Pietro Barucci è un architetto romano ben radicato in una tradizione familiare dedita all’arte, all’architettura e alla costruzione. Il nonno paterno, l’omonimo pittore Pietro Barucci (1845-1917) celebre per le sue vedute rusticane ambientate nella campagna romana, fu allievo di Achille Vertunni all’Accademia di San Luca. Il prozio, Pio Barucci, raffinato costruttore, edificò la chiesa Anglicana All Saints a via del Babuino, il cui progetto venne iniziato da George Edmond Street (1882) e fu terminato da Pio insieme a Vincenzo Cannizzaro. Chiunque vi sia entrato – vi andai ad assistere una messa domenicale celebrata dall’Arcivescovo di Canterbury il 14 febbraio del 1999 – sarà certamente rimasto stupito dalla quantità di dettagli e dalla straordinaria qualità dello spazio interno, con l’aula liturgica pavimentata in legno di quercia, colonne in marmo intarsiate con pietre dure, lapislazzuli e basalti, con mosaici e vetrate preraffaellite. Il padre, Giulio Barucci (1891-1955) ingegnere, oltre a una serie di consulenze per la proprietà dei marchesi Patrizi, ha realizzato la villa Hole ai Monti Parioli e la villa Lessona a Santa Marinella. Forte di una tradizione di famiglia – tra arti figurative, progetto e costruzione – il giovane Pietro (1922) si è avviato agli studi architettonici nel 1940, in pieno conflitto bellico con le ben note interruzioni forzate. A seguito di una brillante formazione universitaria – eccelleva in particolar modo nella composizione e nel disegno, tanto che i suoi progetti di quegli anni sono ancora oggetto di ammirazione – si laurea nel 1946 con vari docenti-guida del nutrito gruppo di Arnaldo Foschini, tra cui Luigi Vagnetti. Tra i suoi amici e colleghi bisogna citare Leonardo Benevolo, Claudio Dall’Olio, Vittorio De Feo, Romualdo Giurgola. Con Carlo Aymonino, di lui più giovane di circa quattro anni, i rapporti sono sempre stati di rispetto ma mai idilliaci, con Paolo Portoghesi, più giovane di nove anni, non vi è mai stata grande stima reciproca, almeno da quando questi rilasciò un’intervista a Paolo Mieli pubblicata sull’Espresso del 3 maggio del 1981 nella quale stilò un elenco di architetti italiani, che include P. Barucci, N. Di Cagno, S. Lenci, P. Sartogo, L. Passarelli, a suo dire reprobi rispetto all’incalzante ondata post-moderna.

Pietro Barucci Architetto (introduzioni/introductions L. Benevolo, A. Muntoni, G. Muratore, F. Purini) Italian and English texts / Lenci, Ruggero. - STAMPA. - 1:(2009), pp. 1-392.

Pietro Barucci Architetto (introduzioni/introductions L. Benevolo, A. Muntoni, G. Muratore, F. Purini) Italian and English texts

LENCI, Ruggero
2009

Abstract

Pietro Barucci è un architetto romano ben radicato in una tradizione familiare dedita all’arte, all’architettura e alla costruzione. Il nonno paterno, l’omonimo pittore Pietro Barucci (1845-1917) celebre per le sue vedute rusticane ambientate nella campagna romana, fu allievo di Achille Vertunni all’Accademia di San Luca. Il prozio, Pio Barucci, raffinato costruttore, edificò la chiesa Anglicana All Saints a via del Babuino, il cui progetto venne iniziato da George Edmond Street (1882) e fu terminato da Pio insieme a Vincenzo Cannizzaro. Chiunque vi sia entrato – vi andai ad assistere una messa domenicale celebrata dall’Arcivescovo di Canterbury il 14 febbraio del 1999 – sarà certamente rimasto stupito dalla quantità di dettagli e dalla straordinaria qualità dello spazio interno, con l’aula liturgica pavimentata in legno di quercia, colonne in marmo intarsiate con pietre dure, lapislazzuli e basalti, con mosaici e vetrate preraffaellite. Il padre, Giulio Barucci (1891-1955) ingegnere, oltre a una serie di consulenze per la proprietà dei marchesi Patrizi, ha realizzato la villa Hole ai Monti Parioli e la villa Lessona a Santa Marinella. Forte di una tradizione di famiglia – tra arti figurative, progetto e costruzione – il giovane Pietro (1922) si è avviato agli studi architettonici nel 1940, in pieno conflitto bellico con le ben note interruzioni forzate. A seguito di una brillante formazione universitaria – eccelleva in particolar modo nella composizione e nel disegno, tanto che i suoi progetti di quegli anni sono ancora oggetto di ammirazione – si laurea nel 1946 con vari docenti-guida del nutrito gruppo di Arnaldo Foschini, tra cui Luigi Vagnetti. Tra i suoi amici e colleghi bisogna citare Leonardo Benevolo, Claudio Dall’Olio, Vittorio De Feo, Romualdo Giurgola. Con Carlo Aymonino, di lui più giovane di circa quattro anni, i rapporti sono sempre stati di rispetto ma mai idilliaci, con Paolo Portoghesi, più giovane di nove anni, non vi è mai stata grande stima reciproca, almeno da quando questi rilasciò un’intervista a Paolo Mieli pubblicata sull’Espresso del 3 maggio del 1981 nella quale stilò un elenco di architetti italiani, che include P. Barucci, N. Di Cagno, S. Lenci, P. Sartogo, L. Passarelli, a suo dire reprobi rispetto all’incalzante ondata post-moderna.
2009
9788837067496
Centro Direzionale a Piazzale del Caravaggio in Roma; il Laurentino 38 in Roma; l'abbattimento dei ponti del Laurentino 38
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Pietro Barucci Architetto (introduzioni/introductions L. Benevolo, A. Muntoni, G. Muratore, F. Purini) Italian and English texts / Lenci, Ruggero. - STAMPA. - 1:(2009), pp. 1-392.
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