La ricotta segna uno dei momenti migliori della cinematografia pasoliniana in quanto in esso, in maniera sintetica, si possono trovare molti dei motivi della sua poetica: l'iconografia della tradizione, la dissacrazione di luoghi comuni,m l'attenzione alle figure popolari, alla fame, alla povertà, alla mercificazione, e infine l'iconografia cattolica rivisitata in senso pauperistico che è il Leitmotiv del film stesso. L’ossessione di Pasolini nei confronti del modernismo e della retorica dannunziana (e la conseguente rivalutazione della cultura contadina e del romanticismo alla Pascoli) va intesa come risposta alla propaganda fascista e alla sua esaltazione delle modernizzazioni e dei “sacri destini”. I ricordi diventano allegorie del cambiamento, relativo non solo alle situazioni psicologiche, ma anche e soprattutto relativo alla topografia della città, ricordi legati a piazze e palazzi. Lo scavo della macchina per costruire nuovi palazzi e modificare ancora il volto della città, viene qui paragonato allo scavo nella memoria. Di qui la contraddizione primaria della sua poetica dalla quale egli non riesce ad uscire. L’autore parte dalla constatazione della inesistenza «di una vera e propria lingua nazionale italiana». Questo «italiano medio» è la lingua della borghesia che però si caratterizza come una lingua «impossibile, infrequentabile» che possiede una sorta di forza centrifuga per cui tutte le linee tendenziali della letteratura italiana del Novecento si collocano al di sopra o al di sotto di questo italiano medio. Naturalmente si potrebbe discutere a lungo sulla ridefinizione della mappa degli scrittori italiani del Novecento a partire dalla loro posizione rispetto al mitico «italiano medio». Il fatto significativo è comunque che Pasolini fonda la sua analisi su una valutazione del linguaggio letterario che gli scrittori usano. La lingua - con la sua funzione espressiva - è il centro della sua analisi letteraria. Pasolini, il fazioso Pasolini, l’autore delle analisi sociologiche dalla forte caratterizzazione politica, non parte dal problema della posizione degli autori rispetto ai mezzi di produzione né dalla loro collocazione ideologica, ma dal modo e dalle forme con cui essi utilizzano il linguaggio. Nel vacuum, nell’assenza di una lingua comune nazionale, questa operazione gli riesce perfettamente nelle poesie friulane, nei romanzi della periferia romana, nei primi film. L’omologazione del linguaggio tecnologico va nella direzione contraria al suo intento di recupero attualizzante dei topoi del patrimonio culturale classico, ma è molto significativo che - nel 1964 - Pasolini riconosca immediatamente nella televisione «uno dei modi di concrezione e di irradiazione» di tale linguaggio e ne sveli le sue implicazioni politiche. Pasolini attribuisce infatti un significato politico e politico-culturale alla sua resistenza contro l’omologazione linguistica e comportamentale. Eco disponeva di ben altri strumenti di analisi che Pasolini, e tuttavia il poeta - grazie alla sua attenzione alla lingua e alla sua preoccupazione di salvaguardare il valore «espressivo» del linguaggio poetico - aveva intuito una serie di pericoli di omologazione e appiattimento che lo studioso di scienza delle comunicazioni aveva sottovalutato. Si è parlato molto spesso del carattere profetico delle opere di Pasolini. Ha cercato, al contrario, di utilizzare la "forza del passato" per modificare il presente, ha cercato di rendere fruibile la tradizione culturale alle masse diseredate.

La fuerza del pasado. Iconografía de la tradictión y rechazo de la homologación del lenguaje en Pasolini / Ponzi, Mauro. - STAMPA. - (2006), pp. 139-164.

La fuerza del pasado. Iconografía de la tradictión y rechazo de la homologación del lenguaje en Pasolini

PONZI, Mauro
2006

Abstract

La ricotta segna uno dei momenti migliori della cinematografia pasoliniana in quanto in esso, in maniera sintetica, si possono trovare molti dei motivi della sua poetica: l'iconografia della tradizione, la dissacrazione di luoghi comuni,m l'attenzione alle figure popolari, alla fame, alla povertà, alla mercificazione, e infine l'iconografia cattolica rivisitata in senso pauperistico che è il Leitmotiv del film stesso. L’ossessione di Pasolini nei confronti del modernismo e della retorica dannunziana (e la conseguente rivalutazione della cultura contadina e del romanticismo alla Pascoli) va intesa come risposta alla propaganda fascista e alla sua esaltazione delle modernizzazioni e dei “sacri destini”. I ricordi diventano allegorie del cambiamento, relativo non solo alle situazioni psicologiche, ma anche e soprattutto relativo alla topografia della città, ricordi legati a piazze e palazzi. Lo scavo della macchina per costruire nuovi palazzi e modificare ancora il volto della città, viene qui paragonato allo scavo nella memoria. Di qui la contraddizione primaria della sua poetica dalla quale egli non riesce ad uscire. L’autore parte dalla constatazione della inesistenza «di una vera e propria lingua nazionale italiana». Questo «italiano medio» è la lingua della borghesia che però si caratterizza come una lingua «impossibile, infrequentabile» che possiede una sorta di forza centrifuga per cui tutte le linee tendenziali della letteratura italiana del Novecento si collocano al di sopra o al di sotto di questo italiano medio. Naturalmente si potrebbe discutere a lungo sulla ridefinizione della mappa degli scrittori italiani del Novecento a partire dalla loro posizione rispetto al mitico «italiano medio». Il fatto significativo è comunque che Pasolini fonda la sua analisi su una valutazione del linguaggio letterario che gli scrittori usano. La lingua - con la sua funzione espressiva - è il centro della sua analisi letteraria. Pasolini, il fazioso Pasolini, l’autore delle analisi sociologiche dalla forte caratterizzazione politica, non parte dal problema della posizione degli autori rispetto ai mezzi di produzione né dalla loro collocazione ideologica, ma dal modo e dalle forme con cui essi utilizzano il linguaggio. Nel vacuum, nell’assenza di una lingua comune nazionale, questa operazione gli riesce perfettamente nelle poesie friulane, nei romanzi della periferia romana, nei primi film. L’omologazione del linguaggio tecnologico va nella direzione contraria al suo intento di recupero attualizzante dei topoi del patrimonio culturale classico, ma è molto significativo che - nel 1964 - Pasolini riconosca immediatamente nella televisione «uno dei modi di concrezione e di irradiazione» di tale linguaggio e ne sveli le sue implicazioni politiche. Pasolini attribuisce infatti un significato politico e politico-culturale alla sua resistenza contro l’omologazione linguistica e comportamentale. Eco disponeva di ben altri strumenti di analisi che Pasolini, e tuttavia il poeta - grazie alla sua attenzione alla lingua e alla sua preoccupazione di salvaguardare il valore «espressivo» del linguaggio poetico - aveva intuito una serie di pericoli di omologazione e appiattimento che lo studioso di scienza delle comunicazioni aveva sottovalutato. Si è parlato molto spesso del carattere profetico delle opere di Pasolini. Ha cercato, al contrario, di utilizzare la "forza del passato" per modificare il presente, ha cercato di rendere fruibile la tradizione culturale alle masse diseredate.
2006
Visones de Pasolini
9788486418809
Letteratura e cinema; Pasolini; trasfigurazione di temi e immagini della tradizione
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La fuerza del pasado. Iconografía de la tradictión y rechazo de la homologación del lenguaje en Pasolini / Ponzi, Mauro. - STAMPA. - (2006), pp. 139-164.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/163803
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact