FERNÁN PÉREZ DE OLIVA, Diálogo de la dignidad del hombre

Edizione critica di uno dei testi più rappresentativi del Rinascimento spagnolo. Si offre il testo stabilito in una precedente edizione pubblicata dalla curatrice (Madrid Cátedra, 1995), con introduzione al testo (pp. 417-426), note storico-critiche e bibliografia critica aggiornate. L’introduzione presenta un riassunto bio-bibliografico di Fernán Pérez de Oliva (Córdoba ca. 1494 – Salamanca 1531) che segue il filo della sua educazione universitaria in Spagna, Francia e Italia, e della sua professione come umanista al servizio della società civile e dell’università di Salamanca, al punto di poter essere considerato uno dei massimi rappresentanti del chiamato umanesimo civile (secondo la definizione di Garin) in Spagna. Segue la ricostruzione della fortuna editoriale del testo: rimasto inedito, fu pubblicato con una corposa aggiunta ad opera di Francisco Cervantes de Salazar (Alcalá 1546), versione tradotta in italiano da Alfonso de Ulloa (Venezia 1563) il quale a sua volta compose una seconda aggiunta (Venezia 1564); il plagio di Ulloa fu ritradotto in francese da Jerôme d’Avost (Paris 1583). Nel 1586 Ambrosio de Morales, nipote di Pérez de Oliva pubblica per la prima volta il testo del Diálogo de la dignidad del hombre nella sua versione originale, ma l’edizione (Salamanca-Córdoba 1586) verrà inclusa nell’Index dei libri proibiti nel 1632, da dove uscirà soltanto nel 1789. Le cause di tale condanna vengono individuate nella somiglianza del titolo dell’opera con il De dignitate et excellentia hominis di Giannozzo Manetti proibito dalla censura di Roma e, per estensione, essendo considerata una traduzione, dall’Inquisizione spagnola. In questo modo la vicenda di un testo che sviluppa la tesi centrale di Pico della Mirandola dell’uomo camaleonte contro un pessimismo materialista ispirato a Marco Aurelio, diventa emblema delle sorti del Umanesimo in Spagna prima e dopo la Controriforma.