Il fine di chiarire i termini storici e concettuali che definiscono i ‘limiti’ fra organismo antico e città contemporanea viene esemplificato sul caso Roma; una compagine che si potrebbe definire "esperienza spaziale", la quale è parte intrinseca dell'esercizio architettonico che si relaziona con un determinato contesto fisico ed entra quindi nel sistema strutturale dello spazio-ambiente. E’ evidente che trattare di «struttura della città» vuol dire considerarne gli elementi costituitivi nel loro rapporto di correlazione e d'interdipendenza. Roma esemplifica bene questo concetto di continuità nella trasformazione proprio fino alla stagione degli anni Trenta del secolo scorso quando si assiste ad una vigorosa nuova operatività. La compagine urbana cambia, così come si modifica il rapporto fra i suoi elementi costitutivi (spazi, percorsi, edifici) e a questo punto, mentre la città è chiamata a svolgere funzioni intensive e complesse, si configura una sostanziale differenza della sua qualità insediativa. Ciò che colpisce maggiormente è la molteplicità delle proposte; diversificate, ancorché indifferenti ai presupposti fondativi del programma progettuale che si presenta quasi sempre privo di effettive valenze strutturali tanto da evidenziare un certo contrasto fra organismo edilizio antico e funzioni della città moderna. Da qui, la necessità di regolare il rapporto fra conservazione e trasformazione, e ciò significa considerare principalmente due ordini di questioni che sembrano correlarsi in un rapporto di struttura a figura: da un lato l'ordine funzionale degli insediamenti e delle loro relazioni, dall'altro, gli strumenti adatti a controllarne l'assetto sotto il profilo formale.

Gli elementi portanti della struttura di Roma negli anni Trenta / Sette, Maria Piera. - STAMPA. - (2004), pp. 127-139.

Gli elementi portanti della struttura di Roma negli anni Trenta

SETTE, Maria Piera
2004

Abstract

Il fine di chiarire i termini storici e concettuali che definiscono i ‘limiti’ fra organismo antico e città contemporanea viene esemplificato sul caso Roma; una compagine che si potrebbe definire "esperienza spaziale", la quale è parte intrinseca dell'esercizio architettonico che si relaziona con un determinato contesto fisico ed entra quindi nel sistema strutturale dello spazio-ambiente. E’ evidente che trattare di «struttura della città» vuol dire considerarne gli elementi costituitivi nel loro rapporto di correlazione e d'interdipendenza. Roma esemplifica bene questo concetto di continuità nella trasformazione proprio fino alla stagione degli anni Trenta del secolo scorso quando si assiste ad una vigorosa nuova operatività. La compagine urbana cambia, così come si modifica il rapporto fra i suoi elementi costitutivi (spazi, percorsi, edifici) e a questo punto, mentre la città è chiamata a svolgere funzioni intensive e complesse, si configura una sostanziale differenza della sua qualità insediativa. Ciò che colpisce maggiormente è la molteplicità delle proposte; diversificate, ancorché indifferenti ai presupposti fondativi del programma progettuale che si presenta quasi sempre privo di effettive valenze strutturali tanto da evidenziare un certo contrasto fra organismo edilizio antico e funzioni della città moderna. Da qui, la necessità di regolare il rapporto fra conservazione e trasformazione, e ciò significa considerare principalmente due ordini di questioni che sembrano correlarsi in un rapporto di struttura a figura: da un lato l'ordine funzionale degli insediamenti e delle loro relazioni, dall'altro, gli strumenti adatti a controllarne l'assetto sotto il profilo formale.
2004
Il centro storico di Roma. Storia e progetto
8849206461
struttura; Roma; anni Trenta
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Gli elementi portanti della struttura di Roma negli anni Trenta / Sette, Maria Piera. - STAMPA. - (2004), pp. 127-139.
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