The acceleration of the process of standardizing the accounting and the decision of the European Union (EU) to converge towards the adoption of the international accounting standards issued by the International Accounting Standards Board (IASB) have given new impetus to studies on the budget and models for its preparation. On the other hand, the attention of scholars on these issues, as well as on the economic significance of the income and capital - after fundamental contributions to theoretical arrangement of matter distinguished scholars of the past (Pantaleoni, Hoe, Einaudi, Onida, etc.. ) - has often been, on the one hand, urged, on the other hand, also influenced by changes in the regulatory framework. The choice of the European Union to adopt international accounting standards for the preparation of consolidated financial statements and the decision to extend the application of IAS / IFRS for the preparation of the financial statements of different categories of enterprises have led to a discontinuity, with the previous legislation, very relevant and certainly more significant than what happened in past occasions reform of budgetary matters. The accounting model in IAS / IFRS, unlike the "Accounting Directives" (which were the result of mediation between the orientations of the individual EU member states) derives from a conception of the budget as a tool for information purposes only act to favor cognitive expectations of a particular category of users, investors, typical of countries in which the business model is the prevailing public company, the financial markets are highly developed and the use of financing, whether through equity or through debt, it is often made, directly or indirectly, through the issue of securities on regulated markets of capital (ie, predominantly, the Anglo-Saxon countries). In these contexts, the budget was by now recognized the function of representing to investors (current and potential venture capital and borrowed capital) useful information for decision-making in economic rational allocation of resources available to them, where the term "information" is defined to refer to those necessary to assess the amount, timing and uncertainty of the level of expected future cash flows in and out, the company, under the assumption that it would be the estimate of the capacity of cash generation of economic entities to guide their investment decisions in companies whose securities are traded on the capital markets. Of course, these considerations open up the field to wide open spaces of reflection. First of all, there is to question the accounting standardization process undertaken by the European Union and, in particular, on whether the convergence to IAS / IFRS. In this regard, an aspect that is highlighted in the text, is that if the standardization of accounting rules aims to promote the integration and development of financial markets, having achieved the goal of "uniformity" the "accounting rules" - at least for the preparation of consolidated financial statements of companies whose securities are traded on regulated markets of the European Union - is a remarkable achievement, but certainly not enough. If, in fact, intend to come to have not only and not so much "input uniform" (ie comparable rules) as "uniform output" (ie comparable budgets) need to work a lot on '"uniform application" of accounting rules, a goal far from being achieved today. Indeed, in this respect, the choice of the convergence to the IAS / IFRS accounting model that has ample room for discretion evaluative, does not help, because the risk of the spread in the various countries of the European Union, accounting practices ("IAS / IFRS compliant ") is not at all dissimilar remote. Other topics covered in the text relate, on the one hand, the question of whether the model IAS / IFRS that aims to achieve the goal and, therefore, if the principal and income "IAS / IFRS compliant" are respectively a measure of rational "value

L’accelerazione del processo di standardizzazione contabile e la decisione dell’Unione Europea (UE) di convergere verso l’adozione del sistema dei principi contabili internazionali emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) hanno dato nuovo impulso agli studi sul bilancio e sui modelli per la sua redazione. D’altro canto, l’attenzione degli studiosi su tali questioni, come anche sul significato economico del reddito e del capitale – dopo i fondamentali contributi di sistemazione teorica della materia di illustri studiosi del passato (Pantaleoni, Zappa, Einaudi, Onida, ecc.) – è spesso stata, per un verso, sollecitata, per altro verso, anche influenzata, dai mutamenti del quadro normativo di riferimento. La scelta dell’Unione Europea di adottare gli standard contabili internazionali per la redazione dei bilanci consolidati e la decisione dell’Italia di estendere l’applicazione degli IAS/IFRS alla redazione del bilancio d’esercizio di diverse categorie di imprese hanno determinato una discontinuità, con la disciplina previgente, assai rilevante e certamente più significativa di quanto avvenuto nelle passate occasioni riforma della materia del bilancio. Il modello contabile dello IAS/IFRS, infatti, diversamente dalle “direttive contabili” (che erano frutto della mediazione tra gli orientamenti dei singoli Paesi membri dell’UE) trae origine da una concezione del bilancio quale strumento esclusivamente informativo atto a privilegiare le attese conoscitive di una particolare categoria di users, gli investitori, tipica dei Paesi nei quali il modello d’impresa prevalente è la public company, le piazze finanziarie sono molto evolute e il ricorso al finanziamento, sia esso tramite capitale di rischio o tramite indebitamento, è spesso realizzato, direttamente o indirettamente, mediante l’emissione di titoli su mercati regolamentati dei capitali (i.e., in prevalenza, i Paesi di cultura anglosassone). In questi contesti, al bilancio è stata, ormai, riconosciuta la funzione di rappresentare agli investitori (attuali e potenziali, in capitale di rischio e capitale di credito) informazioni utili per assumere decisioni economiche razionali in ordine all’allocazione delle risorse loro disponibili dove, con l’espressione “informazioni utili”, s’intende fare riferimento a quelle necessarie per valutare entità, tempistica e livello di incertezza dei flussi finanziari prospettici, in entrata e in uscita, dell’impresa, nel presupposto che sarebbe la stima della capacità di generazione di cassa delle entità economiche a guidare le loro scelte di investimento in società aventi titoli negoziati sui mercati dei capitali. Naturalmente, tali considerazioni aprono il campo ad ampi spazi di riflessione. Innanzi tutto, v’è da interrogarsi sul processo di standardizzazione contabile intrapreso dall’Unione Europea e, in particolare, sull’opportunità della convergenza verso gli IAS/IFRS. A questo riguardo, un aspetto, che è posto in evidenza nel testo, è che se la standardizzazione delle regole contabili ha l’obiettivo di favorire l’integrazione e lo sviluppo dei mercati finanziari, l’aver conseguito l’obiettivo di “uniformare” le “regole contabili” – quanto meno per la redazione dei bilanci consolidati delle società aventi titoli negoziati su mercati regolamentati dell’Unione Europea – è un risultato degno di nota, ma non certo sufficiente. Ove, infatti, si intenda giungere ad avere non solo e non tanto “input uniformi” (cioè regole comparabili) quanto “output uniformi” (cioè bilanci comparabili) occorrerà lavorare molto sull’“uniformità nell’applicazione” delle regole contabili, traguardo lungi dall’essere oggi conseguito. Anzi, sotto questo profilo, la scelta della convergenza verso gli IAS/IFRS, modello contabile che presenta ampi spazi di discrezionalità valutativa, non agevola, in quanto il rischio che si diffondano, nei diversi Paesi dell’Unione Europea, pratiche contabili (“IAS/IFRS compliant”) difformi non è affatto remoto. Altri temi trattati nel testo attengono, da una parte, all’interrogativo se il modello contabile IAS/IFRS raggiunga l’obiettivo che si propone e, pertanto, se il capitale e il reddito “IAS/IFRS compliant” siano rispettivamente una misura razionale di “valore” e di “performance” dell’impresa, ovvero – in ragione di una riscontata incoerenza tra i fini indicati e i principi contabili declinati – siano grandezze “convenzionali” prive di un effettivo significato economico; dall’altra parte, alla domanda di quali siano le implicazioni dell’introduzione nell’ordinamento italiano di un modello contabile orientato esclusivamente a soddisfare le esigenze informative degli investitori. In particolare, si valuta quali implicazioni abbia la possibilità di adottare gli IAS/IFRS ai fini della redazione del bilancio d’esercizio delle società, tenuto conto che tale documento contabile non ha solo una funzione “informativa”, ma assume anche, nell’ambito della disciplina del codice civile, un importante rilievo “organizzativo”. A quest’ultimo riguardo, ci si domanda, tra l’altro, se il reddito IAS/IFRS possa essere considerato, sotto il profilo economico, “distribuibile” e se i limiti alla sua distribuibilità posti dal legislatore con il d.lgs. n. 38/2005 siano condivisibili. Va aggiunto che le questioni appena accennate e gli altri temi che l’introduzione degli IAS/IFRS nel nostro ordinamento hanno fatto emergere, o stanno evidenziando a seguito delle prime applicazioni dei principi contabili internazionali nella pratica dei bilanci consolidati e d’esercizio, costituiscono non solo oggetto di riflessione accademica, ma assumono, in questa fase storica, rilievo “concreto”, considerato che è attesa la riforma della disciplina del bilancio dettata dal codice civile, per adeguare le norme di diritto interno alle “direttive contabili”, come modificate per effetto del processo di loro “modernizzazione” (i.e. di adeguamento al modello contabile IAS/IFRS). Nel presente lavoro, dopo avere ripercorso il processo di standardizzazione contabile in ambito europeo, sono svolte prime riflessioni sui temi dianzi tratteggiati. Si tratta di considerazioni frutto di una prima analisi teorica che, sotto alcuni aspetti, potrà trovare conferma (o smentita), nell’evoluzione che il modello contabile IAS/IFRS è destinato ad avere in futuro e nelle ricerche empiriche che si prevede di effettuare sui bilanci successivi a quelli di prima applicazione degli IAS/IFRS.

L’armonizzazione contabile via IAS/IFRS: prime riflessioni sull’evoluzione della disciplina in materia di bilancio delle società / Laghi, Enrico. - STAMPA. - 47:(2006).

L’armonizzazione contabile via IAS/IFRS: prime riflessioni sull’evoluzione della disciplina in materia di bilancio delle società

LAGHI, Enrico
2006

Abstract

The acceleration of the process of standardizing the accounting and the decision of the European Union (EU) to converge towards the adoption of the international accounting standards issued by the International Accounting Standards Board (IASB) have given new impetus to studies on the budget and models for its preparation. On the other hand, the attention of scholars on these issues, as well as on the economic significance of the income and capital - after fundamental contributions to theoretical arrangement of matter distinguished scholars of the past (Pantaleoni, Hoe, Einaudi, Onida, etc.. ) - has often been, on the one hand, urged, on the other hand, also influenced by changes in the regulatory framework. The choice of the European Union to adopt international accounting standards for the preparation of consolidated financial statements and the decision to extend the application of IAS / IFRS for the preparation of the financial statements of different categories of enterprises have led to a discontinuity, with the previous legislation, very relevant and certainly more significant than what happened in past occasions reform of budgetary matters. The accounting model in IAS / IFRS, unlike the "Accounting Directives" (which were the result of mediation between the orientations of the individual EU member states) derives from a conception of the budget as a tool for information purposes only act to favor cognitive expectations of a particular category of users, investors, typical of countries in which the business model is the prevailing public company, the financial markets are highly developed and the use of financing, whether through equity or through debt, it is often made, directly or indirectly, through the issue of securities on regulated markets of capital (ie, predominantly, the Anglo-Saxon countries). In these contexts, the budget was by now recognized the function of representing to investors (current and potential venture capital and borrowed capital) useful information for decision-making in economic rational allocation of resources available to them, where the term "information" is defined to refer to those necessary to assess the amount, timing and uncertainty of the level of expected future cash flows in and out, the company, under the assumption that it would be the estimate of the capacity of cash generation of economic entities to guide their investment decisions in companies whose securities are traded on the capital markets. Of course, these considerations open up the field to wide open spaces of reflection. First of all, there is to question the accounting standardization process undertaken by the European Union and, in particular, on whether the convergence to IAS / IFRS. In this regard, an aspect that is highlighted in the text, is that if the standardization of accounting rules aims to promote the integration and development of financial markets, having achieved the goal of "uniformity" the "accounting rules" - at least for the preparation of consolidated financial statements of companies whose securities are traded on regulated markets of the European Union - is a remarkable achievement, but certainly not enough. If, in fact, intend to come to have not only and not so much "input uniform" (ie comparable rules) as "uniform output" (ie comparable budgets) need to work a lot on '"uniform application" of accounting rules, a goal far from being achieved today. Indeed, in this respect, the choice of the convergence to the IAS / IFRS accounting model that has ample room for discretion evaluative, does not help, because the risk of the spread in the various countries of the European Union, accounting practices ("IAS / IFRS compliant ") is not at all dissimilar remote. Other topics covered in the text relate, on the one hand, the question of whether the model IAS / IFRS that aims to achieve the goal and, therefore, if the principal and income "IAS / IFRS compliant" are respectively a measure of rational "value
2006
9788834873953
L’accelerazione del processo di standardizzazione contabile e la decisione dell’Unione Europea (UE) di convergere verso l’adozione del sistema dei principi contabili internazionali emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) hanno dato nuovo impulso agli studi sul bilancio e sui modelli per la sua redazione. D’altro canto, l’attenzione degli studiosi su tali questioni, come anche sul significato economico del reddito e del capitale – dopo i fondamentali contributi di sistemazione teorica della materia di illustri studiosi del passato (Pantaleoni, Zappa, Einaudi, Onida, ecc.) – è spesso stata, per un verso, sollecitata, per altro verso, anche influenzata, dai mutamenti del quadro normativo di riferimento. La scelta dell’Unione Europea di adottare gli standard contabili internazionali per la redazione dei bilanci consolidati e la decisione dell’Italia di estendere l’applicazione degli IAS/IFRS alla redazione del bilancio d’esercizio di diverse categorie di imprese hanno determinato una discontinuità, con la disciplina previgente, assai rilevante e certamente più significativa di quanto avvenuto nelle passate occasioni riforma della materia del bilancio. Il modello contabile dello IAS/IFRS, infatti, diversamente dalle “direttive contabili” (che erano frutto della mediazione tra gli orientamenti dei singoli Paesi membri dell’UE) trae origine da una concezione del bilancio quale strumento esclusivamente informativo atto a privilegiare le attese conoscitive di una particolare categoria di users, gli investitori, tipica dei Paesi nei quali il modello d’impresa prevalente è la public company, le piazze finanziarie sono molto evolute e il ricorso al finanziamento, sia esso tramite capitale di rischio o tramite indebitamento, è spesso realizzato, direttamente o indirettamente, mediante l’emissione di titoli su mercati regolamentati dei capitali (i.e., in prevalenza, i Paesi di cultura anglosassone). In questi contesti, al bilancio è stata, ormai, riconosciuta la funzione di rappresentare agli investitori (attuali e potenziali, in capitale di rischio e capitale di credito) informazioni utili per assumere decisioni economiche razionali in ordine all’allocazione delle risorse loro disponibili dove, con l’espressione “informazioni utili”, s’intende fare riferimento a quelle necessarie per valutare entità, tempistica e livello di incertezza dei flussi finanziari prospettici, in entrata e in uscita, dell’impresa, nel presupposto che sarebbe la stima della capacità di generazione di cassa delle entità economiche a guidare le loro scelte di investimento in società aventi titoli negoziati sui mercati dei capitali. Naturalmente, tali considerazioni aprono il campo ad ampi spazi di riflessione. Innanzi tutto, v’è da interrogarsi sul processo di standardizzazione contabile intrapreso dall’Unione Europea e, in particolare, sull’opportunità della convergenza verso gli IAS/IFRS. A questo riguardo, un aspetto, che è posto in evidenza nel testo, è che se la standardizzazione delle regole contabili ha l’obiettivo di favorire l’integrazione e lo sviluppo dei mercati finanziari, l’aver conseguito l’obiettivo di “uniformare” le “regole contabili” – quanto meno per la redazione dei bilanci consolidati delle società aventi titoli negoziati su mercati regolamentati dell’Unione Europea – è un risultato degno di nota, ma non certo sufficiente. Ove, infatti, si intenda giungere ad avere non solo e non tanto “input uniformi” (cioè regole comparabili) quanto “output uniformi” (cioè bilanci comparabili) occorrerà lavorare molto sull’“uniformità nell’applicazione” delle regole contabili, traguardo lungi dall’essere oggi conseguito. Anzi, sotto questo profilo, la scelta della convergenza verso gli IAS/IFRS, modello contabile che presenta ampi spazi di discrezionalità valutativa, non agevola, in quanto il rischio che si diffondano, nei diversi Paesi dell’Unione Europea, pratiche contabili (“IAS/IFRS compliant”) difformi non è affatto remoto. Altri temi trattati nel testo attengono, da una parte, all’interrogativo se il modello contabile IAS/IFRS raggiunga l’obiettivo che si propone e, pertanto, se il capitale e il reddito “IAS/IFRS compliant” siano rispettivamente una misura razionale di “valore” e di “performance” dell’impresa, ovvero – in ragione di una riscontata incoerenza tra i fini indicati e i principi contabili declinati – siano grandezze “convenzionali” prive di un effettivo significato economico; dall’altra parte, alla domanda di quali siano le implicazioni dell’introduzione nell’ordinamento italiano di un modello contabile orientato esclusivamente a soddisfare le esigenze informative degli investitori. In particolare, si valuta quali implicazioni abbia la possibilità di adottare gli IAS/IFRS ai fini della redazione del bilancio d’esercizio delle società, tenuto conto che tale documento contabile non ha solo una funzione “informativa”, ma assume anche, nell’ambito della disciplina del codice civile, un importante rilievo “organizzativo”. A quest’ultimo riguardo, ci si domanda, tra l’altro, se il reddito IAS/IFRS possa essere considerato, sotto il profilo economico, “distribuibile” e se i limiti alla sua distribuibilità posti dal legislatore con il d.lgs. n. 38/2005 siano condivisibili. Va aggiunto che le questioni appena accennate e gli altri temi che l’introduzione degli IAS/IFRS nel nostro ordinamento hanno fatto emergere, o stanno evidenziando a seguito delle prime applicazioni dei principi contabili internazionali nella pratica dei bilanci consolidati e d’esercizio, costituiscono non solo oggetto di riflessione accademica, ma assumono, in questa fase storica, rilievo “concreto”, considerato che è attesa la riforma della disciplina del bilancio dettata dal codice civile, per adeguare le norme di diritto interno alle “direttive contabili”, come modificate per effetto del processo di loro “modernizzazione” (i.e. di adeguamento al modello contabile IAS/IFRS). Nel presente lavoro, dopo avere ripercorso il processo di standardizzazione contabile in ambito europeo, sono svolte prime riflessioni sui temi dianzi tratteggiati. Si tratta di considerazioni frutto di una prima analisi teorica che, sotto alcuni aspetti, potrà trovare conferma (o smentita), nell’evoluzione che il modello contabile IAS/IFRS è destinato ad avere in futuro e nelle ricerche empiriche che si prevede di effettuare sui bilanci successivi a quelli di prima applicazione degli IAS/IFRS.
Principi contabili; Bilancio; IAS-IFRS
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
L’armonizzazione contabile via IAS/IFRS: prime riflessioni sull’evoluzione della disciplina in materia di bilancio delle società / Laghi, Enrico. - STAMPA. - 47:(2006).
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/182000
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact