Il ruolo delle funzioni centrali nella costruzione di un nuovo ordine urbano della città contemporanea

Se le trasformazioni dei rapporti tra centro e periferia nell’ultimo quarto di secolo sono oggetto di un’ampia pubblicistica, le analisi effettuate a supporto delle valutazioni teoriche sono invece, nel panorama europeo, poco approfondite, aggregate per ampi ambiti e concentrate su di un numero limitato di funzioni. In questo scritto si tenta invece, per la prima volta in una grande capitale, di effettuare un esame di dettaglio dell’evoluzione nell’ultimo quarto di secolo delle due principali famiglie di funzioni centrali: quelle del “potere” (cioè tutte le sedi della decisione politica ed economica) e quelle del “sapere” (ossia le sedi dell’istruzione superiore, della cultura dell’informazione e dello spettacolo) distinguendole per rango (dalle funzioni di eccellenza a quelle con ambito di influenza sub-provinciale) e peso (dimensione fisica, utenti, patrimonio culturale). Da quest’esame emerge la nuova struttura funzionale della città contemporanea: il centro non esiste più come massa compatta distinta dalla periferia. Attorno e in continuità con esso si presentano gruppi o sciami di funzioni centrali che proiettano in tutte le direzioni, formando in alcuni casi veri e propri addensamenti che prefigurano nuove “centralità” in formazione e soprattutto corridoi, assi di funzioni centrali. E questo crea un vero e proprio nuovo ordine urbano, distinto da quello a gradienti del periodo precedente, composto da tessuti urbani omogenei, autonomi fra loro digradanti dal centro alla periferia: le funzioni “rare”si coagulano in microcentralità esterne e si formano corridoi multifunzionali che dal centro irraggiano la periferia. Il profilo dei nostri problemi urbani è dunque nuovamente cambiato: la questione cruciale non è più quella di rispondere, con nuove concentrazioni, al divario centro periferia, ma di accompagnare e orientare il processo diffusivo, orientandolo a formare una rete che innervi tutta la città.