Il saggio si colloca all’interno di un volume che raccoglie le ricerche svolte nell’arco di un decennio da Enrica Torelli Landini , titolare del Corso di Archeologia Industriale della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università della Tuscia. L’autore descrive il suo approccio in ordine agli interventi sul patrimonio storico più vicino a noi, quello che sul crinale tra Ottocento e Novecento innesta in vario modo l’innovazione tecnica sui caratteri ancora forti della tradizione costruttiva. L’obiettivo è conservare segni e materiali, migliorare strutture e rinnovare finiture, ma sempre riorganizzando spazi e funzioni per rispondere alle nuove esigenze, per tradurre lo spirito e i caratteri di quanto resta in una architettura ulteriore. Una architettura se non nuova rinnovata, a sua volta momento, non ultimo, della stratificazione storica. E perciò naturalmente contemporanea. Da questa intensa relazione con l’oggetto della conservazione scaturiscono soluzioni sempre diverse, interpretazioni certamente soggettive che ripropongono valori e significati originari, che inducono innovazione tecnologica e di senso, sperimentando ogni volta il limite specifico della modificazione. In questa ottica, quello del Mattatoio di Testaccio è un caso emblematico. Cupelloni, descritto il Mattatoio come un testimone originale dell’innovazione sociale e tecnica applicata all’architettura, illustra i suoi progetti per il MACRO, la Città dell’Altra Economia e l’Accademia di Belle Arti, oggi realizzati.
Mattatoio Città delle Arti: conoscenza, interpretazione, innovazione / Cupelloni, Luciano. - STAMPA. - (2007), pp. 69-73.
Mattatoio Città delle Arti: conoscenza, interpretazione, innovazione.
CUPELLONI, Luciano
2007
Abstract
Il saggio si colloca all’interno di un volume che raccoglie le ricerche svolte nell’arco di un decennio da Enrica Torelli Landini , titolare del Corso di Archeologia Industriale della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università della Tuscia. L’autore descrive il suo approccio in ordine agli interventi sul patrimonio storico più vicino a noi, quello che sul crinale tra Ottocento e Novecento innesta in vario modo l’innovazione tecnica sui caratteri ancora forti della tradizione costruttiva. L’obiettivo è conservare segni e materiali, migliorare strutture e rinnovare finiture, ma sempre riorganizzando spazi e funzioni per rispondere alle nuove esigenze, per tradurre lo spirito e i caratteri di quanto resta in una architettura ulteriore. Una architettura se non nuova rinnovata, a sua volta momento, non ultimo, della stratificazione storica. E perciò naturalmente contemporanea. Da questa intensa relazione con l’oggetto della conservazione scaturiscono soluzioni sempre diverse, interpretazioni certamente soggettive che ripropongono valori e significati originari, che inducono innovazione tecnologica e di senso, sperimentando ogni volta il limite specifico della modificazione. In questa ottica, quello del Mattatoio di Testaccio è un caso emblematico. Cupelloni, descritto il Mattatoio come un testimone originale dell’innovazione sociale e tecnica applicata all’architettura, illustra i suoi progetti per il MACRO, la Città dell’Altra Economia e l’Accademia di Belle Arti, oggi realizzati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.