L’architettura influenza i comportamenti dell’uomo, così come i comportamenti influenzano la biologia.44 Pertanto essa deve essere pensata compatibile e a misura d’uomo, di volta in volta nella regione e nel paesaggio specifico, affinché risulti utile e positiva in senso lato. Le città e l’architettura, a prescindere dal dato dimensionale, rappresentano per i genetisti – interessati soprattutto a sequenziare il DNA, ovvero a scoprire verità estreme e assolute – delle nicchie ecologiche. In realtà esse sono fenomeni antropici stabili nei quali si depositano visibilmente i segni dell’evoluzione culturale dell’uomo, anche se per quegli ammirevoli ricercatori tutto ciò che non porta a significative mutazioni nelle serie nucleotidiche della doppia elica è confinato in un settore di nicchia. Ma l’evoluzione non è solo genetica, è anche culturale e, secondo le più accreditate ricerche, quest’ultima interagisce sulla prima. Si può dire che l’evoluzione culturale segua il modello lamarkiano piuttosto che quello darwiniano. E’ interessante cogliere nel pensiero del primo la presenza dell’idea in natura di una volontà di evolvere, che può essere intesa come forza agente, come movimento che induce delle trasformazioni al di là di qualsiasi finalità prefissata, per il semplice fatto che la vita è movimento. “Vi è un… fatto che collega l’evoluzione culturale al modello di Lamark: egli insisteva sulla ‘volontà di evolvere’. La mutazione culturale, cioè l’invenzione, a differenza di quella biologica, non è un fenomeno indipendente dalla nostra volontà, non è un fenomeno che si possa considerare ‘casuale’, ma ha quasi sempre lo scopo di risolvere un problema pratico particolare. Questa è una grossa differenza tra l’evoluzione culturale e quella genetica, in cui le mutazioni sono invece casuali e non dirette a risolvere problemi del momento… Quindi vi sono differenze fondamentali fra l’evoluzione biologica e quella culturale e i due meccanismi vanno tenuti perfettamente distanti. Tuttavia essi possono influenzarsi reciprocamente e, per questa ragione, si parla di coevoluzione biologico-culturale.”

Evoluzione e architettura tra scienza e progetto / Lenci, Ruggero. - STAMPA. - 2(2008), pp. 61-92.

Evoluzione e architettura tra scienza e progetto

LENCI, Ruggero
2008

Abstract

L’architettura influenza i comportamenti dell’uomo, così come i comportamenti influenzano la biologia.44 Pertanto essa deve essere pensata compatibile e a misura d’uomo, di volta in volta nella regione e nel paesaggio specifico, affinché risulti utile e positiva in senso lato. Le città e l’architettura, a prescindere dal dato dimensionale, rappresentano per i genetisti – interessati soprattutto a sequenziare il DNA, ovvero a scoprire verità estreme e assolute – delle nicchie ecologiche. In realtà esse sono fenomeni antropici stabili nei quali si depositano visibilmente i segni dell’evoluzione culturale dell’uomo, anche se per quegli ammirevoli ricercatori tutto ciò che non porta a significative mutazioni nelle serie nucleotidiche della doppia elica è confinato in un settore di nicchia. Ma l’evoluzione non è solo genetica, è anche culturale e, secondo le più accreditate ricerche, quest’ultima interagisce sulla prima. Si può dire che l’evoluzione culturale segua il modello lamarkiano piuttosto che quello darwiniano. E’ interessante cogliere nel pensiero del primo la presenza dell’idea in natura di una volontà di evolvere, che può essere intesa come forza agente, come movimento che induce delle trasformazioni al di là di qualsiasi finalità prefissata, per il semplice fatto che la vita è movimento. “Vi è un… fatto che collega l’evoluzione culturale al modello di Lamark: egli insisteva sulla ‘volontà di evolvere’. La mutazione culturale, cioè l’invenzione, a differenza di quella biologica, non è un fenomeno indipendente dalla nostra volontà, non è un fenomeno che si possa considerare ‘casuale’, ma ha quasi sempre lo scopo di risolvere un problema pratico particolare. Questa è una grossa differenza tra l’evoluzione culturale e quella genetica, in cui le mutazioni sono invece casuali e non dirette a risolvere problemi del momento… Quindi vi sono differenze fondamentali fra l’evoluzione biologica e quella culturale e i due meccanismi vanno tenuti perfettamente distanti. Tuttavia essi possono influenzarsi reciprocamente e, per questa ragione, si parla di coevoluzione biologico-culturale.”
2008
Nella Ricerca: Annali del Dipartimento di Architettura e Urbanistica per l'Ingegneria
9788849215359
Evoluzione; DNA; ontogenesi e filogenesi
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Evoluzione e architettura tra scienza e progetto / Lenci, Ruggero. - STAMPA. - 2(2008), pp. 61-92.
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