Abstract. Oggetto dell'articolo sono alcuni nuclei di riflessione intorno ai termini ‘trascendentali’ presenti nel pensiero latino ‘precedente’ l'assimilazione dell’Aristotele metafisico e di Avicenna, mettendo così parzialmente in questione la tesi comunemente accettata dell'aristotelismo di matrice greco-araba del XIII come unico retroterra della dottrina dei trascendentali per autori quali Alberto Magno e Tommaso d'Aquino. Sul tema si rileva una linea di pensiero dotata di una certa continuità con la tarda antichità e il XII secolo e incentrata intorno all’idea che esista un gruppo particolare di termini aventi la caratteristica specifica e comune di potersi “dire di tutte le cose”. Questo gruppo comprende ens, unum, res e aliquid, mentre non vi compaiono bonum, verum e pulchrum. Gli spazi teorici all’interno dei quali tale tematica si costituisce gradualmente per giungere a maturazione verso la fine del XII secolo sono due: 1) un filone logico all'interno della tradizione latina dell’Isagoge di Porfirio e delle Categorie aristoteliche, indagato nella prima parte dell'articolo; 2) un filone teologico rappresentato dal dibattito intorno all’equivocità del discorso su Dio che anima le scuole di sacra pagina nella seconda metà del XII secolo, studiato nella seconda parte. Abstract. The article investigates some traditions of reflecting about ‘trascendental’ terms which can be found in latin philosophy ‘before’ Ibn Sina’s and Aristotle’s Metaphysics were known and assimilated. Consequently the article questions the commonly accepted thesis according to which 13th century Greco-Arabic Aristotelianism originated the scholastic theory of transcendentals as we found it by e.g. Albert the Great or Thomas Aquinas. In fact it is possible to draw a line of thought from late antiquity to the 12th century which is centered around the notion of those names ‘that can be said of everything’. These names are ‘ens’, ‘unum’, ‘res’ and ‘aliquid’, while ‘bonum’, ‘verum’ and ‘pulchrum’ do not belong to this group. In 12th century the reflection about these names can be found 1) in logic, where it is grounded in Porphyrius’ Isagoge and in Aristotle’s Categories, but also 2) in theology. Here the subject is treated within the context of the debate about univocity or equivocity of theological language

«Illa quae transcendunt generalissima»: elementi per una storia dei termini trascendentali nella teologia latina del XII secolo / Valente, Luisa. - In: QUAESTIO. - ISSN 1379-2547. - 5:(2005), pp. 217-239.

«Illa quae transcendunt generalissima»: elementi per una storia dei termini trascendentali nella teologia latina del XII secolo

VALENTE, Luisa
2005

Abstract

Abstract. Oggetto dell'articolo sono alcuni nuclei di riflessione intorno ai termini ‘trascendentali’ presenti nel pensiero latino ‘precedente’ l'assimilazione dell’Aristotele metafisico e di Avicenna, mettendo così parzialmente in questione la tesi comunemente accettata dell'aristotelismo di matrice greco-araba del XIII come unico retroterra della dottrina dei trascendentali per autori quali Alberto Magno e Tommaso d'Aquino. Sul tema si rileva una linea di pensiero dotata di una certa continuità con la tarda antichità e il XII secolo e incentrata intorno all’idea che esista un gruppo particolare di termini aventi la caratteristica specifica e comune di potersi “dire di tutte le cose”. Questo gruppo comprende ens, unum, res e aliquid, mentre non vi compaiono bonum, verum e pulchrum. Gli spazi teorici all’interno dei quali tale tematica si costituisce gradualmente per giungere a maturazione verso la fine del XII secolo sono due: 1) un filone logico all'interno della tradizione latina dell’Isagoge di Porfirio e delle Categorie aristoteliche, indagato nella prima parte dell'articolo; 2) un filone teologico rappresentato dal dibattito intorno all’equivocità del discorso su Dio che anima le scuole di sacra pagina nella seconda metà del XII secolo, studiato nella seconda parte. Abstract. The article investigates some traditions of reflecting about ‘trascendental’ terms which can be found in latin philosophy ‘before’ Ibn Sina’s and Aristotle’s Metaphysics were known and assimilated. Consequently the article questions the commonly accepted thesis according to which 13th century Greco-Arabic Aristotelianism originated the scholastic theory of transcendentals as we found it by e.g. Albert the Great or Thomas Aquinas. In fact it is possible to draw a line of thought from late antiquity to the 12th century which is centered around the notion of those names ‘that can be said of everything’. These names are ‘ens’, ‘unum’, ‘res’ and ‘aliquid’, while ‘bonum’, ‘verum’ and ‘pulchrum’ do not belong to this group. In 12th century the reflection about these names can be found 1) in logic, where it is grounded in Porphyrius’ Isagoge and in Aristotle’s Categories, but also 2) in theology. Here the subject is treated within the context of the debate about univocity or equivocity of theological language
2005
XII secolo; linguaggio teologico; trascendentali; Prepositino; Stefano Langton; 12th Century; Theological Language; Transcendentals; Praepositinus; Steven Langton
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
«Illa quae transcendunt generalissima»: elementi per una storia dei termini trascendentali nella teologia latina del XII secolo / Valente, Luisa. - In: QUAESTIO. - ISSN 1379-2547. - 5:(2005), pp. 217-239.
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