Inquinamento e sicurezza ambientale, temi centrali della modernità, sono determinati in larga misura dal traffico urbano. Partendo dai racconti di mobilità di cittadini romani, si cerca di ricostruire l’importanza che hanno nella vita quotidiana il tempo, la fatica, il costo del muoversi oggi. Il confronto tra le modalità di trasporto degli anni passati e la situazione attuale, mette in evidenza i cambiamenti sociali dovuti ad un uso massiccio dei mezzi privati. Questo lavoro raccoglie i racconti di mobilità, utilizzando storie di gente comune che tutti i giorni, prigioniera del traffico, vive il caos della mobilità urbana nel duplice ruolo di vittima e carnefice. L’analisi è condotta con lo strumento dei racconti di vita, intesi nelle scienze sociali, come afferma Bertaux, come una forma particolare di intervista, l’intervista narrativa, nel corso della quale un ricercatore (che può essere uno studente) domanda a una persona, da qui in poi chiamato “soggetto” di raccontargli tutta o una parte della sua esperienza vissuta”. Roma, rappresenta il palcoscenico privilegiato, ove in due luoghi di mobilità corrispondenti a IX e X Municipio, tra Gennaio e Marzo 2008, abbiamo intervistato 21 soggetti, dai 30 agli 80 anni. L’alta variabilità temporale, l’età degli intervistati, ricade nella processualità cara al metodo adottato. L’analisi delle pratiche di mobilità dei maturi (dai 30 ai 55), con cui si è dato inizio all’indagine, si è poi estesa all’esplorazione dei saperi dei più anziani (dai 56 agli 80). Così la dimensione diacronica della scansione temporale degli eventi di vita, individuale, di gruppo e sociale, è esplosa attraverso i racconti sincronici dei più maturi, selezionati in riferimento all’età. I soggetti più anziani, rappresentano i referenti privilegiati di quel passaggio epocale e sociale, che a cavallo della seconda guerra mondiale, segna l’evoluzione di una mobilità automobilistica di tipo elitario a quella di massa, con loro, ripercorriamo il passaggio da una “comunità villaggio” ad un “villaggio globale”. L’esplorazione dei diversi modi di muoversi di una volta, rappresenterà la chiave di lettura per l’analisi della mobilità attuale nella quale le categorie di comunità e società, di locale e globale, tradizionale e moderno, si mescolano ed integrano nel quadro più ampio e complesso della mobilità sostenibile. Esplorando i valori alla base di tipi mobilità così diversi, la ricerca, si pone come momento di riflessione critica, circa le reali possibilità di affermazione e diffusione nell’attuale contesto urbano della mobilità sostenibile. In tal senso, con il campione maturo si sostanziano le pratiche di spostamento quotidiano, in cui la mobilità automobilistica, in particolare, quella messa in atto nel tragitto casa-lavoro, ha rappresentato l’elemento discriminante per la selezione di questa parte degli intervistati. Emerge dall’analisi svolta, una mobilità stratificata in cui la variabile età, come esperienza di vita con il suo bagaglio valoriale e culturale, dirige il traffico su strada di due particolari modelli di utenza. La sostenibilità dei modi di vita di una volta, emersa dai racconti dei “più maturi” (dai 56 agli 80), si riflette in forme di mobilità del passato, come del presente, più sostenibili. Dall’esplorazione delle pratiche di mobilità dei “maturi” (dai 30 ai 55 anni), prende forma la figura dell’automobilista professionista che pianifica i suoi spostamenti in termini spazio-temporali i cui i costi economici e sociali, vengono sottostimati in virtù dei valori automobilistici: tempi di spostamento più rapidi, uso flessibili della città in merito alle esigenze individuali, in cui l’unico inconveniente cui sta adattandosi è costituito dalla penuria dei parcheggi. Allo stato attuale, la mobilità sostenibile, prima che un comportamento, è un particolare modo di sentire che si sostanzia in una subcultura della mobilità urbana condivisa solo dalle generazioni adulte.

Prigionieri del traffico / Cattaneo, Angela. - STAMPA. - 1:(2009), pp. 92-92.

Prigionieri del traffico

CATTANEO, Angela
2009

Abstract

Inquinamento e sicurezza ambientale, temi centrali della modernità, sono determinati in larga misura dal traffico urbano. Partendo dai racconti di mobilità di cittadini romani, si cerca di ricostruire l’importanza che hanno nella vita quotidiana il tempo, la fatica, il costo del muoversi oggi. Il confronto tra le modalità di trasporto degli anni passati e la situazione attuale, mette in evidenza i cambiamenti sociali dovuti ad un uso massiccio dei mezzi privati. Questo lavoro raccoglie i racconti di mobilità, utilizzando storie di gente comune che tutti i giorni, prigioniera del traffico, vive il caos della mobilità urbana nel duplice ruolo di vittima e carnefice. L’analisi è condotta con lo strumento dei racconti di vita, intesi nelle scienze sociali, come afferma Bertaux, come una forma particolare di intervista, l’intervista narrativa, nel corso della quale un ricercatore (che può essere uno studente) domanda a una persona, da qui in poi chiamato “soggetto” di raccontargli tutta o una parte della sua esperienza vissuta”. Roma, rappresenta il palcoscenico privilegiato, ove in due luoghi di mobilità corrispondenti a IX e X Municipio, tra Gennaio e Marzo 2008, abbiamo intervistato 21 soggetti, dai 30 agli 80 anni. L’alta variabilità temporale, l’età degli intervistati, ricade nella processualità cara al metodo adottato. L’analisi delle pratiche di mobilità dei maturi (dai 30 ai 55), con cui si è dato inizio all’indagine, si è poi estesa all’esplorazione dei saperi dei più anziani (dai 56 agli 80). Così la dimensione diacronica della scansione temporale degli eventi di vita, individuale, di gruppo e sociale, è esplosa attraverso i racconti sincronici dei più maturi, selezionati in riferimento all’età. I soggetti più anziani, rappresentano i referenti privilegiati di quel passaggio epocale e sociale, che a cavallo della seconda guerra mondiale, segna l’evoluzione di una mobilità automobilistica di tipo elitario a quella di massa, con loro, ripercorriamo il passaggio da una “comunità villaggio” ad un “villaggio globale”. L’esplorazione dei diversi modi di muoversi di una volta, rappresenterà la chiave di lettura per l’analisi della mobilità attuale nella quale le categorie di comunità e società, di locale e globale, tradizionale e moderno, si mescolano ed integrano nel quadro più ampio e complesso della mobilità sostenibile. Esplorando i valori alla base di tipi mobilità così diversi, la ricerca, si pone come momento di riflessione critica, circa le reali possibilità di affermazione e diffusione nell’attuale contesto urbano della mobilità sostenibile. In tal senso, con il campione maturo si sostanziano le pratiche di spostamento quotidiano, in cui la mobilità automobilistica, in particolare, quella messa in atto nel tragitto casa-lavoro, ha rappresentato l’elemento discriminante per la selezione di questa parte degli intervistati. Emerge dall’analisi svolta, una mobilità stratificata in cui la variabile età, come esperienza di vita con il suo bagaglio valoriale e culturale, dirige il traffico su strada di due particolari modelli di utenza. La sostenibilità dei modi di vita di una volta, emersa dai racconti dei “più maturi” (dai 56 agli 80), si riflette in forme di mobilità del passato, come del presente, più sostenibili. Dall’esplorazione delle pratiche di mobilità dei “maturi” (dai 30 ai 55 anni), prende forma la figura dell’automobilista professionista che pianifica i suoi spostamenti in termini spazio-temporali i cui i costi economici e sociali, vengono sottostimati in virtù dei valori automobilistici: tempi di spostamento più rapidi, uso flessibili della città in merito alle esigenze individuali, in cui l’unico inconveniente cui sta adattandosi è costituito dalla penuria dei parcheggi. Allo stato attuale, la mobilità sostenibile, prima che un comportamento, è un particolare modo di sentire che si sostanzia in una subcultura della mobilità urbana condivisa solo dalle generazioni adulte.
2009
9788856813029
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Prigionieri del traffico / Cattaneo, Angela. - STAMPA. - 1:(2009), pp. 92-92.
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