Si esaminano quattro lettere dell'imperatore Adriano alla città di Afrodisia, databili fra il 119 e il 125 d.C., e incise su una stessa lastra di marmo. A proposito della lettera con cui l'imperatore approva il piano di finanziamento di un acquedotto presentatogli dalla città di Afrodisia, si propone un'interpretazione diversa da quella corrente di una concessione fatta dall'imperatore a quanti, nominati archiereis in corrispondenza della decisione, lodata dall'imperatore, che gli archiereis anziché organizzare spettacoli gladiatori fornissero un contributo in denaro da impiegare evidentemente nella costruzione dell'acquedotto, si erano dichiarati non idonei a ricoprire il sacerdozio imperiale. Anziché prescrivere, come si è creduto a partire da Joyce Reynolds, che fra i designati al sacerdozio che avevano tentato di sottrarvisi si seguisse un rigoroso ordine di precedenza in base all'entità dei patrimoni di ciascuno, Adriano, dopo aver rimesso alla città il giudizio sulle capacità patrimoniali degli appellanti, dovette affermare il principio, a loro più favorevole, almeno in teoria, che se fossero riusciti a provare che vi erano altri cittadini più ricchi di loro, era giusto che fossero questi a rivestire per primi la dispendiosa carica di archiereis. I tinès auton euporoteroi non sono dunque i più ricchi fra loro, cioè all'interno del gruppo di quanti avevano protestato contro la designazione, ma eventuali altri cittadini risparmiati dalla designazione ma in realtà più ricchi di quanti invece ne erano stati colpiti. La nuova interpretazione è confortata dall'analogia con un altro rescritto di Adriano (Dig. 50, 4, 14, 6). Vengono inoltre addotti altri documenti da cui risulta la possibilità, ammessa da Adriano secondo l'interpretazione proposta, che le autorità incaricate della designazione all'archaierosyne avessero inteso proteggere qualcuno, escludendolo dalla lista per favoritismo, a spese di altri meno ricchi. Quindi, si esamina il primo documento del dossier, relativo alle chrematikaì dikai, e si tenta di chiarirne la portata attraverso il confronto con le clausole relative alle autorità competenti nei processi fra Licii e Romani del trattato fra Roma e i Licii del 46 a.C.: Adriano definirebbe il problema dei privilegi giudiziari delle città libere, considerando anche il caso peculiare dei cittadini romani originari di Afridisia; particolarmente significativa apparirebbe poi in questo caso la clausola con cui Adriano avrebbe concesso alla città di celebrare nei tribunali locali anche i processi contro cives Romani, in caso riguardassero il tesoro della città. In questo modo, l'imperatore avrebbe voluto garantire che gli interessi finanziari della città non venissero pregiudicati in un tribunale verosimilmente più attento alle esigenze della parte avversa. Si spiegherebbe così anche il carattere del dossier, in cui la città avrebbe riunito tutti i pronunciamenti dell'imperatore che in un modo o nell'altro avrebbero potuto contribuire a superare gli ostacoli che si frapponevano alla costruzione dell'acquedotto. In questo ambito può rientrare anche la lettera sull'uso del ferro e la tassa sui chiodi – già nota in quanto fatta incidere anche nel dossier del teatro per la solenne riaffermazione da parte dell'imperatore dell'estraneità di Afrodisia dalla formula provinciae. Si conclude osservando come le lettere di Adriano ad Afrodisia confermino il legame fra programmi edilizi e conflitti civili che emerge di frequente dalla documentazione di età traiano-adrianea, non solo per la Bitinia di Dione di Prusa e Plinio il Giovane.

Qualche osservazione sulle lettere di Adriano ad Afrodisia (SEG 50, 2000, 1096 = AE 2000, 1441) / Thornton, John. - STAMPA. - II:(2008), pp. 913-934. (Intervento presentato al convegno XIV Rencontre franco-italienne sur l'épigraphie tenutosi a Rome; Italy).

Qualche osservazione sulle lettere di Adriano ad Afrodisia (SEG 50, 2000, 1096 = AE 2000, 1441)

THORNTON, John
2008

Abstract

Si esaminano quattro lettere dell'imperatore Adriano alla città di Afrodisia, databili fra il 119 e il 125 d.C., e incise su una stessa lastra di marmo. A proposito della lettera con cui l'imperatore approva il piano di finanziamento di un acquedotto presentatogli dalla città di Afrodisia, si propone un'interpretazione diversa da quella corrente di una concessione fatta dall'imperatore a quanti, nominati archiereis in corrispondenza della decisione, lodata dall'imperatore, che gli archiereis anziché organizzare spettacoli gladiatori fornissero un contributo in denaro da impiegare evidentemente nella costruzione dell'acquedotto, si erano dichiarati non idonei a ricoprire il sacerdozio imperiale. Anziché prescrivere, come si è creduto a partire da Joyce Reynolds, che fra i designati al sacerdozio che avevano tentato di sottrarvisi si seguisse un rigoroso ordine di precedenza in base all'entità dei patrimoni di ciascuno, Adriano, dopo aver rimesso alla città il giudizio sulle capacità patrimoniali degli appellanti, dovette affermare il principio, a loro più favorevole, almeno in teoria, che se fossero riusciti a provare che vi erano altri cittadini più ricchi di loro, era giusto che fossero questi a rivestire per primi la dispendiosa carica di archiereis. I tinès auton euporoteroi non sono dunque i più ricchi fra loro, cioè all'interno del gruppo di quanti avevano protestato contro la designazione, ma eventuali altri cittadini risparmiati dalla designazione ma in realtà più ricchi di quanti invece ne erano stati colpiti. La nuova interpretazione è confortata dall'analogia con un altro rescritto di Adriano (Dig. 50, 4, 14, 6). Vengono inoltre addotti altri documenti da cui risulta la possibilità, ammessa da Adriano secondo l'interpretazione proposta, che le autorità incaricate della designazione all'archaierosyne avessero inteso proteggere qualcuno, escludendolo dalla lista per favoritismo, a spese di altri meno ricchi. Quindi, si esamina il primo documento del dossier, relativo alle chrematikaì dikai, e si tenta di chiarirne la portata attraverso il confronto con le clausole relative alle autorità competenti nei processi fra Licii e Romani del trattato fra Roma e i Licii del 46 a.C.: Adriano definirebbe il problema dei privilegi giudiziari delle città libere, considerando anche il caso peculiare dei cittadini romani originari di Afridisia; particolarmente significativa apparirebbe poi in questo caso la clausola con cui Adriano avrebbe concesso alla città di celebrare nei tribunali locali anche i processi contro cives Romani, in caso riguardassero il tesoro della città. In questo modo, l'imperatore avrebbe voluto garantire che gli interessi finanziari della città non venissero pregiudicati in un tribunale verosimilmente più attento alle esigenze della parte avversa. Si spiegherebbe così anche il carattere del dossier, in cui la città avrebbe riunito tutti i pronunciamenti dell'imperatore che in un modo o nell'altro avrebbero potuto contribuire a superare gli ostacoli che si frapponevano alla costruzione dell'acquedotto. In questo ambito può rientrare anche la lettera sull'uso del ferro e la tassa sui chiodi – già nota in quanto fatta incidere anche nel dossier del teatro per la solenne riaffermazione da parte dell'imperatore dell'estraneità di Afrodisia dalla formula provinciae. Si conclude osservando come le lettere di Adriano ad Afrodisia confermino il legame fra programmi edilizi e conflitti civili che emerge di frequente dalla documentazione di età traiano-adrianea, non solo per la Bitinia di Dione di Prusa e Plinio il Giovane.
2008
XIV Rencontre franco-italienne sur l'épigraphie
adriano; afrodisia di caria; città libere e loro privilegi; sacerdozio imperiale
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Qualche osservazione sulle lettere di Adriano ad Afrodisia (SEG 50, 2000, 1096 = AE 2000, 1441) / Thornton, John. - STAMPA. - II:(2008), pp. 913-934. (Intervento presentato al convegno XIV Rencontre franco-italienne sur l'épigraphie tenutosi a Rome; Italy).
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Thornton__Qualche-osservazione_2008.pdf

solo gestori archivio

Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 484.54 kB
Formato Adobe PDF
484.54 kB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/161449
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact