L’intervento ha l’obiettivo di analizzare l’emergere di una nuova idea di periferia nell’immaginario letterario contemporaneo, soffermando l’attenzione sulle differenti riconfigurazioni spaziali presenti in Benzina (1998) di Elena Stancanelli, Cleopatra va in prigione (2016) di Claudia Durastanti e Questo giorno che incombe (2021) di Antonella Lattanzi. Si intende prendere in esame il rapporto delle autrici con la città di Roma, non solo sfondo ma anche effettivo personaggio dei romanzi, osservando percezioni e declinazioni narrative di quei luoghi centrali divenuti marginali in seguito alla mutazione delle periferie romane. Benzina traccia i contorni di una topografia dai connotati, in parte, sacrali come dimostra la discarica: vettore catalizzante paragonato a una chiesa, simbolo della catarsi delle due giovani protagoniste (Storini 2016). Similmente, Cleopatra va in prigione descrive la perifericità emotiva, stato d’animo dei suoi personaggi in costante dialogo con gli scenari desolanti del carcere e del quartiere di Rebibbia. In Questo giorno che incombe il tono e l’atmosfera si fanno ancor più cupi e l’energia metamorfica della città, in particolare della casa collocata lontana dal centro, si tramuta in una prigione personale. Ripercorrendo, pertanto, le ben note teorie sul rapporto tra spazio e letteratura, dal cronotopo di Bachtin all’approccio geocritico di Westphal, è possibile ridefinire i tratti di una città polisemica all’interno di prospettive narrative differenti nell’intento di riformulare il nesso tra spazio, parola e immagine. Gli ambienti urbani, reali e metaforici, rivelano la nascita di veri e propri controluoghi, locali e globali, impegnati nella costruzione di percorsi identitari individuali e collettivi.

Una nuova idea di periferia. Stati d’animo e centralità marginali nella Roma letteraria di Stancanelli, Durastanti e Lattanzi / Marziali, Giulia. - (2022). (Intervento presentato al convegno The Canadian Association for Italian Studies annual conference tenutosi a Sant'Anna Institute, Sorrento).

Una nuova idea di periferia. Stati d’animo e centralità marginali nella Roma letteraria di Stancanelli, Durastanti e Lattanzi

Giulia Marziali
Primo
2022

Abstract

L’intervento ha l’obiettivo di analizzare l’emergere di una nuova idea di periferia nell’immaginario letterario contemporaneo, soffermando l’attenzione sulle differenti riconfigurazioni spaziali presenti in Benzina (1998) di Elena Stancanelli, Cleopatra va in prigione (2016) di Claudia Durastanti e Questo giorno che incombe (2021) di Antonella Lattanzi. Si intende prendere in esame il rapporto delle autrici con la città di Roma, non solo sfondo ma anche effettivo personaggio dei romanzi, osservando percezioni e declinazioni narrative di quei luoghi centrali divenuti marginali in seguito alla mutazione delle periferie romane. Benzina traccia i contorni di una topografia dai connotati, in parte, sacrali come dimostra la discarica: vettore catalizzante paragonato a una chiesa, simbolo della catarsi delle due giovani protagoniste (Storini 2016). Similmente, Cleopatra va in prigione descrive la perifericità emotiva, stato d’animo dei suoi personaggi in costante dialogo con gli scenari desolanti del carcere e del quartiere di Rebibbia. In Questo giorno che incombe il tono e l’atmosfera si fanno ancor più cupi e l’energia metamorfica della città, in particolare della casa collocata lontana dal centro, si tramuta in una prigione personale. Ripercorrendo, pertanto, le ben note teorie sul rapporto tra spazio e letteratura, dal cronotopo di Bachtin all’approccio geocritico di Westphal, è possibile ridefinire i tratti di una città polisemica all’interno di prospettive narrative differenti nell’intento di riformulare il nesso tra spazio, parola e immagine. Gli ambienti urbani, reali e metaforici, rivelano la nascita di veri e propri controluoghi, locali e globali, impegnati nella costruzione di percorsi identitari individuali e collettivi.
2022
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