevata affinità di legame ma limitata attività intrinseca per i recettori µ ( effetto ceiling) e debole antagonista dei recettori k. La bassa velocità di dissociazione dal recettore µ ha reso la buprenorfina una valida alternativa al metadone per il trattamento della dipendenza da oppioidi. Le morti per buprenorfina sono state attribuite ad un suo “misuso” per via endovenosa (assunzione endovenosa di compresse polverizzate) o alla coassunzione di farmaci sedativi-ipnotici. L’uso del naloxone, farmaco antagonista dei recettori oppioidi, nella overdose da buprenorfina è dibattuto. Il naloxone infatti è risultato efficace in alcune overdoses da buprenorfina alla dose di 0.4-0,8 mg, tali risultati sono in contrasto con studi controllati versus placebo effettuati in volontari che non dimostrano un miglioramento della depressione respiratoria dopo somministrazione di 1 mg di naloxone (3) mentre altri studi, sempre condotti in volontari, dimostrano che solo naloxone in bolo (2-4 mg) seguito da un infusione di 4 mg/ora risultano efficaci nella depressione respiratoria indotta da 0.2-0.4 mg di buprenorfina entro 40-60 minuti . Un recente studio, infine, mette in evidenza come la depressione respiratoria causata da un’elevata assunzione di buprenorfina non migliori in seguito a dosi di 0.4-0.8 mg di naloxone e attribuisce questo risultato sia alla cinetica della buprenorfina con lenta dissociazione dai recettori sia alla rapida eliminazione del naloxone, suggerendo quindi di somministrare naloxone in infusione continua per contrastare la depressione respiratoria, tuttavia è ancora da valutare se tale somministrazione sia efficace e sicura in un paziente dipendente da oppioidi.
2010
Antidotes in Depth 2010, Cinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemicla Emergencies
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
Overdose da buprenorfina ed efficacia clinica del naloxone / Grassi, Maria Caterina. - (2010), p. 41. (Intervento presentato al convegno Antidotes in Depth 2010, Cinical Toxicology, Substances of Abuse and Chemicla Emergencies tenutosi a Pavia nel 29 settembre - 1 ottobre 2010).
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/215910
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact