Sabaudia è una città dal passato "moderno". La Modernità informa tutto il suo patrimonio fisico - sia esso piazza, strada, edifico o foresta, lago, duna - nel senso che negli anni '30 ogni cosa, vecchia e nuova, si è vista (ri)assegnare una forma e una funzione coerente con il pensiero moderno. Oggi quelle forme e quelle funzioni, il cui carattere prevalente è la purezza (puro artificio o pura natura, il discorso non cambia), li ritroviamo confusi tra un'infinità di “figli illegittimi”. La mia proposta è di costruire una contro-narrazione del passato "moderno" di Sabaudia che ci consenta di ritrovare i nessi che legano quel passato al presente. La mia attenzione sarà rivolta in particolare agli elementi di natura che segnano il progetto originario della città - la foresta e il lago, innanzitutto - e la mia riflessione sarà guidata dall'idea che sotto ogni forma che si pretende "pura" si cela di fatto un cyborg, un miscuglio di carne e tecnologia. Se questo è vero, perde senso l'attuale dilemma conservazione versus trasformazione che sembra investire ogni parte di quel territorio. Che si punti alla tutela della purezza dei segni del passato o alla produzione di nuove purezze che testimonino il presente, ciò che a mio avviso mette in crisi qualsiasi progetto è la rimozione del fatto che la realtà non è mai pura, che ogni segno puro porta inevitabilmente con sé una miriade di segni degeneri. In altri termini, la scelta tra gli uni, i "genitori puri", e gli altri, i "figli degeneri", non è data; piuttosto si tratta di decidere quale cyborg vogliamo, quale miscuglio di carne e tecnologia risponde meglio ai nostri desideri, senza lasciarci imbrigliare da sterili guerre di confine tra corpi e macchine, natura e cultura, scienza e politica, passato e presente. Per dirla con Donna Haraway, "questo saggio vuole essere un argomento a sostegno del piacere di confondere i confini e della nostra responsabilità nella loro costruzione" (1995, p.41).

Meglio "cyborg" che "dea": idee di natura e progetti di territorio nel comune di Sabaudia - Better "cyborg" than "goddess": ideas on nature and territorial projects in the Sabaudia Municipality / Macchi, Silvia. - STAMPA. - (2008), pp. 79-100.

Meglio "cyborg" che "dea": idee di natura e progetti di territorio nel comune di Sabaudia - Better "cyborg" than "goddess": ideas on nature and territorial projects in the Sabaudia Municipality

MACCHI, Silvia
2008

Abstract

Sabaudia è una città dal passato "moderno". La Modernità informa tutto il suo patrimonio fisico - sia esso piazza, strada, edifico o foresta, lago, duna - nel senso che negli anni '30 ogni cosa, vecchia e nuova, si è vista (ri)assegnare una forma e una funzione coerente con il pensiero moderno. Oggi quelle forme e quelle funzioni, il cui carattere prevalente è la purezza (puro artificio o pura natura, il discorso non cambia), li ritroviamo confusi tra un'infinità di “figli illegittimi”. La mia proposta è di costruire una contro-narrazione del passato "moderno" di Sabaudia che ci consenta di ritrovare i nessi che legano quel passato al presente. La mia attenzione sarà rivolta in particolare agli elementi di natura che segnano il progetto originario della città - la foresta e il lago, innanzitutto - e la mia riflessione sarà guidata dall'idea che sotto ogni forma che si pretende "pura" si cela di fatto un cyborg, un miscuglio di carne e tecnologia. Se questo è vero, perde senso l'attuale dilemma conservazione versus trasformazione che sembra investire ogni parte di quel territorio. Che si punti alla tutela della purezza dei segni del passato o alla produzione di nuove purezze che testimonino il presente, ciò che a mio avviso mette in crisi qualsiasi progetto è la rimozione del fatto che la realtà non è mai pura, che ogni segno puro porta inevitabilmente con sé una miriade di segni degeneri. In altri termini, la scelta tra gli uni, i "genitori puri", e gli altri, i "figli degeneri", non è data; piuttosto si tratta di decidere quale cyborg vogliamo, quale miscuglio di carne e tecnologia risponde meglio ai nostri desideri, senza lasciarci imbrigliare da sterili guerre di confine tra corpi e macchine, natura e cultura, scienza e politica, passato e presente. Per dirla con Donna Haraway, "questo saggio vuole essere un argomento a sostegno del piacere di confondere i confini e della nostra responsabilità nella loro costruzione" (1995, p.41).
2008
Spazio pubblico e la bellezza nella città - Public space and the beauty in the city.
9788854816213
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Meglio "cyborg" che "dea": idee di natura e progetti di territorio nel comune di Sabaudia - Better "cyborg" than "goddess": ideas on nature and territorial projects in the Sabaudia Municipality / Macchi, Silvia. - STAMPA. - (2008), pp. 79-100.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/177689
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact