La pratica della conservazione di alimenti e bevande costituisce una problematica che da sempre l’uomo ha dovuto affrontare per potersi garantire adeguate fonti di sostentamento durante l’intero ciclo delle stagioni e i periodi di carestia. Fin dall’antichità sono stati elaborati sistemi atti a riporre gli alimenti in vista della loro conservazione e consumazione in un momento successivo. Dalla realizzazione di appositi recipienti atti a contenere il cibo, l’attenzione si è estesa poi anche ai locali dove riporre tali contenitori. I luoghi destinati alla conservazione degli alimenti così pure delle cisterne, dei pozzi e in generale degli spazi ipogei porta, nel corso dei secoli, ad affinare e a differenziare i sistemi costruttivi, i materiali impiegati e gli accorgimenti relativi al mantenimento del microclima per dare luogo a soluzioni architettoniche costruttive più specifiche rispetto ai semplici locali parzialmente o totalmente interrati destinati al deposito e alla conservazione di derrate alimentari. Un interessante caso di indagine ai fini della presente ricerca è costituito dai luoghi della conservazione situati nel complesso monumentale di Colle Ameno a Sasso Marconi, in provincia di Bologna. La settecentesca villa di Colle Ameno raggiunge il suo massimo splendore intorno alla metà del XVIII secolo, quando il marchese e senatore Filippo Carlo Ghisilieri comincia a costruire, attorno ad una preesistente palazzina di campagna, precedentemente di proprietà della famiglia Davia, una serie di edifici integrati fra loro – destinati a funzioni pubbliche e private – che la trasformano in una grandiosa residenza di villeggiatura con annessi un borgo rurale e una chiesa pubblica con ospedale, circondata dalle terre della tenuta agricola. Le vicende storiche che hanno visto Colle Ameno protagonista sono state ricostruite sulla base di un’approfondita ricerca di archivio che ha permesso di dedurre – e in alcuni casi solo di ipotizzare – la consistenza del costruito e la distribuzione interna degli ambienti nel corso delle differenti fasi evolutive del complesso, che purtroppo verte oggi nella condizione di rudere. Una descrizione piuttosto dettagliata di Colle Ameno viene fornita dal Catasto Gregoriano relativo al Comune di Pontecchio, redatto nel 1818. Dal confronto tra il brogliando e la relativa mappa, si evince che il complesso possedeva una conserva da neve, rappresentata nella cartografia come una costruzione circolare localizzata fra il complesso architettonico stesso e la Strada Comunale (l’attuale via Porrettana). Tale struttura, oggi non più esistente – almeno per quanto riguarda la parte fuori terra – , non compare nemmeno nelle fotografie aeree di inizio ‘900, periodo di piena decadenza e abbandono di villa e borgo, condizioni che porteranno al crollo di numerose porzioni del costruito: dall’osservazione della documentazione fotografica reperita, è però possibile trovare riscontro della presenza dei resti della conserva da neve analizzando le immagini aeree. Nella interpretazione della foto aerea, che mostra l’insieme dei fabbricati del complesso architettonico, suggerendo l’ipotesi che l’anomalia nella texture sia da attribuire ai resti ancora presenti della struttura muraria della neviera, probabilmente di forma circolare.

I luoghi della conservazione del cibo: dalla conoscenza alla valorizzazione delle strutture architettoniche / Santopuoli, Nicola; Alvisi, Alessandra. - STAMPA. - 3(2009), pp. 81-97.

I luoghi della conservazione del cibo: dalla conoscenza alla valorizzazione delle strutture architettoniche.

SANTOPUOLI, NICOLA;ALVISI, ALESSANDRA
2009

Abstract

La pratica della conservazione di alimenti e bevande costituisce una problematica che da sempre l’uomo ha dovuto affrontare per potersi garantire adeguate fonti di sostentamento durante l’intero ciclo delle stagioni e i periodi di carestia. Fin dall’antichità sono stati elaborati sistemi atti a riporre gli alimenti in vista della loro conservazione e consumazione in un momento successivo. Dalla realizzazione di appositi recipienti atti a contenere il cibo, l’attenzione si è estesa poi anche ai locali dove riporre tali contenitori. I luoghi destinati alla conservazione degli alimenti così pure delle cisterne, dei pozzi e in generale degli spazi ipogei porta, nel corso dei secoli, ad affinare e a differenziare i sistemi costruttivi, i materiali impiegati e gli accorgimenti relativi al mantenimento del microclima per dare luogo a soluzioni architettoniche costruttive più specifiche rispetto ai semplici locali parzialmente o totalmente interrati destinati al deposito e alla conservazione di derrate alimentari. Un interessante caso di indagine ai fini della presente ricerca è costituito dai luoghi della conservazione situati nel complesso monumentale di Colle Ameno a Sasso Marconi, in provincia di Bologna. La settecentesca villa di Colle Ameno raggiunge il suo massimo splendore intorno alla metà del XVIII secolo, quando il marchese e senatore Filippo Carlo Ghisilieri comincia a costruire, attorno ad una preesistente palazzina di campagna, precedentemente di proprietà della famiglia Davia, una serie di edifici integrati fra loro – destinati a funzioni pubbliche e private – che la trasformano in una grandiosa residenza di villeggiatura con annessi un borgo rurale e una chiesa pubblica con ospedale, circondata dalle terre della tenuta agricola. Le vicende storiche che hanno visto Colle Ameno protagonista sono state ricostruite sulla base di un’approfondita ricerca di archivio che ha permesso di dedurre – e in alcuni casi solo di ipotizzare – la consistenza del costruito e la distribuzione interna degli ambienti nel corso delle differenti fasi evolutive del complesso, che purtroppo verte oggi nella condizione di rudere. Una descrizione piuttosto dettagliata di Colle Ameno viene fornita dal Catasto Gregoriano relativo al Comune di Pontecchio, redatto nel 1818. Dal confronto tra il brogliando e la relativa mappa, si evince che il complesso possedeva una conserva da neve, rappresentata nella cartografia come una costruzione circolare localizzata fra il complesso architettonico stesso e la Strada Comunale (l’attuale via Porrettana). Tale struttura, oggi non più esistente – almeno per quanto riguarda la parte fuori terra – , non compare nemmeno nelle fotografie aeree di inizio ‘900, periodo di piena decadenza e abbandono di villa e borgo, condizioni che porteranno al crollo di numerose porzioni del costruito: dall’osservazione della documentazione fotografica reperita, è però possibile trovare riscontro della presenza dei resti della conserva da neve analizzando le immagini aeree. Nella interpretazione della foto aerea, che mostra l’insieme dei fabbricati del complesso architettonico, suggerendo l’ipotesi che l’anomalia nella texture sia da attribuire ai resti ancora presenti della struttura muraria della neviera, probabilmente di forma circolare.
2009
Conservare il cibo da Calumella ad Artusi. I luoghi della conservazione
9788860193094
Strutture architettoniche; archeologia; strutture ipogee; restauro; conoscenza; conservazione; cibo; derrate alimentari; valorizzazione; sistemi costruttivi; materiali impiegati; microclima; deposito; cantina; ghiacciaie; neviera
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
I luoghi della conservazione del cibo: dalla conoscenza alla valorizzazione delle strutture architettoniche / Santopuoli, Nicola; Alvisi, Alessandra. - STAMPA. - 3(2009), pp. 81-97.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/170370
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